Il ritorno di Drago Nero

La loro diretta di Pirati era appena finita quando un lampo di luce, che proveniva dai loro computer, li avvolse. Dopo qualche secondo riuscirono a riaprire gli occhi si ritrovarono tutti e cinque su di un galeone in mezzo all’oceano. Non c’era terraferma all’orizzonte. Si trovano sul ponte di coperta, vicino all’albero maestro. Le rifiniture del vascello erano di colore rosso e oro, il resto era di legno scuro e lucido. Le vele, che garrivano sui tre alti alberi principali, erano a strisce bianche e rosse con un teschio e due spade su ognuna di esse. I marinai che si trovavano sulla nave non sembravano prestare molta attenzione ai nuovi venuti ed erano impegnati nei loro compiti.

“Oh no. Di nuovo!” esclamò Laura che aveva capito dove si trovava.

“Di nuovo Laura? Cosa significa di nuovo?” chiese Giada sospettosa.

“Sto sognando vero?” fu invece il commento del DM Alberto.

“Era tutto vero. Il racconto… oh no, non l’ho ancora finito!” esclamò invece Tsuki.

“Siamo sulla Drago Rabbioso!” disse Luois eccitato.

“Non siete sulla Drago Rabbioso ma sulla Oricalco. L’ammiraglia della flotta terrestre del Pianeta Oricalco.”

La voce era quella ormai familiare del dio dell’Antico Egitto, Anubis.

“Mi dovete scusare se vi abbiamo portato tutti e sei sulla Oricalco. E’ una emergenza. Drago Nero vi stava per rapire tutti e abbiamo dovuto agire prima che lui vi catturasse per portarvi nella sua tana nella zona delle montagna della Costa della Spada.”

La voce della divinità era, come sempre, fredda e distante, quasi come se provenisse dall’oltretomba.

“Sei?” disse Laura

“Costa della Spada?” esclamarono tutti gli altri

Solo allora i quattro giocatori e il dungeon master di Pirati si accorsero che quello vicino a loro, appoggiato pesantemente sulla balaustra rossa, non era un marinaio ubriaco ma una persona “normale” come loro. Che si stava sentendo molto male.

“Soffro di mal di mare…” furono le prime parole di Francesco. Occhi rossi, bianco come un cencio, in questo momento sembrava più uno zombie che un essere umano.

“Quindi questo non è un sogno?” chiese ancora Alberto

“Magari fosse solo un sogno! Drago Nero e un diavolo della fossa chiamato Mad Dog mi hanno rapito a Natale. E sono personaggi che ha creato Francesco…” e Laura indicò il suo draghetto. O dragone vista la stazza.

“Non è colpa mia se…” ma Francesco non riuscì a finire che un altro conato di vomito gli mozzò il respiro e si accasciò, di nuovo, sulla balaustra.

“Quindi un drago nero ci vuole morti?” chiese Giada

“Non sono un drago nero qualunque, Drago Nero è il mio nome! E sono temuto in tutte le realtà dell’Omniverso!”

La testa del mostro era comparsa fluttuante in alto davanti a loro. Le molteplici corna appuntite e ricurve, le scaglie di osso nere, gli occhi intelligenti e malvagi, l’icore nerastro che trasudava dalla sua bocca, Drago Nero era esattamente come lo ricordava Laura.

“Sono ancora indebolito dal nostro ultimo scontro ma presto tornerò alla mia antica potenza ma voi non potrete assistere al mio ritorno sulla vostra Terra perché sarete morti! Ho affidato questo compito a dei nuovi alleati. Appena avrò eliminato voi, nessuno potrà contrastare il mio dominio! Non ci saranno più Brahma, Pelor, Zeus, Yahweh, Vega, Odino o Cthulhu! Diventerò l’unico dio di tutti gli universi e riplasmerò tutte le realtà a mia immagine e somiglianza!”

La testa di Drago Nero scomparve in uno sbuffo di vapore nerastro e si poteva sentire ancora echeggiare la sua risata malvagia. Tsuki, Giada, Alberto e Louis erano senza parole. Avevano appena visto, con i loro occhi, un vero drago parlante. Non era una cosa che capitava tutti i giorni.

“Ed ora cosa facciamo?” chiese la pragmatica Laura alla divinità dell’Antico Egitto. Prima che Anubis potesse rispondere un urlo che non sembrava umano scosse la Oricalco.

“GET OVER HERE!”

Un kunai legato ad una corda saettò dal nulla verso Laura ma venne intercettato dalla ferma mano della divinità.

“Questa è l’arma di Scorpion. Gli alleati di Drago Nero devono provenire da Outworld. E’ una realtà diversa rispetta alla nostra. Preparatevi al combattimento, stiamo per essere attaccati.” Appena il dio ebbe finito di parlare la ciurma del galeone rispose immediatamente all’ordine.

“Scorpion non sarà da solo. Avrai sicuramente bisogno di aiuto. Condizioni estreme richiedono soluzioni estreme…”

“Certi poteri vanno usati con cautela ma hai ragione Francesco. Posso leggere nella tua mente qual è la tua idea…”

Il dio egizio piantò il suo bastone sulla tolda del galeone, dall’arma partì un lampo di luce che avvolse Laura e i suoi amici. La Madre dei Draghi, adesso, aveva un terzo occhio aperto in fronte, gli altri invece non sembravano cambiati, almeno, all’apparenza. Inoltre Giada, Alberto e Tsuki avevano delle armi in mano, comparse dal nulla, i primi due avevano ricevuto delle asce bipenni naniche e Tsuki un bastone ferrato.

“Cosa avete fatto?” chiese sconvolta Laura

“Adesso avete gli stessi poteri ed abilità dei vostri personaggi di Pirati. Per chi aveva un patrono è Anubis. Molto meglio lui di Cthulhu. Alberto, sei un barbaro come Giada. C’è bisogno di qualcuno che meni, abbiamo già abbastanza caster.”

“Ma io non voglio combattere, non ci possiamo parlare con questi?” chiese Loius

La risposta fu l’apertura di decine di portali viola su tutto il vascello. Le squadre di sterminio di Outworld sciamarono sulla Oricalco. C’erano umanoidi muscolosi, con la bocca irta di molti denti aguzzi, strane protuberanze ossee sulle spalle e sulla braccia e delle lame di osso che sbucavano dalle mani, quelli che sembravano dei ninja e un essere a quattro braccia, alto due metri e mezzo, che piombò davanti a Giada. La canzone di Mortal Kombat, degli The Immortals, risuonava per l’aria grazie allo smartphone di Francesco. Da un altro portale emerse un uomo albino e pelato, strani tatuaggi rossi gli adornano la testa e le braccia. Sulla fronte aveva un punto rosso e due strisce di colore nero partono dalla parte superiore degli occhi per circondare tutta la testa. Il vestito di pelle nera era ricco di borchie e spuntoni e di un teschio umanoide sul torace.

“Quello è Quan Chi, stregone e necromante del Netherrealm.” disse Francesco

“Laura dei Draghi, Shao Kahn sarà contento quando prenderò la tua anima e ti farò diventare una mia revenant!” la voce decisa e calma di Quan Chi fece venire i brividi ai mortali sulla nave.

“Perché deve essere proprio la mia anima?”

“Shao cosa? E chi sarebbe?” chiese Loius prima che qualcuno lo colpisse con un calcio e lo facesse volare a terra. Il giocatore di Dunn, il monaco pirata, non aveva visto chi l’aveva attaccato perché non c’era nessuno davanti a lui, o almeno così sembrava.

“Deve essere Reptile. E’ uno dei ninja e può diventare invisibile!” Francesco era un grande esperto di Mortal Kombat e stava sfruttando la sua conoscenza per descrivere i kombattenti di Outworld.

“Sono il Principe Goro! Generale degli eserciti di Outworld e Principe del regno sotterraneo degli Shokan! E tu chi sei misera e patetica mortale?” chiese l’essere a quattro braccia a Giada.

“Quella che ti spezzerà la schiena in due!” rispose la giocatrice di Anakis attaccando Goro con la sua arma.

Nel frattempo Laura aveva castato Armatura di Agathys su se stessa e una patina di ghiaccio aveva ricoperto il suo corpo. La content creator e Tsuki avevano lanciato due deflagrazione occulte, due raggi di energia viola erano partiti dalle loro mani, avevano colpito il loro nemico, il ninja Scorpion. Questi era apparso dal nulla davanti a loro e aveva ingaggiato battaglia. Tsuki aveva provato a colpirlo con il suo bastone ferrato ma Hanzo Hasashi era così veloce che ogni colpo era andato a vuoto. I due Eldritch Blast sembravano avere solo fatto arrabbiare il non morto e la comparsa dell’armatura di Agathys sembrava averlo fatto infuriare ancora di più. Scorpion si tolse la sua maschera, sotto c’era un teschio umano e una palla di fuoco partì dalla sua bocca. Laura e Tsuki pensavano di essere spacciati ma un muro di sabbia evocato dal dio egizio li salvò dalla palla di fuoco. Nel frattempo Alberto era impegnato a difendersi da ben due Tartakan, i mostri con le lame sulle braccia e Louis stava venendo malmenato da Reptile, ancora invisibile. Anubis stava fronteggiando Quan Chi che usava i portali per apparire e sparire a piacimento, per colpire da più parti e aveva anche evocato dei raggi di energia dalla forma di teschio che però la divinità aveva evitato facilmente. Giada nel frattempo era andata in ira ma serviva a poco per contrastare la forza delle quattro braccia del Principe degli Shokan. Scorpion era scomparso dopo aver lanciato la sua palla di fuoco e apparve dietro a Francesco, lo agguantò e punto un kunai alla sua gola.

“SUCKERS!” urlò il ninja giallo di Mortal Kombat ai suoi avversari.

Il tempo si era come fermato, sembrava davvero che i kombattenti dell’Outworld e Drago Nero avessero vinto questa volta.

“Non è stato Sub Zero ad uccidere la tua famiglia. Guarda nel terzo occhio di Laura, vedrai che è così.” disse un assai impaurito Francesco con un filo di voce.

Hanzo Hasashi guardò dove gli veniva detto, sembrava come ipnotizzato. Il terzo occhio nella fronte della Madre dei Draghi era spalancato e riluceva di luce rossa. L’unione dei poteri di Mama e di Anubis aveva permesso qualcosa di incredibile. Tutti sulla nave poterono vedere la famiglia di Scorpion venire massacrata dal Lin Kuei, il clan del ninja noto come Sub Zero, ma ugualmente riuscirono a vedere che quello non era Sub Zero ma Quan Chi che aveva preso il suo aspetto.

“QUAN CHI!!” urlò Scorpion fuori di se, lasciando andare Francesco e scomparendo in una vampata di fiamme.

“Oh no.” disse il necromante calmo prima di sparire da un altro portale e andare via. Le truppe di Outworld si ritrovarono senza il loro principale comandante e lo scontro poi durò poco. Luois usò il corno di Dunn, che gli era apparso sulla cintura, per lanciare un liquido ambrato sul ninja con cui stava combattendo. Reptile era invisibile ma era diventato pigro e si poteva intuire da dove colpisse ormai. L’invisibilità di Reptile sparì all’istante e il ninja si ritrovò zuppo dalla testa ai piedi.

“Era pisssscio?” disse Syzoth prima di ricevere così tanti pugni da Luois che il ninja verde crollò a terra svenuto dopo qualche secondo.

Giada era riuscita a colpire varie volte Goro che stava perdendo copiosamente il suo sangue sul ponte della Oricalco. Il Principe degli Shokan si guardò intorno, molti ninja e Tartakan giacevano a terra gementi, tra cui quelli che aveva attaccato Alberto. Il DM era poi riuscito a rompere le braccia ad uno dei suoi assalitori, mentre l’altro era finito direttamente fuori bordo.

“Ritirata!” urlò quindi Goro che scomparve in un portale insieme a tutti i kombattenti di Outworld.

La situazione si era rapidamente capovolta, forse aveva influito la benedizione fatta da Tsuki o l’abilità di alcuni tra i più bravi giocatori e giocatrici di Dungeons & Dragons al mondo o la musica galvanizzante di Mortal Kombat che ancora veniva trasmessa dallo smartphone, o forse era l’insieme di tutti e tre queste cose.

“Siete stati davvero bravi. Complimenti. Adesso vi toglierò i poteri che avete ottenuto e tornerete a casa vostra. Drago Nero non è abbastanza potente adesso per attaccarvi di nuovo. Non ricorderete niente di tutto questo.” disse il dio egizio.

“Cosa faremo quando Drago Nero ci attaccherà di nuovo?” chiese Francesco

“Farete del vostro meglio, come oggi, è tutto quello che mi aspetto da voi. Ci prepareremo quando Drago Nero ci attaccherà di nuovo saremo e sarete preparati.”

Detto questo il solito lampo di luce li avvolse e si ritrovarono ognuno a casa loro, senza avere memoria di quello che era successo.


FINE


La Madre dei Draghi

Giada di Ruolo

Alberto

Luois

Tsuki

(Nel video potete vedere un anticipo di qualcosa che verrà… un trailer diciamo! :D)

50 libri in un anno – Sfida di lettura 2023

Come ogni anno è giunto il momento di scrivere questo post, che poi aggiornerò di continuo fino alla fine del 2023, per sancire l’inizio della mia personale sfida di lettura. Leggere 50 libri in un anno. Nel 2022 sono andato meglio rispetto al 2021 e sono riuscito a leggere 50 libri in un anno. Su Goodreads oltre ai libri “normali” la sfida includerà anche fumetti e volumi illustrati, infatti la soglia che ho scelto per quella sfida è di 100 volumi in tutto. Quest’anno inizio con Harry Potter and the Prisoner of Azkaban di J. K. Rowling!

  1. Harry Potter and the Prisoner of Azkaban di J. K. Rowling
  2. Harry Potter and the Goblet of Fire di J. K. Rowling
  3. Harry Potter and the Order of the Phoenix di J. K. Rowling
  4. Harry Potter and the Half-Blood Prince di J. K. Rowling
  5. Harry Potter and the Deathly Hallows di J. K. Rowling
  6. L’Ora dei Dannati: La Guerra di Luca Tarenzi
  7. Kronaka : viaggio nel cuore oscuro del nord di Stefano Nazzi
  8. Clover – Il custode delle storie incompiute di Camilla Cosmelli
  9. Il bacio della buonanotte di Francesco Dimitri
  10. La canzone di Achille di Madeline Miller
  11. A knight of the Seven Kingdoms di George R. R. Martin
  12. The tales of Beedle The Bard di J. K. Rowling
  13. La Tigre nel pozzo di Philip Pullman
  14. Blackwater – La piena di Michael McDowell
  15. Kitchen di Banana Yoshimoto
  16. Le follie di Caligola di Roberto Riccioli
  17. Atlantide e i mondi perduti di Clark Ashton Smith

I libri più belli che ho letto nel 2022

Ed ecco che scrivo il solito ultimo post di fine anno sulle letture più belle di questo 2022. Questo 2022 è stato difficile quanto il 2020 e il 2022, ci sono state difficoltà e purtroppo ho letto meno. Ho letto molti meno libri e fumetti, da quando è iniziata la pandemia sono molto più distratto e non riesco a leggere tanti libri e fumetti come un tempo. Ecco quindi la lista, in ordine sparso, dei libri che ho preferito quest’anno. Come al solito ripeterò spesso parole come “bellissimo”, “interessante”, perché non sono bravo a scrivere recensioni e ad esprimere le mie opinioni.



1) A colpi di Cannonau e Un Bagno di Sangria di Titania Blesh

I due libri di Titania Blesh con protagoniste Fiammetta, Diamante e le altre donne delle ciurma, ambientato nel 1600 in Sardegna e nel Mediterraneo mi sono piaciuti davvero tantissimo. Bella la storia, i personaggi, l’ambientazione e i colpi di scena. Divertente e anche struggente. Non vedo l’ora di scoprire come finisce la storia!

2) Romanzo di un naufragio. Costa Concordia: una storia vera di Pablo Trincia

Dopo aver apprezzato molto l’ottimo podcast di Pablo Trincia sulla vicenda, ho dovuto comprare il libro che racconta la storia del terribile naufragio della Costa Concordia. Davvero un ottimo libro, scritto benissimo.

3) California. La fine del sogno di Francesco Costa

Altro libro molto interessante che mi ha preso moltissimo e ho finito di leggere in pochi giorni. Francesco Costa è un giornalista de il Post e seguo, ogni mattina, dal lunedì al venerdì, il suo podcast Morning con le notizie del giorno. Il suo libro parla della California e della crisi che sta attraversando.

4) L’ascesa del drago. Una storia illustrata della dinastia Targaryen. e Fire and Blood: A History of the Targaryen Kings from Aegon the Conqueror to Aegon III di George R.R. Martin, Elio M. jr Garcìa, Linda Antonsson

Ho messo insieme questi due libri perché, anche se in maniera leggermente diversa, raccontano in fondo la stessa storia. Sono la cronistoria della dinastia Targaryen da Aegon il Conquistatore all’inizio del regno di Aegon III. Immancabili per un fan sfegatato come me di Game of Thrones e immancabili in vista di House of The Dragon (o dopo averla vista). Le illustrazioni in entrambi i libri, poi, sono stupende.

5) Zona pericolosa di Lee Child

Il primo romanzo della saga di Jack Reacher che ho letto dopo aver visto l’ottima serie tv. Anche il libro merita e l’ho apprezzato parecchio anche se la serie tv è leggermente meglio.

6) Bloody Rose di Nicholas Eames

Il secondo romanzo fantasy della serie The Band di Nicholas Eames è bello quanto il primo. Divertente ma anche questo struggente e profondo quando deve. Bello come il primo libro, anche di questo spero di leggere presto il terzo libro per vedere come continua la storia.

7) The Notorious Scarlett and Browne di Jonathan Stroud

Anche questo è il secondo romanzo di una serie di libri, quella di The Outlaws Scarlett and Browne, scritta dal bravissimo Jonathan Stroud. Che dire, è una serie che mi sta piacendo molto, ambientata in una Inghilterra distopica e post apocalittica. Un bel secondo libro e aspetto, anche qui, che la saga prosegua.

8) Circe di Madeline Miller

Questo è davvero un romanzo fantastico! L’ho adorato e l’ho letto in davvero poco tempo. Una bellissima rilettura dei miti greci con Circe come protagonista. Cosa si può volere di più dalla vita?

9) L’ultimo giorno di Roma e L’inferno su Roma. Il grande incendio che distrusse la città di Nerone di Alberto Angela

Due bellissimi libri che raccontano cosa, probabilmente, è accaduto prima e durante il grande incendio che distrusse Roma durante il regno di Nerone. Belli, interessanti, approfonditi ma mai troppo difficili da capire. Non vedo l’ora di poter leggere il terzo e ultimo di questa trilogia.

In evidenza

Il racconto di Natale 2022: La Casa Stregata di Mad Dog

BenvenutƏ a tuttƏ carissimƏ, come ogni anno è tempo per un racconto di Natale ma c’è una differenza rispetto agli anni passati. Il narratore non sarà Mad Dog, con la crisi economica che c’è il suo costo era eccessivo. Non vi preoccupate, ritroverete il demone cornuto durante il racconto, ha un ruolo di primo piano! Ci troviamo nel capoluogo della Lombardia, Milano, l’inverno era veramente arrivato e un vento freddo spirava per la città. E’ il pomeriggio inoltrato di giovedì 22 dicembre, ormai mancano pochissimi giorni alla più grande festa dell’anno, mentre fuori le persone normali andavano a fare gli ultimi regali, una nostra conoscenza sta provando ad uscire dalla sua camicia di forza dell’Inter. Gli inconfondibili occhiali ci fanno riconoscere il mitico Borgo, che ormai è una presenza fissa di questi racconti. Il giovane interista sta provando a saggiare, anche se ristretto dalla camicia di forza, le pareti, imbottite, della sua cella quando davanti a lui comparve, in tutto il suo fulgore, il demone cornuto Mad Dog!

“Borgo, finalmente sono tornato per portarti… Per tuttƏ i demonƏ degli Inferi! Cosa ti è successo?” chiese il diavolo che si era anche rifatto un po’ look per assomigliare al Diavolo della Fossa della quinta versione di Dungeons & Dragons.

“Mad Dog, sei tornato! Pensano che io sia pazzo perché parlo da solo e dico che a Natale, ogni anno, mi rapisci e mi fai cose innominabili! AHAHAHAHAHAHAHAH” lo sguardo di Borgo era quello di una persona completamente folle… più o meno come quelli che fa Nicholas Cage!

“Non saresti stato comunque il protagonista per quest’anno, ho già scelto chi rapire. Visitarti all’inizio del racconto ormai è una prassi. Facciamo che per quest’anno va bene così, ma almeno ti trattano bene?” chiese il demone cornuto.

“Ho cibo e riscaldamenti gratis. Cosa voglio di più dalla vita? AHAHAHAHAHAH” la risata di Borgo era molto più folle di quella del Joker!

“Ah. Ok. All’anno prossimo!” e così detto Mad Dog scomparve in un sbuffo di vapore sulfureo.

“E quest’anno l’ho scampata!” disse Borgo che aveva finto di essere pazzo.

La porta della stanza si aprì, Borgo in realtà si trovava in una escape room difficilissima, e anche se aveva perso, era contento perché aveva evitato di essere rapito da Mad Dog, almeno per un anno!


Ci troviamo in una stanza ordinata piena di librerie, libri e manuali tutti con la loro plastica protettiva e le loro etichette dai colori diversi, gadget, led, dadi, lo stendardo nero e rosso dei Targaryen e tanti ma tanti draghi. In una delle librerie c’è un piccolo albero di Natale con strane palline raffiguranti uova di drago, mimic, testa di orsogufi, beholder, d20 e il medaglione di Pomi D’Ottone e Manici di Scopa. Il conto alla rovescia era finito da poco. La diretta era appena iniziata, stasera per la community di Roccia del Drago era la serata di pittura delle miniature, quando Mad Dog comparve dal nulla nella stanza di Laura meglio nota come la Madre dei Draghi. Il demone cornuto era così alto che doveva chinare un po’ la testa, infatti con le corna toccava il soffitto, si era incastrato tra la scrivania e le librerie, dietro alla giovane streamer che guardava esterrefatta questo essere che le era apparso, nudo, improvvisamente davanti. Laura aveva lunghi e folti capelli corvini e degli espressivi occhi verdi scuro, che ripresi dalla webcam sembravano marroni, e dei tatuaggi che erano così belli da sembrare quasi vivi anche se adesso erano coperti da una felpa grigia di Dragonball. La chat, intanto, era impazzita, i moderatori che cercavano di contattare la Madre e gli utenti che erano usciti fuori di testa, anche se in realtà dalla webcam non si vedeva tutto il demone ma solo una sua zampa e una parte del suo addome. Un commento spiccava tra gli altri, nella chat, c’era solo scritto “Cosa ci fa lì Mad Dog?!”. Chissà chi l’aveva scritto, è un mistero! C’era pure un altro commento con scritto solo “Ho fame”, ma quella era Polliciotta e non era una novità che avesse fame!

“Sono Mad Dog il demone cornuto, forse mi conoscerete perché una volta ho mangiato tutti i personaggi dei libri fantasy italiani e per quella volta che ho zombizzato Babbo Natale! Madre dei Draghi sono qui per portarti ad avventura che non potrai mai dimen…” il diavolo non riuscì a finire la frase che Laura era passata all’azione. Non temeva solo per la sua incolumità ma aveva anche paura che il suo canale di Twitch venisse bannato a vita, dato che era apparso un demone nudo con varie appendici ben visibili. La content creator allora aveva preso Sweggon, il suo uovo di drago, e l’aveva lanciato verso le parti basse del diavolo. Quel che successe dopo fu drammatico. Mad Dog preso di sorpresa, colpito nel suo punto più vulnerabile cascò sulla scrivania di Laura distruggendo tutto quello che incontrava, webcam, pc, libri, Sweggon e con la coda tranciò anche lo stendardo dei Targaryen e della casata degli Slytherin… Questo era troppo per la Madre dei Draghi che svenne.


Laura si risvegliò in un posto che non conosceva, era notte e si trovava su di una collina circondata da un fitto e oscuro bosco. Davanti a lei c’era quella che sembrava essere una vera e proprio casa stregata con finestre sinistre, doccioni inquietanti e una torretta malandata. Assomigliava un po’ alla casa della Famiglia Addams. I colori predominanti della facciata erano grigio e un verde smorto. Intorno all’edificio c’erano delle lapidi storte e sporche, a causa delle intemperie non si leggevano più i nomi dei defunti. Faceva molto freddo e Laura, oltre ai suoi vestiti, aveva solo la sciarpa che portava al collo quando era arrivato quel mostro a rapirla. Non sapendo cosa fare si avvicinò al portone della casa che si aprì da solo scricchiolando. Dietro alla porta c’era Mad Dog si era vestito da perfetto maggiordomo, anche se il vestito gli andava un po’ stretto.

“Madre dei Draghi, benvenuta in questa casa stregata! Entra pure, non rimanere al freddo che ti becchi un raffreddore mortale! Ti spiego le regole per sopravvivere all’esperienza di questa notte. Dentro questa casa stregata troverai molti amici e molte amiche di quello che si crede il mio creatore, Francesco Roghi. E anche alcuni e alcune dei tuoi draghetti e draghette. Ci sono anche persone che il mio… creatore non conosce ma che sono tuoi amici! Allo scoccare delle sei del mattino se non avrai indovinato chi mi ha aiutato a rapire te e tutte le altre persone qui presenti e dove ci troviamo veramente… rimarrete per sempre qui! Se non accetti di partecipare sarà lo stesso! MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!

La ragazza entrò nella casa e lanciò uno sguardo di ghiaccio verso il demone cornuto. Se gli occhi di Laura avessero potuto lanciare l’incantesimo fulmine, direttamente da D&D, Mad Dog sarebbe stato incenerito all’instante. L’atrio della casa era spazioso anche se oscuro, c’erano delle lampade a gas ma la loro luce non era così forte e delle strane ombre si allungavano sulle pareti tappezzate con motivi che sembrano usciti dall’hotel di Shining. La polvere regnava sovrana su tutti i moltissimi mobili, quadri, ninnoli che occupavano questo spazio. Laura si mise una mascherina, non si sa mai, con tutta quella polvere le poteva venire una irritazione alla gola. Vicino a delle scale a chiocciola che conducevano al piano di sopra c’era anche una pendola sinistra, con il vetro spaccato, che produceva un gong molto tenebroso. Varie stanze diverse, buie, davano su questo atrio, il demone cornuto prese per un braccio la streamer e la portò verso la prima stanza.

“Un piccolo avviso ai lettori, anche se probabilmente nessuno leggerà mai questo pessimo racconto, ci sarà qualche differenza rispetto all’anteprima che forse avete già letto. Questa casa cambia con il tempo e non è detto che ciò che è stato scritto in quel racconto… sia vero per questo!”

“Francesco ha fatto un errore di continuity vero?” chiese Laura che ormai stava capendo un po’ tutta la situazione. Si ricordava di aver letto qualche settimana prima un racconto molto strampalato del suo draghetto.

“Ehm si ma lasciamo che siano i lettori a trovarlo! Dato che probabilmente chi leggerà questo racconto… rimarrà chiuso qui per sempre, nessuno lo troverà! MUAHAHAHAHAHAHAHAHAH! Poi è noto che nessuno legge veramente questi deliri! Ma guarda dove ti ho portato… la sala dei giochi!”

Laura e Mad Dog infatti si trovavano in una sala con tavoli da biliardo, da poker, roulette e librerie piene di manuali di giochi di ruolo e di set di dadi. Qui c’erano varie persone che la Madre dei Draghi riconobbe perfettamente, alcuni suoi amici e amiche dungeon master. Nella stanza era palpabile la disperazione. Il primo che andò da Laura era il suo caro amico Andrea Master of Masters.

“Laura è terribile! Ci siamo scordati tutti scordati tutte le regole di tutti i gdr a cui abbiamo giocato!”

“E i manuali che si trovano qui sono tutti scritti in una lingua incomprensibile!” esclamò sconsolata Laura del Salotto di Giano accorrendo pure lei.

“Non è solo quello” disse Humberdale dei D20 Nation “quando tiriamo i dadi facciamo sempre e solo 1! Dovrò cambiare il nostro nome di D1 Nation! Ma poi perché ci sono solo io qui dei D20 Nation?”

“Ho saputo che ti piace molto il Natale. Quale cosa migliore che essere rapito da un demone cornuto e diventare uno dei personaggi in uno strampalato racconto ambientato a Natale?” rispose sarcastico il demone cornuto.

“Che culo!” rispose sconsolato Humberdale.Un uomo accorse veloce da una delle altre stanze, aveva capelli corti, una barba mediamente lunga, degli occhiali e un aspetto tipicamente genovese.

“Non lo conosci Laura, ma questo è Luca Volpino un amico di Francesco, lui è un vero volpone! MUAHAHAHAHAHAHAAHAHAH che bella battuta! Anche lui è un giocatore di ruolo da moltissimi anni e pure forse qualcosa in più. Ma i dettagli delle vite dei mortali mi sfuggono spesso. L’importante è che sia rinchiuso qui senza possibilità di uscire!” esclamò il demone che sembrava godere veramente dalla disperazione che aleggiava nella stanza.

“Mad Dog sei un bastardo! Non solo non riesco più a giocare di ruolo ma quando ho provato a fare la pasta con il pesto in cucina, per uno spuntino di mezzanotte, è venuta con la panna e con pezzi di ananas!” detto questo Luca si accasciò mortificato su uno dei divani.

Laura vide altri suoi amici cioè Zoltar e Stef Kiryan, erano seduti attorno ad un piccolo tavolino. Avevano provato a giocare almeno a poker ma tutte le carte nei mazzi erano due di picche. I tavoli da biliardo non avevano le stecche mentre le roulette giravano a vuoto, all’infinito.

“Laura non ci sto capendo niente, dovevamo fare la live insieme e poi mi sono ritrovato qui e ho questa parola in mente, Ravenloft, però non ricordo cosa significhi!” disse Stef Kiryan.

Zoltar guardò Laura con affetto e disse soltanto sorridendo:

“Questo posto è davvero orrendo, la casa nella casa era più accogliente, meglio i non morti e bambini fantasma di questo demone. Però Laura sono sicuro che ci salverai tutti!”

“Andiamo alla libreria, ti piacerà!” esclamò Mad Dog e prese Laura per un braccio senza possibilità di rivolgere una parola ai suoi amici. Al demone non erano piaciute quelle parole del famoso Zoltar, non voleva che la Madre dei Draghi vincesse, infatti stava iniziando a piacergli il sapore della disperazione, lo stava facendo diventare molto più forte.

La stanza in cui erano rapidamente arrivati piaceva veramente alla ragazza, era piena di librerie che arrivavano fino al soffitto zeppe di libri e c’erano pure quelle scale che si ancorano alle librerie, un po’ come quelle dei cimiteri.

“Questa stanza è bellissima!” disse Laura che però non aveva dimenticato quello che aveva visto e sentito nella sala dei giochi.

Al centro della stanza c’era un grande tavolo di legno scuro, ricoperto di fogli di carta, taccuini, libri, appunti, computer portatili aperti, tablet. E intorno al tavolo c’erano varie persone.

“Ecco quel ragazzo che vedi è Masa della Acheron Books. Lui e quelli e quelle della Acheron e le tre ragazze della Gainsworth stanno lavorando a revisionare il racconto. Questa è la loro maledizione! MUAHAHAHAHAHAHAH!”

“E’ davvero terribile! Stiamo correggendo da ore e troviamo sempre refusi ed errori!” disse Masa quasi piangendo.

“Comunque Masa il tuo libro, I Trionfi del Vuoto – La Nuova Alba era davvero buono!”

Gli occhi Mad Dog luccicarono in maniera sinistra quando disse questa frase.

“Buono? Non avrai… un autore sa riconoscere certe cose! Hai mangiato i Trionfi del Vuoto!” esclamò Masa inorridito puntando un dito accusatore contro il demone cornuto.

“Si! Ho mangiato anche tutti i tuoi personaggi, come pensi che possa essere diventato così potente? Era l’unico modo per riuscire… ma sto parlando troppo. Sappi che sono sicuro di essere più forte di Drago Nero o di Lot Destr adesso!” disse tronfio il demone cornuto.

“Drago Nero e Lot Destr chi sono?” chiese invece Laura che stava cercando di raccapezzarsi qualcosa in tutta questa intricata vicenda.

“Drago Nero e Lot Destr noto anche come l’Imperatore Nero sono due dei cattivi dei gdr e dei racconti di Francesco. Tizi molto più malvagi di me, te l’assicuro. Drago Nero soprattutto, è il tipico cattivo che è cattivo perché è cattivo, però in questo periodo l’ho rivalutato, non è stato così malvagio con me. Anche l’altro è sempre meglio non incontrarlo. Loro due non ti aiuterebbero affatto. Potresti provare ad evocare Anubis, lui è uno dei buoni ma prima che riesca a trovare dove siamo, saranno le sei di mattina. Nemmeno la mente di Francesco è intrica come questo posto! MUAHAHAHAHAHAHAHAH! Comunque torniamo a noi!”

“Basta! Io me ne vado! Tutti questi comunque, esclamò e questi punti esclamativi mi stanno facendo impazzire!” disse con il suo accento altolocato Chiara Strazzulla della Gainsworth alzandosi dal tavolo e andando via.

“Questa è una punizione che già ci hai dato Mad Dog nel racconto parodia dell’Inferno di Dante!” esclamò Julia Sienna della Gainsworth che indossava un cosplay di Ash da Evil Dead.

“Ero io il protagonista quella volta! Bel il ringraziamento per averti fatto fare un cameo nell’ultimo libro di Eternal War!” disse il povero Livio Gambarini tremante, seduto su di una sedia, che ricordava bene come era finito quel racconto.

Laura stava riflettendo sulle stranezze, tantissime, di questo posto e la sua mente analitica e logica era arrivata ad una conclusione.

“Questa non è una casa stregata ma più una sorta di Inferno…” disse la famosa content creator.

“Ok! Si, hai ragione! Sono un demone cornuto cosa avrei mai potuto escogitare? Chi è in questa casa deve subire punizione che ho scelto personalmente. Grazie ai miei nuovi poteri ho creato questa dimensione tasca in un altro posto e nessuno potrà trovare dove siamo veramente nascosti! Avresti qualche possibilità in più ma dato non ti piacciono Star Trek e il Doctor Who…. Sei spacciata! MUAHAHAHAHAHAHAHAH! Qui comunque ci sono altre persone conosciamole!”

Al tavolo si trovava una ragazza bionda molto alta, la scrittrice Titania, aveva aperto una bottiglia di cannonu ma sputò quanto aveva bevuto.

“Che schifo! Sa di acqua sporca di detersivo mista a zolfo! Che ho fatto di male per essere qui?”

“A Francesco è piaciuto il tuo primo libro su Fiammetta. E sappi che tutti i liquori qui hanno quel sapore e aspetta di assaggiare il caffè!” esclamò Mad Dog sorridendo sinistramente.

Vicino a loro c’era anche Sonia della Gainsworth che prese la bottiglia di cannonu e bevve un lungo sorso dicendo soltanto:

“Sei uno stronzo Mad Dog!”

“E’ questo e molto di più. Mad Dog una volta eri un trickster ma adesso sei cambiato…”

Chi aveva parlato era un uomo vestito da fauno, barba e capelli lunghi striati di grigio, corna, zampe da caprone e a torso nudo. Assomigliava un po’ a Radagast e insieme a lui c’erano altri scrittori e scrittrici che si trovavano in fondo all’immensa biblioteca quando Laura e Mad Dog erano arrivati nella stanza.

“Laura ti presento Luca Tarenzi, non è un fauno, è solo un cosplay. La sua ultima fatica, la trilogia dal titolo l’Ora dei Dannati l’ho trovata molto succulenta! Ed era pure ambientata in parte a casa mia, negli Inferi! Ho mangiato anche i suoi di personaggi anzi vi rivelo che ho mangiato tutti i personaggi di qualunque libro fantasy o di fantascienza o fantastico italiano prima di rapire la Madre dei Draghi! Mi sono cibato di tutta l’immaginazione degli scrittori e delle scrittrici italiane, ormai non sono più un normale demone cornuto sono molto di più! MUAHAHAHAHAHAHAH!”

“Un tempo ti ho definito una eggregora, adesso sei qualcosa di diverso…” disse Francesco Dimitri, un altro scrittore i cui occhi di solito sprizzavano simpatia ma che adesso erano solamente preoccupati.

“Qualcosa ti ha cambiato Mad Dog, lo vediamo. Perché sei così?”

Ora aveva parlato Aislinn, dai lunghissimi capelli ramati. Il suo sorriso era spesso contagioso ma adesso era serissima.

“Questo dovreste chiederlo a Francesco. E’ tutta colpa sua…” disse il demone cornuto con vero e proprio astio.

“Guarda Madre dei Draghi, c’è una persona che conosci, Licia Troisi! Sai cosa ho progettato per loro e per gli altri scrittori e scrittrice qui presenti che non hanno come punizione di editare questo racconto? Qualcosa di più brutto! Non hanno il blocco della scrittore no… hanno solo idee bellissime e tutte con me come protagonista! Non è stupendo?”

“No, Mad Dog, non è bellissimo! Mi stai facendo immaginare tutti i miei libri con te come protagonista! Non avrei mai voluto vederti con il costume di Nihal, sappilo!” disse Licia che stava schiacciando forsennatamente i tasti di un laptop per scrivere queste terribili idee inculcate da Mad Dog.

Poco più c’era Francesco Falconi prolifico autore di alcuni dei libri più buoni e variegati che il demone cornuto avesse mai mangiato. Si teneva la testa con le mani, stravaccato su di una poltrona.

“Mad Dog sei proprio demone malvagio!” esclamò soltanto lo scrittore con il suo tipico accento toscano.

“Lo so!” rispose il maggiordomo demoniaco sogghignando rapace.

Laura e Mad Dog arrivarono quindi da due ragazze, una era rannicchiata in posizione fetale, l’altra invece non sembrava tanto preoccupata per la situazione e stava disegnando su di un taccuino.

“Ti presento Linda e Daniela. Linda non è una scrittrice ma non sapevo dove metterla. Daniela è una scrittrice, una disegnatrice e scrive e disegna cose zozze. MUAHAHAHAHAHAH!”

“Mad Dog non mi sta facendo immaginare niente di diverso da quello che immagino normalmente…” disse Daniela sorridendo.

“In effetti forse ho sbagliato punizione…”

“A me invece sta facendo immaginare il Doctor Who di Chibnall ma con lui come protagonista. E’ terribile ma non perché il protagonista è Mad Dog ma perché riesco a pensare solo al Doctor Who di Chibnall! Non riesco a togliermelo dal cervello! Ti odio Mad Dog!” esclamò la povera Linda che continuava a rimanere nella stessa posizione.

Un uomo, dai capelli corti e con gli occhiali, si scontrò quindi con il demone cornuto e per poco non cadde per terra ma venne sorretto da Mad Dog che gli diede pure una spolverata per rassettarlo.

“Grazie Mad Dog! Mi hai fatto venire una idea fantastica per un crossover! Don Matteo e Godzilla contro Mad Dog. Sarà un fumetto fantastico, diventerò ricco!” e l’uomo riprese la sua corsa, per prendere carta e penna e scrivere questa idea.

“Chi era quello?” chiese la Madre dei Draghi.

Adriano Barone, scrittore di libri e fumetti. E’ un tipo strano anche per i miei di standard…”

“E’ ora che andiamo in cucina dai tuoi cari draghetti e draghette! Vedrai cosa gli ho riservato!”

“Sei hai fatto del male alla mia guardia reale e ai miei draghetti io…” la voce della Madre dei Draghi, in questo momento, avrebbe anche fatto ghiacciare le fiamme eterne dell’Inferno.

“Tu cosa? Sono un demone immortale e mi sto trasformando in qualcosa più potente, tu e tutti gli altri e le altre qui siete solo miseri e patetici mortali. Non potreste mai fermarmi, neanche volendo!”

Il demone cornuto quindi trascinò via malamente Laura per portarla nella vicina sala da pranzo. Qui si trovavano infatti alcune persone che conosceva molto bene, riuniti ad un grande tavolo c’erano tutti i suoi draghetti e tutte le sue draghette del suo gruppo Telegram, suo “fratello” Giuseppe e anche un ragazzo che non conosceva che sembrava avere più o meno la sua età. Questa persona era poco più alta di lei, aveva occhi azzurri ghiaccio, fronte alta e spaziosa, labbra sottili, un sorriso perfetto ma triste e una corporatura e un fisico da vero guerriero. Indossava una divisa militare bianca, sulle mostrine c’era uno strano simbolo, un triangolo viola aperto, in mano stringeva una daga. Quando la Madre dei Draghi entrò nella stanza venne, letteralmente, assaltata dalla sua community che nella confusione riuscì a staccarla dal demone cornuto e a porsi tra lei e Mad Dog. Inoltre tutti e tutte si erano armati con armi improvvisate, chi un mattarello, chi una padella, e così via.

“Coraggiosi…” fu l’unico commento del maggiordomo demoniaco che stava facendo una pausa snack mangiando un maiale intero ricoperto di salsa all’ananas che aveva trovato in uno dei tavoli della cucina.

“Piacere di conoscerti, ragazza, mi chiamo Atil, ero uno dei protettori della Terra. Parlando con la tua guardia reale ho capito che conoscete Francesco. Io sono il primo protagonista delle storie di Francesco. Non mi ha creato lui, non ha creato nessuno di noi, ha raccontato le nostre storie. Ci sono infinite realtà nell’Omniverso e… Mad Dog ha quasi finito di mangiare. Ci dobbiamo sbrigare. Quando ti do il segnale, scappa, ci pensiamo noi a fermare il demone. Alcune delle porte di questo posto portano in altri luoghi, potresti trovare aiuto. Questa casa non è quel che sembra…” le disse l’uomo parlando sottovoce.

“Atil cosa ci fai qui?” chiese il demone cornuto, appena finito di mangiare, era stupito della presenza del guerriero, lui non l’aveva messo nella casa stregata.

“Non lo so. L’ultima cosa che ricordo è che sono stato ucciso da Drago Nero poi mi sono risvegliato qui. Sentivo che c’era bisogno di me. E tu Mad cosa stai facendo? Mi sto pentendo di averti salvato molti secoli fa…”

“Si. Chissene frega. Madre dei miei stivali! La punizione che ho dato ai tuoi draghetti e alle tue draghette è la seguente! In questo posto il cibo, le bevande, il caffè fanno sempre schifo! Non c’è connessione, i set di dadi sono sbilanciati, mancano pezzi a tutte le Lego, ogni strumento musicale suona male e ogni libro è pieno di errori di traduzione! MUAHAHAHAHAHAHAHAH!”

“Come stai Laura? Ti ha fatto del male?” chiese Queen che stringeva in mano il suo fido mattarello che avrebbe voluto spiaccicare in faccia al demone cornuto.

“No, più o meno, voi?”

“Nemmeno noi, a parte qualche disagio e l’essere stati rapiti. Io ho trovato questa in compenso!” disse Giuseppe sfoggiando una katana, senza filo, che sembrava avere avuto tempi migliori.

“Non c’è niente di buono da bere o da mangiare. Ed io ho fame! Maurito sta cercando di cucinare qualcosa in cucina ma finora…” Polliciotta non finì la sua frase che si senti una chiara esplosione provenire dalle vicine cucine. Maurito arrivò trafelato, vivo anche se completamente annerito dall’esplosione e con i capelli dritti e bruciacchiati.

“Ehm. Penso di aver appena inventato il tacchino esplosivo…” rispose Maurito alla domanda inespressa di tutti i presenti.

“L’unica cosa decente è la birra del barilotto del nano Rugni che abbiamo trovato qui in cucina…” disse Bardonatale tracannando un po’ della rinomata birra nanica e passando poi il barile Berus, un altro dei mod.

“Demone è per colpa tua che adesso mi piacciano i Ventrue?” chiese il moderatore dopo aver bevuto anche lui un po’ della birra di Rugni.

“Certo. Ho distribuito qualche maledizione in più, giusto perché mi piaceva! Come è colpa mia se a Mokay adesso piacciano le battute di Policiotta ma adesso Policiotta non riesce a fare più battute! MUAHAHAHAHAHAHAH!”

“Me la pagherai Mad Dog!” esclamò il mod siciliano per poi scoppiare a ridere ricordando una vecchia battuta di Giusy.

“Non ti verrà risparmiato il banhammer, demone!” disse risoluto Cris.

Dato che il demone cornuto era distratto, essendosi messo a mangiare un altro maiale, Atil scelse quel momento per incitare Laura a scappare e disse:

Zionano attacca ora!” disse il valente guerriero lanciandosi contro Mad Dog. Mentre succedeva tutto questo si iniziò a sentire una canzone da combattimento come in una partita da D&D.

Nello stesso momento Zionano, che aveva preso la botticella del nano Rugni, la lanciò in faccia al demone cornuto. Il barilotto andò in frantumi e il demone si trovò inondato di birra. Nello stesso momento Giuseppe diede un colpo di piatto con la katana al sedere di Mad Dog che veniva attaccato da tutti i draghetti e da tutte le draghette. Queen gli diede un colpo allo stinco con il suo fido mattarello, mentre Cris e Berus armati con dei martelli trovati in cucina colpirono l’altro stinco. Comparve anche un Mik selvatico che lanciò un Rocci vocabolario di italiano-greco trovato in giro in testa al demone, mentre Mokay e Bardonatale ruppero, il primo una sedia, il secondo una chitarra sulla schiena del demone.

“L’ho sempre voluto fare!” disse il bardo euforico.

Polliciotta e Mauro si erano armati di padelle e le usavano senza lesinare colpi. Nella mischia si potevano vedere anche Tiny Seeds, Lord Wolf, Damiano, Jenny, Roby, Lord Drago, Matteo, Marie Roger, Adreamery, Zanfib, Marco che da poco non era più un piccolo angelo e tutte le altre persone che facevano parte di Roccia del Drago. Per ultimo arrivò Sasone Potterone che lanciò due caffettiere giganti sul demone cornuto. Infine Atil cercò di colpire al ventre il demone cornuto con la sua daga ma il suo attacco fallì perché Mad Dog, stufo di quanto stava avvenendo, si liberò facilmente di tutti i suoi aggressori, parò il colpo con un avambraccio e prese la gola l’atlantideo. Il malvagio maggiordomo sollevò da terra il guerriero che scalciava e senza tanto sforzo gli ruppe il collo, poi buttò il corpo sopra il tavolo.

“Vediamo se torni in vita questa volta…”

In tutto questo trambusto però Laura era scomparsa, il demone cornuto non si curò minimamente dei draghetti e delle draghette e andò a cercare la sua preda. Mad Dog riuscì a ritrovare la Madre dei Draghi, come dovreste sapere se avete letto l’anteprima del racconto di Natale di qualche tempo fa. Il demone cornuto stava portando la ragazza in un’altra stanza quando vennero fermati da alcune persone che stavano pulendo il corridoio dove si trovavano.

“Mi ero dimenticato! Non sapevo più cosa inventarmi e quindi ad alcuni amici e ad alcune amiche di Francesco ho dato come maledizione… quella di pulire tutta questa casa stregata! Solo che appena finiscono di pulire, lo sporco ritorno! E’ geniale! Quella che sta pulendo tutto in maniera maniacale, in stile serial killer, usando prodotti brandizzati Esselunga, è Ciane Nemo.”

“Questa macchia è ostinata come il mio ghoul!” disse la ragazza che ostinatamente continuava a strofinare il parquet.

“Ha dato poco iniziato a giocare a Vampire, non farci caso. Ah ecco le migliori! Odry e Pamela due delle più care amiche di Francesco e per questo gli riservo sempre dei ruoli importanti… la servitù! E’ una gag ricorrente, fa schiattare dalle risate! Quando mi ricordo di dare loro un ruolo! Sono in pratica sorelle anche se non di sangue. Non so se capisci la loro lingua, vengono da un posto lontano per te… Roma! MUAHAHAHAHAHAH!”

“Sei proprio uno stronzo Mad Dog!” dissero all’unisono le due ragazze che stavano spolverando dei quadri orrendi con degli spolverini.

“Ti piace proprio sentire la tua voce demone…” fu il commento laconico di Laura

“A Mad Dog piace moltissimo la sua voce. E’ la persona più egocentrica dell’universo, lo conosco bene! Mi ha rapito varie volte in questi anni…”

Quello che aveva parlato era Borgo che evidentemente non si era, in realtà, salvato dal far parte del racconto di Natale di quest’anno. Il ragazzo stava pulendo dell’argenteria piena di ragnatele ma le ragnatele tornavano sempre.

“Alla fine non eri pazzo allora, come Francesco, anche tu mi hai abbandonato…” il demone cornuto sembrava veramente triste.

“Mad Dog anche se a volte sei uno stronzo e mi rapisci, sono sempre tuo amico…” esclamò Borgo.

Laura però era rimasta indietro, interessata di più ad un quadro che rappresentava il Golden Gate crollato sul Caffè delle Mura a Lucca. La firma del pittore, soprattutto, attirò la sua attenzione. Il demone prese di nuovo il braccio la ragazza e riprese a camminare.

“Passiamo avanti che ho visto qualcuno di molto più importante di Borgo! Liz, la prima protagonista di uno dei miei racconti, la prima versione di Alice! Sei bellissima anche da cameriera, cara!”

“Sei pessimo Mad Dog!” esclamò la ragazza senza alzare gli occhi dal punto che stava pulendo.

Finalmente Laura e il demone cornuto si ritrovarono in un altro posto, era una grandissima stanza, da una parte c’era un bancone di un bar con un barista e alcuni avventori mentre tutte le pareti erano piene di gadget, action figure, statue, fumetti, libri e cose da nerd di Sailor Moon, Marvel, Lego, Robottoni, dinosauri e anche console per videogiochi. Appena la Madre dei Draghi entrò in questo locale, venne raggiunta da Lilletta, che abbracciò subito l’amica, e da Kanon.

“La punizione per queste persone è che se si avvicinano alle loro collezioni… verranno distrutte! Inoltre il caffè del bar fa schifo così come i liquori!”

“C’è tutta la mia collezione di cimeli di Sailor Moon!” esclamò Lilletta sconsolata.

“E la mia di Robottoni!” disse Kanon.

Al bancone intanto il disegnatore siciliano Zerov si disperava per questa terribile maledizione e perché, come stava dicendo di continuo:

“Mad Dog io l’ho disegnato varie volte! E questo è il suo ringraziamento?”

“Pensa che a me fa sempre fare una fine bruttissima. Almeno questa volta sono viva… anche se questo vino sa di sturalavandini!” esclamò Simona bevendo direttamente dalla bottiglia.

“Io cosa dovrei dire che vengo sempre rappresentato come un ubriacone? Non è assolutamente vero! Passami un po’ quella grappa che sta vicino a te Simona, proviamola!” Prima di berla però Valberici guardò l’etichetta, c’era scritto “Miracolosa Grappa dell’Ultravita” e un’idea malsana gli venne in mente.

“Sei un pisano Mad Dog! Mi stai facendo servire caffè scadente! Non ti perdonerò mai! Poi se solite battute a Fabrizio, non sono più carine!” urlò il barista, Tanabrus famoso per avere il miglior caffè di tutta Lucca.

Fab quindi si avvicinò al demone e gli puntò il dito indice contro:

“Mad Dog celtico senza glutei non fa più ridere nessuno! Lo trovi solo te divertente! E non c’è niente senza glutine in questo posto!”

“Io lo trovo molto divertente! MUAHAHAHAHAHAHAH!”

“Solo tu trovi divertenti questa bruttissime battute! Quest’anno per fortuna non mi fai mangiare da dei dinosauri. Almeno qualche novità. Sappi che non parlerò mai di te nei podcast!” esclamò Sergio, che si trovava anche lui al bancone del bar a guardare malinconico la sua collezione di dinosauri, irraggiungibile.

“Le mie battute sono sempre bellissime! Ma il tempo è ormai finito, Laura non sei riuscita a…” Mad Dog non finì la sua frase che venne interrotto da Valberici.

“Secondo me, Mad Dog, nemmeno te riesci a bere questa grappa! Fa troppo schifo!”

Il demone punto nell’orgoglio, senza nemmeno rispondere, prese la bottiglia di grappa dalla mano di Valberici, la scolò in un sol sorso e cascò a terra svenuto, di sasso. Il demoniaco maggiordomo si risvegliò un po’ di tempo dopo ed era circondato da tutte le persone che aveva rapito. Intorno al demone cornuto era stato sparso del sale ed erano state dipinte delle linee e dei simboli con il gesso. Laura avanzò risoluta in mezzo alla folla per mettersi davanti al demone cornuto, scortata dalla sua guardia reale e da Atil che era tornato, nuovamente, in vita.

“Nessuno ti ha aiutato, hai fatto tutto da solo. Ti sei sentito abbandonato da Francesco e questa è la tua vendetta. E per dove siamo, siamo nella mente di Francesco. C’erano dei chiari indizi…” disse la Madre dei Draghi risoluta.

“Non so come tu abbia fatto ma ci hai preso alla perfezione! Sono l’unico che può farvi scappare di qui ma vi terrò in questo posto per sempre, non penserete veramente che un po’ di sale e dei simboli disegnati con il gesso mi possano fermare! Sono un demone immortale cosa potete fare per sconfiggermi, annoiarmi a morte? E’ tempo di finirla!” urlò Mad Dog tentando di avventarsi su Laura per colpirla con i suoi artigli affilati. Il demone però non riuscì nemmeno a toccarla che un corvo fatto di inchiostro si originò dalla ragazza e lo ferì al volto, per poi volare di nuovo dalla sua proprietaria.

“Figata!” esclamò la Madre dei Draghi che non sapeva di avere questa abilità.

“Com’è possibile che tu abbia dei poteri qui? Io sono l’unico che ha certe abilità qui e ve lo dimostrerò! Posso lanciare una palla di fuoco e sopravvivere ma voi no! MUAHAHAHAHAHAHAHAH!”

Il demone cornuto però non poté compiere la sua azione che venne fermato da un vortice di sabbia rossa che lo avvolse e lo fece sbattere e bloccare contro uno dei muri della stanza. Il vortice quindi divenne una persona, Anubis, la cui testa di sciacallo faceva impressione a tutti e a tutte. La divinità, dal fisico scolpito, era nuda, a parte un gonnellino azzurro.

“Mad Dog, finiscila.” disse solamente il dio egizio, con la sua voce fredda.

“Per quanto tu sia solo un ricordo dell’Atil che conoscevo, è bello rivederti, amico mio.” continuò Anubis rivolto all’atlantideo.

“Come è possibile che dei miseri e patetici mortali siano riusciti ad evocare una divinità!?”

“Hai riunito qui scrittori, scrittrici, esperti ed esperte di occulto, dungeon masters, giocatori e giocatrici, un atlantideo e pensavi che non trovassimo un modo per fermarti?” esclamò Luca Tarenzi.

“Per essere un diavolo della fossa non sei così intelligente…” disse Humberdale.

“Non posso essere stato battuto da dei miseri e patetici mortali!”

“Mai sottovalutare il potere dello spirito umano Mad Dog. C’è dell’oscurità in te, molta più del normale, devo capire cosa sia ed è tempo che tutto questo finisca.” il dio schioccò le dita e davanti a tutti e tutte loro comparve Francesco, che era molto imbarazzato di essere al centro dell’attenzione.

“Ah eccolo! Il traditore! Vuoi sapere perché ho fatto tutto questo? Perché ho rapito tutte queste persone? Ero importante un tempo, facevo interviste, ero al centro delle giocate di Vampire, di D&D e dei tuoi racconti, le mie fattezze venivano disegnate di continuo e poi è tutto finito! Giusto qualche comparsata ogni tanto! E dopo hai scoperto anche Roccia del Drago! Sono stato dimenticato del tutto! Ho voluto rapire la Madre dei Draghi e tutta la sua community così potevo avere la mia vendetta! Ragazza ti sbagliavi quando hai detto che ho fatto tutto da solo, l’unico che mi è stato a sentire è stato Drago Nero! Mi ha ceduto parte dei suoi poteri, ho solo dovuto mangiare qualche sua scaglia ed ora quando mangio qualcuno che ha poteri magici… posso usarli pure io come Drago Nero. Non sono mai stato così potente!”

Mentre il folle discorso di Mad Dog andava avanti, Anubis e Atil avevano fatto indietreggiare tutti, infatti stava succedendo qualcosa di dannatamente strano al demone. La sua pelle stava diventando nerastra e il suo corpo si stava ingrandendo, liberandosi dalla sabbia che lo intrappolava.

“Ho un brutto presentimento!” disse Giuseppe, il “fratello” di Laura.

“Mad Dog è stato una pedina tutto questo tempo. Francesco è la tua mente, puoi fare tutto quello che desideri. Quando Drago Nero sarà qui dobbiamo fermarlo nel più breve tempo possibile, sennò ci divorerà tutti e farà lo stesso con la tua mente. Poi avrà mano libera per conquistare tutte le realtà.” la voce di Anubis era sempre priva di emozione.

“Sono sicuro che farete tutti e tutte del vostro meglio. Io e Anubis cercheremo di distrarre Drago Nero.” disse sicuro Atil.

Intanto il corpo del demone cornuto si era trasformato, in maniera terrificante, tra ossa che si spezzavano, muscoli che si formavano e articolazioni che schioccavano, in quello di un piccolo drago nero con ali membranose di pipistrello. Malvagi occhi gialli simili quelle di un gatto guardavano con odio chi gli stava davanti. Dalla bocca, ira di zanne aguzze, colava un icore nerastro. Varie corna e spuntoni, di dimensioni diverse, occupavano il retro della testa del drago. Sembrava che il mostro stesse ancora crescendo e presto avrebbe raggiunto la stazza di un drago adulto. Il dio egizio aveva evocato dei vortici di sabbia per cercare di fermare Drago Nero mentre Atil punzecchiava il suo avversario, sul lato sinistro, usando la sua daga. Francesco chiuse gli occhi e quando lì riaprì tutti i suoi amici e le sue amiche indossavano le vesti delle rispettive case di Hogwarts e avevano in mano delle bacchette magiche. Lilletta e Kanon sfoggiavano le vesti dei Ravenclaw, la Madre dei Draghi, Sasone e Francesco avevano invece quelle degli Slytherin.

“Usiamo la killing curse, tutti e tutte insieme, al mio via, 1, 2, 3!” esclamò Francesco che aveva da poco finito di leggere il primo libro di Harry Potter.

AVADA KEDAVRA!” urlarono tutti e tutte e miriadi di raggi verdi partirono dalle loro bacchette e colpirono Drago Nero le cui scaglie ossee iniziarono a sbiadire ma il mostro resisteva non era ancora abbastanza per distruggerlo.

“Pensate davvero di fermarmi usando una misera magia umana?” la voce del più potente cattivo dei racconti e delle giocate di Francesco era profonda e gutturale. A questo punto accanto a Laura comparve un nuovo venuto. Di aspetto assomigliava un po’ ad Atil, sembrava esserne un parente, ma i suoi capelli erano neri come ossidiana così come gli occhi che non avevano pupille. La sua pelle invece era grigio scuro e indossava un completo giacca, cravatta e pantaloni eleganti anch’esso grigio. Sembrava provenire da un mondo in cui non esistevano i colori ma solo una scala di grigi e la sua presenza attutiva i colori di tutto quello che lo circondava. Anche lui aveva una bacchetta in mano.

AVADA KEDAVRA!” urlò l’uomo con una voce carica di una rabbia palpabile. Il suo raggio verde colpì in pieno Drago Nero che urlando di dolore iniziò a disintegrarsi.

“No, no non riuscirete a sfuggirmi; anche dal cuore dell’inferno riuscirò ad annientarvi; e in nome dell’odio io sputo il mio ultimo respiro su di voi!” urlò il mostro prima di essere annientato.

“Lot Destr, grazie.” disse Francesco rivolto al nuovo venuto.

“Lot Destr? Ma non è l’altro cattivo delle tue giocate?” chiese la Madre dei Draghi incuriosita.

“Si, sono io. Non nego che un tempo alcune mie azioni possano essere considerate malvagie. Per come la vedevo io ero dalla parte del bene, del mio bene. Da quando i miei figli, mio fratello e Atil sono morti a causa di Drago Nero, ho deciso di votare la mia esistenza alla distruzione di quell’essere che ho creato io millenni fa. Vi ho aiutato perché abbiamo un nemico comune. Sono stato io a darti l’indizio nel quadro. Non potevo scrivere molto e speravo che la frase: la casa è nella sua mente, fosse abbastanza.”

La voce di Lot Destr era suadente e accattivante, tanto che tutti e tutte non avevano fiatato quando aveva fatto il suo monologo. Atil si avvicinò la cugino e gli rivolse solo un cenno del capo. Sembrava che si stessero parlando ma senza usare la voce.

“Mad Dog ha creato un grande danno a tutto l’Omniverso, dobbiamo ripararlo in qualche modo. ” disse Anubis che non sembrava sorpreso della presenza dell’antico atlantideo e continuò rivolgendosi agli amici ed amiche di Francesco.

“Un po’ di pazienza e vi riporteremo nelle vostre rispettive dimore. Dimenticherete tutto e tornerà tutto alla normalità.”

Lot Destr si diresse quindi verso i resti di Drago Nero e li fece sparire solo indicandole con un dito. Mad Dog era ancora vivo, aveva tentato di nascondersi sotto i resti del drago ma adesso era stato scoperto.

“Ehm. E’ troppo tardi per farvi le mie scuse?” chiese il demone cornuto.

Lot Destr per tutta risposta gli ficcò una mano in corpo ed estrasse, tra le proteste di Mad Dog, un pezzo di carne nera e ricca di icore nerastro e scaglie d’osso. La carne si dissolse e dal corpo del demone cornuto si sprigionò un vero e proprio tornado di luce, in cui si vedevano delle anime vorticare, erano le anime di tutti i personaggi che il diavolo aveva mangiato prima dell’inizio del racconto. Infine il tornado di luce scomparve così come si era iniziato.

“L’equilibrio è stato ristabilito. Tutti i danni che ha fatto Mad Dog sono stati ripristinati.” disse il dio egizio.

“Ma chi ripagherà la Madre dei Draghi di tutti i danni che ho fatto in camera sua? Eh Francesco mica ha tutti questi soldi, ha speso già un botto in Lego e in…” prima che il demone cornuto riuscisse a finire la sua frase venne seccato da un Avada Kevadra di Francesco.

“Tanto torna in vita tra poco…”

“Signora Madre dei Draghi, verranno ripristinati anche i danni che Mad Dog ha fatto alla sua abitazione, non si deve preoccupare.” rispose Anubis ad una domanda che stava per fare Laura.

“Resta il fatto che dobbiamo punire Mad Dog per quello che fatto. E’ praticamente immortale, dobbiamo scegliere una punizione apposita. Vorrei sceglierla io ma parafrasando un detto di voi mortali non v’è peggior furor di una content creator a cui hanno distrutto pc, webcam e Sweggon!” disse sorridendo Lot Destr.

“Ci devo pensare, non è semplice…” Laura che si mise a rimuginare quale potesse essere una punizione ideale per il demone che intanto era tornato in vita.

“Ah e se il modem della Madre dei Draghi si è fritto settimana fa, è colpa mia!” fu la prima cosa che disse Mad Dog tornando in vita.

Questa volta l’Avada Kevadra partì da Laura e da tutti i draghetti. Nel frattempo Francesco si era avvicinato ad Anubis e gli stava dicendo qualcosa sottovoce. Il dio non era convinto ma alla fine annuì. Intanto il luogo in cui si trovavano stava subendo una trasformazione, la casa scomparve e si trovarono tutti e tutte fuori da un anonimo parcheggio a due piani. Vicino si vedevano dei binari di una stazione ferroviaria. Sembrava di essere in una normale città di provincia italiana.

“Ehi ma siamo a Monterotondo!” esclamarono insieme Pamela e Odry.

“Laura quel cappello da elfing ti sta davvero male e che battute brutte ti fa fare!” disse invece un redivivo Mad Dog. Vari raggi verdi partirono dalla bacchette e il demone cornuto morì nuovamente. Morì varie volte in quei minuti, sempre perché diceva qualcosa di… poco carino. Tra le varie frasi che il demone disse c’erano: “Sailor Moon fa schifo!”, “Ma Masa e Titania che razza di nomi sono?”, “I Maneskin non sanno cantare!”, “In questo racconto ci sono più errori che nelle traduzioni italiane di GoT!”, “In fondo Ravenloft non è una bella ambientazione!”, “Le Lego sono solo per bambini!”, “Le migliori stagioni del Doctor Who sono quelle di Chibnall”, “Le battute di Bardonatale e di Polliciotta sono orribili!”, “La grappa è un pessimo liquore!”, “I tortellini vanno mangiati solo con la panna!”, “La vera lasagna è quella con la sfoglia gialla e con il ketchup!”, “Quel topo Ernie è davvero succulento!”, “Martin non scriverà mai i due libri che mancano!”. Mentre succedeva tutto questo Lot Destr, Anubis, Francesco e Laura stavano discutendo, sembravano aver preso una decisione e si avvicinarono al demone cornuto. Mad Dog li guardò e gli sguardi della ragazza e dell’atlantideo gli fecero tremare le gambe.

“Questo farà male!” fu tutto quello che riuscì a dire il demone cornuto prima che Lot Destr lo indicasse con un dito. Il corpo del diavolo venne come pixerizzato, ogni pixel si avviluppò su se stesso e Mad Dog scomparve, urlando, in un lampo di luce.

“Quale sarà la sua punizione?” chiese Polliciotta che era molto interessata alle punizioni.

“Oh, vedrai, è una sorpresa.” rispose Lot Destr maliziosamente.

“Esimi ospiti, l’unica cosa giusta da fare per ricompensarvi delle sue vostre tribolazioni è offrivi un lauto pranzo a Castel Oricalco. Prenderemo un treno molto speciale che ci porterà fuori dalla mente di Francesco e sul Pianeta Oricalco. E’ il luogo dove svolgiamo il nostro lavoro di guardiani e protettori dell’Omniverso. Francesco ha anche proposto di organizzare una crociera con la nostra nave ammiraglia, la Oricalco, dopo le vacanze di Natale. E’ contro le regole permettere ai mortali di accedere al pianeta Oricalco ma per questa volta faremo una eccezione. Se volete seguirmi, da questa parte.”

Il dio egizio portò tutti e tutte attraverso un sottopassaggio e poi su di una banchina di un normale binario ferroviario di una stazione italiana. C’era un treno magnifico che li aspettava, le sue pareti erano completamente trasparenti e all’interno si potevano file di comode poltrone bianche più simili a quelle di un salotto nobiliare che a quelle di un treno. Tutte le persone che erano state rapite da Mad Dog iniziarono a salire sul treno e trovarono ad accoglierli cibo e bevande calde per ristorarli.

“Questo è un addio. Sono soltanto un ricordo di Atil, non sono veramente vivo, devo rimane qui. E’ stato un onore combattere per te Madre dei Draghi e combattere con la tua guardia reale e con i tuoi draghetti. Spero di essermi guadagnato il titolo di draghetto onorario.” disse l’atlantideo con un sorriso mesto.

La commozione era palpabile tra tutti i draghetti, Laura stava per rispondere quando si fece avanti Lot Destr.

“Sei sempre stato così drammatico cugino.” e così facendo appoggiò la mano destra che sul petto di Atil. Una strana vibrazione sembrò partire da Lot Destr ed avvolgere l’altro atlantideo.

“Ecco, ti ho donato parte della mia essenza vitale. Ne ho in abbondanza. Non c’è bisogno che mi ringrazi.” e Lot Destr entrò sul treno senza dire altro. Atil era così stupefatto da quanto era avvenuto che era rimasto senza parole.

Atil, Laura, Francesco e tutti i draghetti e le draghette salirono, felici, sul lungo treno che partì immediatamente in volo. Il mezzo prese velocità e attraversò un portale, viola con i bordi arancioni, che si era aperto in cielo. Dentro i vagoni, in sottofondo si poteva sentire l’inizio del Bolero di Maurice Ravel. Alla Madre dei Draghi, Francesco e a chi era astemio venne offerta dell’ottima cochina bella fresca, agli altri e alle altre venne offerto dello spumante. Da mangiare c’erano salatini, rustici, pizzette con alternative vegane, vegetariane e pure, per la gioia di Fab, per celiaci. Dopo aver attraversato il portale, il treno stava sorvolando una immensa città futuristica, grattacieli ricoperti di alberi si protraevano verso un cielo limpido e azzurro. Stavano attraversando un grande viale alberato, ai lati del quale c’erano statue policrome, alte almeno cinquanta metri. Raffiguravano tutti i Borgo che c’erano stati nei vari racconti di Natale, dal Borgo Pirata al Borgo Bian Coniglio. Festoni e bandiere giganti con il triangolo viola aperto, chiamato Tetraktys Imperiale, simbolo del Pianeta Oricalco e il Sole Oscuro di Lot Destr, adornavano tutti gli edifici. Una folla festante aveva invaso le strade e i viali della città per festeggiare coloro che avevano salvato l’Omniverso.

“Ma… è bellissimo!” esclamò Borgo al culmine dell’emozione.

“Anubis ha una… fissa per le statue.” spiegò molto imbarazzato Francesco.

“Ho fatto costruire statue di tutti e tutte voi, come è giusto che sia. Questa è la Via dei Borgo Riuniti, presto arriveremo alla Via di Roccia del Drago.” disse il dio egizio che poi si avvicinò alle ragazze della Gainsworth. Nelle sue fredde mani aveva tre libri che loro conoscevano bene era i due libri usciti della saga di Death is not the worst di Julia Sienna e Equinox di Chiara Strazzulla.

“Vi pregherei di firmarmi i vostri libri. Li ho apprezzati moltissimo!”

“Hai letto i nostri libri?” chiese stupita Julia mentre Sonia cercava di rianimare Chiara che era svenuta.

“Sono immortale, non dormo, ho molto tempo a mia disposizione.” disse Anubis.

“Dobbiamo fare un brindisi! Abbiamo battuto un drago nero!” esclamò invece felice Zoltar.

“Un altro brindisi perché abbiamo anche battuto un diavolo della fossa!” replicò Andrea, Master of Masters.

Francesco intanto si era avvicinato a Luca Tarenzi e ad Aislinn.

“Aislinn, grazie per avermi consigliato i bellissimi libri di Nicholas Eames. E’ da Bloody Rose che ho preso l’idea di fare in modo che i tatuaggi di Laura si animassero in caso di estremo pericolo. Ci ha fatto guadagnare tempo prezioso.”

“Prego, Fra. Ma sai se ci sono altre divinità qui?” chiese la scrittrice curiosa.

“A palazzo c’è Ecate. Ci dovrebbero essere anche Castore e Polluce. Sicuramente c’è Giano, se la signorina Laura dell’Accademia di Giano lo vuole incontrare…” rispose il dio egizio.

Laura di Giano, che in quel momento stava mangiando un rustico, per poco non si strozzò e riuscì a bofonchiare un “ok”.

“Vampiri ne avete?” chiese estremamente interessato Stef.

“Certo, non discriminiamo nessuno. Abbiamo anche zombie e altri non morti che lavorano per noi. A Castel Oricalco ci sono due cainiti Matt Stakes, un Lasombra, e il Conte Von Orlok, che è un Nosferatu. Provengono dal Mondo di Tenebra, ma ci sono anche vampiri che vengono da altre realtà. Possiamo organizzare un incontro se vuole…” rispose il dio egizio.

“Comunque io seguo tutti i vostri canali di Youtube e Twitch. Sarò anche un Dark Lord alla Sauron, come mi descrivono ma apprezzo contenuti interessanti come quelli che fate voi. Mi è piaciuto soprattutto il video in cui la Madre dei Draghi e Stef Kiryan parlano degli allineamenti di Game of Thrones. Secondo voi qual è il mio allineamento?” chiese interessato Lot Destr.

Per fortuna di tutti e di tutte fu quello il momento in cui Polliciotta esclamò:

“Ma sono statue nostre!”

Infatti il treno stava passando in mezzo ad un altro grande viale, questo aveva sempre delle statue policrome giganti che però raffiguravano tutti i draghetti e tutte le draghette. C’era Maurito con un pentolone di sugo e un mestolo in mano, Polliciotta in posa mentre mangiava un pezzo di pizza, Mik con in mano tantissimi manuali e libri poi c’erano le statue delle Guardia Reale che avevano tutte una corona di alloro dorato in testa. Bardonatale con un’arpa, Queen con il fido mattarello, Mokay con i suoi gatti e il manuale dell’Unico Anello, Cris con un martello da guerra e Berus con il classico manuale verde di Vampire The Masquerade. Quindi arrivarono in una piazza che poteva contenere una piccola cittadina mentre il Bolero arrivava al suo momento clou. Non era semplice lasciare Laura senza parole ma lo spettacolo che stava vedendo era qualcosa che non avrebbe mai immaginato. Intorno alla piazza c’erano molte statue che rappresentavano tutti i vari personaggi che la Madre dei Draghi aveva interpretato durante le sue numerose sessioni di gioco di ruolo, da Tama a Jean Claude con Bombo, da Mama a Vissen, da Stelium a Sallivan fino a Abigail Van Larsen, il suo nuovo personaggio, con una balestra nelle mani puntata davanti ad un ipotetico pericolo. Tutte queste statue erano uguali alle miniature che aveva creato con Heroforge. In mezzo alla piazza, invece, c’era un’altra statua, più grande delle altre, che rappresentava Laura, la Madre dei Draghi, assisa sul Trono di Spade, in mano Sorella Oscura, in testa una corona nera, sulle spalle ai lati, delle versioni piccole di Smaug e Drogon e in grembo Spyro. La statua aveva lo stesso cosplay di Visenya Targaryen che Laura aveva portato a Lucca anni prima ed era, in toto, la riproposizione in forma fisica del logo del canale Twitch della Madre dei Draghi. Nella piazza poi c’erano numerose e grandi bandiere di due tipi, quelle dei Targaryen, con il classico lo sfondo nero e il drago rosso, e quelle verdi e argento della casa Slytherin.

“Questa è la piazza Madre Dei Draghi, il viale prima si chiama Roccia del Drago. Ci piace fare le cose in grande qui. Siamo quasi arrivati a destinazione.” disse Anubis

Il treno si stava avvicinando ad un castello enorme, arroccato su di una collina scoscesa, circondato da un parco, ricco di torri, torrette, masti. Il tetto era blu, la pietra delle mura era bianca mentre la facciata, verso cui si stavano muovendo, era di colore rosso. Era una versione più grande, ricca ed adorna del castello di Neuschwanstein. Proprio quando il Bolero stava finendo si ritrovarono tutti e tutte teletrasportati nel cortile del castello. Laura e Licia come tutti e tutte rimasero a bocca aperta perché sopra di loro stavano volteggiando dei draghi di vari colori. Veri draghi a quattro zampe, non quelle finte viverne di Game of Thrones.

“Benvenuti a Castel Oricalco. Se volete seguirmi, andiamo alla sala del trono.” e il dio egizio portò i suoi ospiti per sale e corridoi affrescati e impreziositi da opere d’arte famose che, in teoria, si trovavano sulla Terra. Quindi arrivano in un grande salone immenso, pieno di arazzi che raffiguravano i simboli del Pianeta Oricalco, di Lot Destr, dei Targaryen, degli Slytherin e il logo del canale Twitch della Madre dei Draghi. Un tavolo a forma di “u” occupava la sala e in una porzione sopraelevata della stessa c’era un trono interamente fatto d’oro, con una fenice scolpita che sembrava iniziare a prendere il volo dalla parte più alta dello schienale. Vicino al trono c’era una teca, aperta, in posizione verticale, con dentro una spada. L’arma era molto semplice, con una guardia a croce disadorna.

“Il trono della fenice. Sono secoli che non lo vedevo.” disse Lot Destr che non aveva parlato da un po’ di tempo. Tutto quello che vedeva gli ricordava il fratello defunto.

“Di cui sei il legittimo erede.” gli replicò Anubis.

“Anubis, sai bene quanto me che non sono la persona adatta per sedersi su quel trono. Non sono infallibile e giusto come era mio fratello. Sono più simile ai mortali di quanto voglia ammettere e Atil è come me in questo. Forse è giusto che il trono rimanga vacante, come monito di cosa abbiamo perso. E mortali, vi voglio dire una cosa che ho imparato a caro prezzo, ognuno è artefice del proprio destino. Divinità, semidei, demoni cornuti ed anche voi mortali. Ora vi saluto. Vado a vedere la tomba di mio fratello e dei miei figli. Tornerò quando sarà il momento di aiutarvi contro Drago Nero.” Detto questo Lot Destr scomparve in un vortice di luce, aria e fulmini neri.

“Quella spada è interessante, posso vederla da vicino?” chiese Livio che era un esperto di armi e armamenti della Basso Medioevo lombardo.

“Se la spada vorrà. Non è semplice spiegare cos’è quell’arma anche per me che sono una divinità. Ha avuto vari nomi e forme nel corso dei millenni ed è dotata di vita e volontà proprie, rappresenta l’essenza stessa dell’Omniverso. Sento che la spada ci verrà in aiuto, nel momento più critico, quando l’oscurità incomberà. Ma ora diamo inizio al banchetto!” rispose Anubis.

Presto vennero portate decine e decine di portate di cibo succulento e bevande gustose, molte a tema natalizio. C’erano cotechini con le lenticchie, zamponi, stinchi di maiale al forno, polli allo spiedo, patate al forno, sushi, interi pesci cotti sulla brace, polenta, lasagne, tortellini in brodo e poi carbonara, amatriciana, la vera pasta con il pesto genovese e quintali di pizza di ogni tipo. Erano anche iniziate le canzoni di Natale e ci fu grande costernazione perché Anubis non sapeva cosa fosse il Whamageddon. Verso la fine del lauto pranzo, il dio, che non aveva toccato cibo si alzò in piedi per un brindisi.

“Da quel che ho capito di queste usanze natalizie, bisogna cantare tutti insieme una canzone. Non sono in grado di farlo, renderei ogni canzone orribile con la mia voce quindi ho scelto che sia Francesco a cantare per primo, poi lo seguirete tutti e tutte.”

Appena ebbe sentito queste parole, Francesco cercò, invano, di nascondersi sotto il tavolo ma venne riacchiappato dalla Madre dei Draghi e da Lilletta.

“Una volta hai detto che l’unica cosa che avresti mai cantato sono le canzoni di Natale. Questa è l’occasione giusta.” disse Laura con un sorriso divertito.

“Te lo ricordi, eh. Ok, se proprio devo. Questa la dedico alla Madre dei Draghi, a Lilletta, a Kanon a tutti i draghetti e a tutte le draghette e a tutti e tutte voi.” disse Francesco imbarazzato mentre Anubis gli passava un microfono.

Quindi Francesco si mise a cantare When Love is Found/It Feels Like Christmas direttamente dal finale di Muppet Christmas Carol. Pian piano che la canzone andava avanti, tutti e tutte si misero a cantare come se conoscessero perfettamente queste canzoni. Atil guardò divertito il dio egizio e gli disse sottovoce:

“Vecchio mio, tu non lo fai vedere ma ti stai divertendo un mondo!”

“Non posso provare divertimento ma se fossi vivo come voi direi che è bello vederli così felici. E che facce faranno quando verranno Santa Claus, il Krampus e Hogfather portare i regali!”

“Poi gli farai dimenticare tutto vero?” chiese l’atlantideo.

“Dopo la crociera, si, i loro ricordi svaniranno un po’ alla volta. Le foto e le altre testimonianze digitali e analogiche scompariranno pure. E’ la prassi. Al momento giusto ricorderanno. Stanno per arrivare i doni che ho scelto per ognuno di loro, quelli rimarranno invece!”


Era passato qualche giorno dalla loro avventura. Erano stati teletrasportati che era quasi il tramonto e la nave in cui si erano ritrovati tutti e tutte sembrava un vero e proprio galeone dei pirati, il legno scuro ma perfettamente lucido, le rifiniture delle balaustre, delle finestre delle poppa e dei corrimani erano rosse e oro. Il veliero era immenso, gli alberi erano altissimi e le loro vele erano bianche e rosse a strisce e sopra campeggiava un teschio con due spade incrociate. La polena era uno scheletro che reggeva una spada. Il galeone era uguale a quello in versione Lego che Francesco aveva in camera sua.

“Benvenuti a bordo della Oricalco, la nave più grande e lunga al mondo. 380 metri di lunghezza, diciotto ponti, spaziose cabine con l’aria condizionata, una cambusa ben rifornita e wifi gratuito. Atil mi ha detto che gli dispiace ma dato che Anubis viene con noi, rimane lui a difendere il forte per questi giorni…” disse Francesco che era molto contento, era da tanto tempo che voleva fare questo viaggio.

Sul ponte della gigantesca nave erano comparsi Anubis, Francesco, la Madre dei Draghi, Borgo, Lilletta e Kanon, tutti i draghetti e le draghette di Roccia del Drago, tutti gli scrittori e tutte le scrittrici e tutti gli amici e le amiche di Francesco.

“Dove andiamo?” chiese Laura che si era portata un valigia gigante piena di vestiti di ogni tipo. Non le era stato detto dove andavano e voleva essere pronta a tutte le evenienze.

“Lo scoprirete fra poco. Anubis è tutto pronto?”

“Si Francesco. L’equipaggio attende i vostri ordini. Siamo pronti a salpare. Non avete i vestiti giusti però…” e con uno schiocco delle dita della divinità, tutti e tutte, tranne Francesco che non amava travestirsi e aveva chiesto di avere solo un capello a tricorno con il Jolly Roger cucito sopra, si ritrovarono in perfetti e bellissimi costumi da pirati. La casacca della Madre dei Draghi era nera e aveva il drago rosso dei Targaryen riprodotto sia davanti che dietro, quella di Lilletta era simile ma invece dei draghi aveva rappresentati dei gatti.

“I vestiti che avevate sono stati riposti nelle vostre cabine. Adesso se la signora Madre dei Draghi e la signora Lilletta seguono me e Francesco alla ruota del timone sopra il cassero di poppa, possiamo partire. Agli altri nostri ospiti verrà servito da bere e da mangiare qui sul ponte principale.” la voce del dio, come sempre, non tradiva la minima emozione.

Quando i quattro salirono le scale e si trovarono sopra il cassero di poppa, Francesco aprì un pannello sulla parete, posto dietro alla ruota del timone.

“Vieni qui Lilletta, qui ci sono vari pulsanti, c’è scritto cosa fanno e quando Laura darà i comandi, tu premerai il bottone apposito. E’ semplice. C’è anche un display e un interfono collegati alla sala di comando vera e propria e alla sala macchine. Laura tu vai alla ruota del timone, puoi muoverla come ti pare, tanto è finta, davanti al timone c’è il microfono collegato con tutta la nave. La tua è la voce migliore per dare gli ordini sul questo veliero!” disse Francesco che non stava più nella pelle

“Ma come è finta? Una volta che sono su di un galeone pirata e sono vestita da pirata, voglio manovrare una vera ruota del timone di un vascello pirata!”

“Sapevo che l’avresti detto. Madre prometto che, fra poco, capirete tutto. L’aspetto di questa nave può sembrare antico ma è quanto di più tecnologico ci sia sulla faccia della Terra e anche di più. Adesso, ti passerò dei bigliettini, c’è scritto quello che devi dire. Tieni ecco il primo.” Francesco ormai stava quasi saltellando sul posto dall’emozione.

Le vele erano dispiegate al vento, le ancore erano state tirate su, il cibo e le bevande, tutte rigorosamente analcoliche, erano state distribuite. Anubis, infatti, per un viaggio che sarebbe durato qualche giorno, aveva evitato di imbarcare alcol. La delusione per l’assenza di bevande alcoliche era palpabile ma Mauro e Polliciotta salvarono la situazione. Avevano infatti trovato delle casse di liquori pregiati di Mad Dog nascoste, malamente, nella cambusa.

“Quel demone sarà anche uno stronzo ma ha buon gusto per gli alcolici!” esclamò il Bardo bevendo un altro po’ dello Château Picard del 2386 che aveva appena aperto.

“Avviare il campo di forza!” disse un po’ a disagio Laura. Non sembravano le parole giuste da dire su di un galeone pirata.

Al comando della Madre dei Draghi, Lilletta schiacciò il pulsante corrispondente. Il veliero quindi venne avvolto da un campo di energia tremolante.

“Avviare i motori!” la voce di Laura chiara e limpida si poteva udire in qualunque luogo dell’immensa nave. Dall’interno del galeone adesso si poteva udire un sommesso rumoreggiare, i motori si erano avviati e si poteva sentire una leggerissima vibrazione sulla nave.

“Laura mi hanno chiesto qual è la rotta da seguire…” disse Lilletta rivolta alla sua amica

“E’ giusto Fra?” chiese Laura che era davvero sorpresa da quello che c’era scritto nell’ultimo biglietto. Un cenno del capo di Francesco fu l’unica risposta.

“Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino!” esclamò la Madre dei Draghi con voce decisa e precisa.

A quell’ordine di Laura, l’immensa Oricalco, sulle note di Drink Up me Hearties dei Pirati dei Caraibi che era iniziata in sottofondo da circa un minuto, si alzò in volo uscendo dall’acqua del mare. La nave prese velocità, con le vele gonfie per il vento e si diresse spedita verso il cielo, sempre più in alto, oltrepassando le nuvole verso il sole. Lo stupore era grandissimo tra tutti gli ospiti, nessuno aveva immaginato una cosa del genere. Francesco Dimitri scoppiò in una risata, aveva immediatamente capito dove si stavano dirigendo. Laura stava manovrando con perizia la ruota del timone, il suo draghetto l’aveva avvertita che non serviva a nulla ma la ragazza si stava divertendo un mondo e non si era ancora staccata da lì.

“Qual è la nostra meta?” le chiese Lilletta.

“L’Isola che non c’è!” esclamò contenta e sorridente la Madre dei Draghi.

Il disegno di Mad Dog è opera di Zerov. Il disegno di Impero e il disegno con Drago Nero, Lot Destr e Adriana sono opera di Angela Vespa.







Mad Dog si risvegliò, ancora vestito da maggiordomo, in una caverna strana chiusa da una grata, e notò che era tutto di plastica. Non aveva più alcun potere, la sua forza era nulla e non riuscì ad aprire l’inferriata che lo bloccava in questa vera e propria gabbia. La cosa più preoccupante era quello che vedeva all’esterno di questa piccola prigione. Riconosceva, infatti, la scrivania, le librerie, la sedia da gaming, la stufetta nuova, i capelli neri e lunghi della ragazza. Era nella stanza della Madre dei Draghi. Rinchiuso senza possibilità di uscire. Così piccolo da essere scambiato per una miniatura, la sua voce così flebile da non essere udibile. Si buttò a terra, reggendo le sbarre e urlando e implorando di farlo uscire proprio mentre Laura esclamava con voce divertita:

“Draghetti come la va?”




THE END




Mettete il follow al canale Twitch di La Madre Dei Draghi, mi raccomando!

Un’anteprima del Racconto di Natale 2022!

Questa era sicuramente la serata più strana di tutta la sua vita. Prima era stata rapita da questo demoniaco maggiordomo chiamato Mad Dog durante una sua diretta su Twitch ed era stata portata in una casa stregata poi era riuscita a scappare e aveva aperto la prima porta che aveva visto e adesso si trovava a Lucca. Era nella zona del padiglione della Star Comics ma c’era qualcosa di tremendamente sbagliato. Il Golden Gate Bridge di San Francisco stava levitando in aria e c’erano delle persone sopra di esso, dietro al ponte, invece c’era come uno squarcio nel cielo da cui si vedeva la Baia di San Francisco con l’isola di Alcatraz in primo piano. Intorno a Laura c’erano dei soldati con delle divise nere e dei baschi con un simbolo particolare, un triangolo viola aperto. Questi soldati stavano costruendo, rapidamente, delle trincee con dei sacchi di sabbia e stavano portando delle armi e degli armamenti mentre la folla intorno a loro scappava impaurita aiutata dal personale della Protezione Civile e delle Forze dell’Ordine. Nella confusione nessuno sembrava badare alla sua presenza.

“I rinforzi arriveranno tra cinque minuti, dobbiamo resistere a Magneto e alla sua Confraternita fino ad allora. Preparatevi all’impatto!” disse quello che probabilmente era il comandante dei soldati.

“Charles ha voluto sempre costruire ponti!”

Dopo aver detto questa frase il Signore del Magnetismo girò le mani in giù e il grande ponte crollò sul Caffè delle Mura e sui padigioni del Lucca Comics & Games. Le parole di Magneto si persero tra il fragore del metallo divelto del Golden Gate che sbriciolava le strutture sottostanti. Una nube densa di polvere si alzò oscurando la vista che fece tossire la povera Laura che aveva la gola già provata dal brecciolino che si trovava sulle mura. Dove inoltre sapere che Laura, nota sul web come La Madre dei Draghi, era la più grande studiosa italiana delle opere di George R. R. Martin. La scena che si presentava davanti agli occhi della ragazza era al tempo stesso terrificante e assurda. Nelle sue tantissime giocate a Dungeons & Dragons e agli altri gdr aveva assistito ad altri eventi strani e particolari come quando un suo personaggio era stato trasformato in un dirigibile di pietra o quando una apocalisse zombie si era scatenata al Play di Modena ma era giocate, questa era la realtà! Il grande ponte rosso di San Francisco giaceva ora appoggiato sulle mura medievali di Lucca, sopra di esso un gruppo di persone stava parlando.

“Il ragazzo è nell’ala sud est dell’edificio.” disse Callisto la mutante che poteva percepire i poteri degli altri della sua specie.

“Bene allora.”

Magneto fece un rapido cenno con la testa al suo braccio destro, un ragazzo di nome Pyro, che esclamò soltanto “Distruggiamoli!” e un’orda di persone inferocite calò contro i soldati in attesa. I mutanti si lanciavano all’attacco gridando frasi come “Uccidiamo gli umani!” e “Morte ai genezero!” e c’erano di tutti i tipi, teleporta, telecineti, superveloci, superforti, c’era persino uno, con la pelle da rettile, con il potere di attaccarsi ad ogni superficie. Anche il Fenomeno, che era mezzo nudo sfidando il freddo della sera lucchese, stava per avanzare per unirsi allo scontro imminente ma venne fermato da leader della Confraternita dei Mutanti.

“Negli scacchi i pedoni vanno avanti per primi.” disse il Signore del Magnetismo fermando l’altro mutante.

Laura stava pensando che questa serata stava diventando sempre più strana quando il maggiordomo demoniaco che l’aveva rapita, le comparve davanti, dal nulla.

“Se te lo stai chiedendo Madre dei Draghi questa è la scena finale di X-Men: The Last Stand ma ambientata durante il Lucca Comics & Games!” esclamò il demone cornuto con un sorriso sornione mostrando la chiostra dei suoi denti aguzzi. Mad Dog, questo era il nome del mostro, assomigliava ad un diavolo della fossa della quinta edizione di Dungeons & Dragons. Per fortuna di Laura e di tutti noi, questa volta era vestito, con un completo perfetto da maggiordomo che però gli stava davvero male.

“Non è vero. Il completo mi sta benissimo! Risalta le mie forme! Ed è da me che hanno preso l’idea del demone della fossa non viceversa!” urlo il demone contro il cielo.

“Come…cosa… e perché c’è questa musica?” per una volta Laura era quasi senza parole.

“Questa è una bellissima domanda. Francesco Roghi il mio… padrone immagina tante cose, decisamente troppe, quando si trova a Lucca e ascolta quel dannato lettore mp3 che prima o poi lo renderà completamente sordo. La musica che stiamo sentendo è l’inizio di Attack on Alcatraz sempre da X-Men: The Last Stand. Mi piacerebbe rimanere ma fra poco Arclight userà le sue onde d’urto e soprattutto si scatenerà la Fenice Nera. Nemmeno io posso resisterle, anche se mi dispiace che non assistiamo all’arrivo di Castel Oricalco. Nelle storie del mio creatore viaggiamo in un castello volante, uguale a Neuschwanstein. Francesco è proprio un tipo strambo. Comunque l’idea del castello volante è presa, più o meno, da Dune di Frank Herbert, ma io non ti ho detto nulla! Però ora è meglio continuare l’esplorazione della casa stregata!”

Quindi Mad Dog agguantò Laura per le spalle e la spinse via, attraverso la porta che poi richiuse. Ora si trovavano in un corridoio, debolmente illuminato, lunghissimo con una tappezzeria orrida che sembrava presa dall’Overlook Hotel, pieno di porte tutte uguali, esattamente come quella che aveva oltrepassato Laura poco prima.

“Dietro questa porta c’è Lucca invasa da Shao Kahn di Mortal Kombat, quell’altra invece è Lucca invasa da Thanos e con un cameo del Decimo Dottore. Poi c’è Lucca attaccata da Megatron e dai Decepticons. Abbiamo anche una new entry la Lucca in cui arriva Rhaenyra Targaryen e tutti i suoi seguaci, con i loro draghi e con la musica di Ramin Djawadi a palla. Infine c’è la classica Lucca infestata dagli zombie! Se fossi un lucchese inizierei a toccarmi le parti basse, MUAHAHAHAHAHAHAH!”

La risata del maggiordomo demoniaco era bassa e gutturale e decisamente inumana.

“Perché queste porte? Perché hai scelto me? E qual è la porta di Rhaenyra?” chiese la famosa streamer di Twitch nota come La Madre dei Draghi (che se non la seguite su Twitch immediatamente verrete rapiti da Mad Dog e portati nel suo antro. Dove non prende la connessione. E l’unico canale che si riceve è Rete 4! Quindi andate subito a mettere il follow!)

Il demone dalle corna ricurve guardò la bella Laura dai lunghi e folti capelli corvini e dagli espressivi occhi verde scuro e gli venne l’acquolina in bocca per la fame. Era da ben cinque minuti che non mangiava un essere umano però riuscì a trattenersi, il racconto doveva andare avanti! The show must go on! Inoltre il demone aveva qualche pezzo di carne di “politico italiano generico caduto in disgrazia” da qualche parte, avrebbero soddisfatto la sua fame fino alla fine del racconto. Forse…

“Non abbiamo tempo per andare da Rhaenyra e poi non abbiamo il budget per animare tutti quei draghi! Non siamo mica ricchi come il mio carissimo amico Bezos. Per le porte dovremmo chiedere a Francesco, Imp, Impo, Imperatore, ho perso il conto dei suoi soprannomi, solo lui sa perché ha messo queste cazzo di porte in questa casa e in questo racconto. Sembra un episodio a parte slegato da tutto il resto, come se fosse stato scritto prima e appiccicato lì, in maniera posticcia. Forse per qualche occasione particolare. Direi il compleanno di qualcuno. Ma sono solo mie supposizioni. Sul perché immagina tutta questa distruzione, invasioni… sono un demone cornuto non uno psicologo! Non capisco nulla di queste cose! Ormai non so più che se sono un vero demone o se sono un parto della sua mente malata. Per l’altra domanda perché ho scelto te come protagonista… Borgo è impazzito, sono andato da lui troppe volte ed è uscito fuori di testa. Quando l’ho visto all’inizio del racconto, che in realtà ancora deve essere scritto, pensava di parlare veramente con un demone cornuto! Lilletta e Kanon mi hanno fatto scrivere dal loro avvocato e non mi posso avvicinare a meno di 500 metri da loro. Quelli della Acheron Books e della Gainsworth si sono uniti contro di me e mi hanno fatto un esorcismo. Se provo a scegliere qualcuno di loro come protagonista divento vegano! L’ultima volta che mi sono presentato in casa di Luca Tarenzi e di Aislinn mi hanno evirato con le loro spade. Licia Troisi ha una mia bambola voodoo e non ha remore nell’usarla quando mi vede. Ho rapito anche Polliciotta ma non riesco a schiodarla dal buffet demoniaco. Abbiamo le tipiche pietanze di Halloween, dita di streghe, cervelli e occhi umani, ma sono vere, non finte come quelle che usate voi. Lei e Queen Emeraldas, che non so come ha fatto ad arrivare nel mio antro, si stanno scolando tutto quello che ho nelle mia cantina. I migliori vini e liquori che ho rubato nei millenni in tutto il multiverso! Ho preferito evitare di disturbarle… il mattarello fotonico di Queen Emeraldas potrebbe fare male pure a me! Quindi non rimanevi che te Madre dei Draghi. L’unica persona interessante nelle conoscenze di Francesco da essere la protagonista del racconto di Natale 2022: Titolo ancora da definire in questo momento!”

“Che culo!” esclamò allora Laura

“Grazie. Lo dicono sempre tuttƏ! Comunque ce ne vuole per chiamare draghetto il mio padrone, sembra che ne abbia mangiati venti di draghetti lui! MUAHAHAHAHAHAHAHAHAH ma andiamo avanti nell’esplorazione della casa stregata così ti posso anche raccontare di quella volta in cui ho influenzato tutte le scelte degli showrunner di Game of Thrones per la settima e l’ottava stagione! MUAHAHAHAHAHAHAH!”

Questo dovrebbe essere il golden gate bridge che crolla sulle mura di lucca. Immagine creata con https://creator.nightcafe.studio/


To Be Continued

50 libri in un anno – Sfida di lettura 2022

Come ogni anno è giunto il momento di scrivere questo post, che poi aggiornerò di continuo fino alla fine del 2022, per sancire l’inizio della mia personale sfida di lettura. Leggere 50 libri in un anno. Nel 2021 purtroppo non sono riuscito a concludere la sfida. Sono arrivato a soli 34 libri letti, purtroppo la pandemia è stata una bella batosta anche per le letture. Su Goodreads oltre ai libri “normali” la sfida includerà anche fumetti e volumi illustrati, infatti la soglia che ho scelto per quella sfida è di 100 volumi in tutto. Quest’anno inizio con A colpi di Cannonau di Titania Blesh edito dalla Acheron Books!

  1. A colpi di Cannonau di Titania Blesh
  2. Il Guardiano degli innocenti di Andrzej Sapkowski
  3. Romanzo di un naufragio – Costa Concordia: Una storia vera di Pablo Trincia
  4. L’anno che a Roma fu due volte Natale di Roberto Venturini
  5. San Pietro. Segreti e meraviglie in un racconto lungo duemila anni di Alberto Angela
  6. I tuoi peccati ti troveranno di Aislinn
  7. Imperium di Robert Harris
  8. Cospirata di Robert Harris
  9. Dictator di Robert Harris
  10. Exploring the Lusitania di Robert Ballard e Spencer Dunmore
  11. I diari di Hitler di Robert Harris
  12. Recuperate il Titanic! di Clive Cussler
  13. Fire and Blood: A History of the Targaryen Kings from Aegon the Conqueror to Aegon III di George R.R. Martin e Doug Wheatley
  14. Titanic and Other Ships del Commander C.H. Lightoller
  15. Pompei di Robert Harris
  16. Something more that night di Kim Newman
  17. Incredibile Victory – The Battle of the Midway di Walter Lord
  18. La lista dei desideri di Eoin Colfer
  19. Zona pericolosa di Lee Child
  20. Il ritorno di William Shatner
  21. Il seggio vacante di J. K. Rowling
  22. Una modesta proposta e altre satire di Jonathan Swift
  23. Bartleby lo scrivano di Herman Melville
  24. I duellanti Joseph Conrad
  25. Il sogno di un uomo ridicolo – La mite. Due racconti fantastici di Fyodor Dostoevsky
  26. Vita di Mozart di Stendhal
  27. L’amicizia di Cicerone
  28. Arrivederci, bandiera rossa – Poesie degli anni Novanta di Yevgeny Yevtushenko
  29. Il Signore della magia di Raymond E. Feist
  30. The Notorious Scarlett and Browne di Jonathan Stroud
  31. Transatlantic Liners di J Kent Layton
  32. Storia della stregoneria di Giordano Berti
  33. Circe di Madeline Miller
  34. L’ultimo giorno di Roma di Alberto Angela
  35. L’inferno su Roma di Alberto Angela
  36. Bloody Rose di Nicholas Eames
  37. California. La fine del sogno di Francesco Costa
  38. Later di Stephen King
  39. Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia
  40. Un uomo di Oriana Fallaci
  41. L’ascesa del drago. Una storia illustrata della dinastia Targaryen. di George R.R. Martin, Elio M. jr Garcìa, Linda Antonsson
  42. Titanic – Un viaggio che non dimenticherete di Massimo Polidoro
  43. I Trionfi del Vuoto – La Nuova Alba di Masa
  44. Gli incantesimi di Harry Potter – Non ufficiale di Evelyne Cole
  45. Harry Potter and the Philosopher’s Stone di J. K. Rowling
  46. Harry Potter and the Chamber of Secrets di J. K. Rowling
  47. Un bagno di sangria di Titania Blesh
  48. Il rione dei raggiri di Enzo De Simone
  49. Frattaglie di Chiara Strazzulla
  50. Tre racconti di Flaubert

I libri più belli che ho letto nel 2021

Ed ecco che scrivo il solito ultimo post di fine anno ma che quest’anno pubblico nell’anno nuovo. Questo 2021 è stato difficile quanto il 2020, ci sono state difficoltà e purtroppo ho letto meno. Ho letto molti meno libri e fumetti e penso sia dovuto anche alla pandemia. Almeno quest’anno non ci sono stati libri brutti, ho solo letto libri belli o bellissimi! Ecco quindi la lista, in ordine sparso, dei libri che ho preferito quest’anno. Come al solito ripeterò spesso parole come “bellissimo”, “interessante”, perché non sono bravo a scrivere recensioni e ad esprimere le mie opinioni.

La guerra delle salamandre di Karel Čapek

Questo è un libro davvero divertente, è una bella satira del tempo e della nostra società (anche attuale). Non mi aspettavo che mi sarebbe piaciuto così tanto.

Anno Dracula 1999: Daikaiju di Kim Newman

L’ultimo libro della saga di Anno Dracula che adoro e anche questo libro non è stato da meno. Kim Newman riesce sempre a creare un intreccio complesso ed articolato, con tantissimi personaggi. Spero di leggere altri libri ambientati nel mondo di Anno Dracula!

Equinox di Chiara Strazzulla

Probabilmente il libro che ho preferito leggere nel 2021! La storia, i personaggi, l’ambientazione londinese è tutto ottimo. Come libro si merita un 10 e lode!

Making Money di Terry Pratchett

Adoro i libri del Discword e Moist è tra i miei personaggio preferiti! Ho ancora qualche libro di questa “saga” da leggere e cercherò di non finirli tutti subito, me li voglio godere un po’ ancora!

The Outlaws Scarlett and Browne di Jonathan Stroud

Bellissima nuova saga di Stroud, bella ambientazione, mi è piaciuto tutto e spero di leggere presto il seguito!

Fu sera e fu mattina di Ken Follett

Questo è il prequel de “I Pilastri della Terra”, un libro che ho apprezzato moltissimo anni fa. E anche questo prequel mi è piaciuto molto, spero ci facciano una miniserie!

L’ora dei dannati. La montagna di Luca Tarenzi

Secondo libro di questa saga bellissima di Luca. Ho apprezzato molto anche questo secondo libro e non vedo l’ora di leggere la fine di questa trilogia, spero nel 2022.

La sfolgorante luce di due stelle rosse di Davide Morosinotto

Un altro libro che non mi aspettavo mi piacesse così tanto. L’ho divorato e spero di riuscire a recuperare altri libri di questo autore.

Titanic – A Survivor’s Story di Archibald Gracie

Il racconto del naufragio del Titanic fatto da uno dei sopravvissuti, Archibald Gracie, che morì alcuni mesi dopo, anche a causa delle ferite riportate nel naufragio.

Vampiri: dove trovarli di Michele Mingrone, Sara Vettori e Caterina Scardillo

E’ un libro molto divertente ed interessante sui vari luoghi in cui si trovano i vampiri. Però attenti che possederlo potrebbe essere una violazione della Masquerade!

Senza Rimorso e Il Cardinale del Cremlino di Tom Clancy

A me piacciono molto i libri di Tom Clancy e questi sono davvero bellissimi, soprattutto il primo. Peccato che il film che hanno fatto da Senza Rimorso sia bruttissimo!

Il racconto di Natale di Mad Dog 2021: Alice in Wonderland 2.0

BenvenutƏ a tuttƏ carissimƏ, sono Mad Dog il vostro demone cornuto di quartiere che vi parla! Questo avrebbe dovuto essere la parodia di un libro molto bello che piace al mio creatore. Purtroppo ci siamo resi conto che era troppo difficile da adattare e non volevamo che Frank Herbert ci venisse a cercare, redivivo, per farci fuori dopo aver scritto un racconto parodia su Dune! Quindi visto che mancano davvero pochi giorni a Natale… e il budget per questo genere di cose è sempre più striminzito, anche quest’anno vi beccate un remake di una parodia di dieci anni fa. Questa volta tocca a Alice nel Paese delle Meraviglie! Che Shai-Hulud vi protegga! A me non serve protezione, i vermi della sabbia li mangio a colazione e anche a merenda!

Bando alle ciance quindi ma prima dobbiamo trovare il protagonista di questo nuovo racconto di Natale. Ci troviamo, come forse avrete notato, in una stanza buia, infatti qui a Milano, è notte. Anche nell’oscurità oscura potete notare le action figures e le maglie dell’Inter. Siamo, infatti, nella stanza del mitico Borgo che tante altre volte ho tormentato in questi miei racconti! Sono sicuro che vorrà ancora essere la vitt… ehm l’eroe di questa nuova avventura!

“Borgo sono Mad Dog. Sei convocato per una nuova avventura!” la voce del demone sexy era come sempre gioviale e gagliarda.

Il povero umano si risvegliò ma nei suoi occhi non c’era paura o sorpresa solamente ma una gelida determinazione.

“Basta Mad Dog! Sono stufo di essere una tua vittima! Forza Inter!”

Quindi Borgo premette il pulsante del telecomando della Tsar bomba che aveva comprato a caro prezzo dai russi e che aveva vicino al letto.

“Cazzo!” fu tutto quello che riuscì a dire Mad Dog prima di essere annientato dalla forza della bomba. La città di Milano venne spazzata via così come buona parte della Lombardia e del Nord Italia. Gli Stati Uniti risposero all’attacco ad un paese membro della Nato e distrussero la Russia con altre armi atomiche. Putin prima di perire aveva però inviato il contrattacco. Cina, India e Pakistan lanciarono anche loro le testate che avevano. A causa di un racconto di Natale l’umanità venne annientata… ma iniziamo con il nostro racconto vero e proprio!

C’era una volta tanto tempo fa in una galassia lontana lontana… ah no scusate, ho sbagliato introduzione. Arrakis, Dune, il pianeta… ho sbagliato di nuovo! Ecco ricominciamo. C’era una volta nell’Inghilterra vittoriana, terra di Dracula, Sherlock Holmes, Dorian Gray, Jack lo Squartatore, Peter Pan, Scrooge, il Dottor Jekyll e Mister Hyde, una ragazza di nome Alice Chiara Strazzu che doveva essere data in moglie al vecchio Ambasciatore della Savoia, il noto consumatore di grappa Valberyx Relais-Ganze. La giovane donna non amava affatto l’attempato signorotto che gli volevano far maritare quindi tentò di scappare dalla casa in cui l’avevano rinchiusa. E la nostra storia inizia da qui.

Alice, una ragazza dai capelli neri come la notte e gli occhi vispi e intelligenti, correva a perdifiato. Aveva saltato con un sol balzo le scale della sua abitazione e si stava dirigendo più lontano possibile da quel vecchio inquietante che straparlava di demoni, alcol e diritti civili. Era quasi notte, le strade erano illuminate fievolmente da numerosi lampioni ad olio che lasciavano molte ombre ad incombere per la città di Londra. La ragazza urtò molte persone nella sua fuga prendendo sia gli insulti di qualche passante che i fischi acuti dei poliziotti che pattugliavano le strade. L’Ambasciatore della Savoia le andava dietro come poteva, infatti le sue vecchie gambe afflitte dalla gotta non l’aiutavano. Vide che la ragazza si stava dirigendo verso il famoso cimitero di Highgate. Stava per raggiungere la sua promessa sposa quando una delle gambe cedette con un sonoro “crack” lasciandolo da solo in mezzo alla strada male illuminata. Il dolore era lancinante, acutissimo. E lo fu ancora di più, ma durò molto poco, quando la carrozza dell’Ambasciatore del Gran Ducato di Toscana, Tanabrus, lo investì uccidendolo sul colpo. Tanabrus non si accorse di nulla così come il suo vetturino che continuò imperterrito a puntare verso il Palazzo Reale dove il Re d’Inghilterra, Sara Seranaide, aveva indetto una cena di gala per il matrimonio dell’Ambasciatore della Savoia. Dovete anche sapere che Tanabrus, era molto noto per la produzione del suo famoso caffè che veniva coltivato nelle sue vaste terre intorno a Lucca. Torniamo ad Alice anche lei, inoltratasi nel cimitero, non si era accorta della prematura fine del suo, già defunto, marito. Troppo occupata a scappare non aveva fatto caso allo “splat” che aveva sentito dietro di lei. Ora cercava un buon posto dove nascondersi dagli occhi, seppur afflitti dalla vecchiaia, del suo inseguitore. Proprio mentre stava cercando qualcosa nel parco vide un essere bianco sfrecciare davanti a lei. Sembrava un coniglio bianco ma era più grande di un normale coniglio ed indossava un completo con tanto di panciotto nero e azzurro, occhiali firmati da Armani ed un orologio con la catenella.

“Son in ritardo! Son in ritardo la Regina mi taglierà la testa! Non mi dovevo fermare a guardare quelle conigliette di Playboy che si spogliavano! Stupido Borgo! Stupido!”

L’essere non si era minimamente accorto della presenza di Alice e si buttò a capofitto in un buco nel terreno, abbastanza grande, pensò la ragazza, da far passare anche lei. Alice, quindi, decise di seguire quel coniglio bianco nella sua tana per salvarsi dal suo inseguitore. Appena si infilò nell’anfratto la nostra protagonista venne risucchiata in un tunnel oscuro di cui non vedeva la fine dato che l’oscurità obnubilava la sua vista. Capiva di stare cadendo e pensò che si sarebbe fatta molto male una volta che la sua caduta si fosse fermata, invece, toccò magicamente terra poco dopo senza alcun danno. Dal fondo dell’antro non riusciva a vedere il buco da cui era precipitata e non sapeva nemmeno per quanto tempo fosse precipitata, poteva essere un minuto come un’ora. Aveva perso la cognizione del tempo. Alice si rialzò e si spolverò il grazioso vestito azzurro che ora era pieno di terriccio e fanghiglia. Si guardò attorno e si accorse che l’unica via era perfettamente davanti a lei, un piccolo corridoio illuminato da una lampada ad olio. Dopo averlo percorso si ritrovò in una stanza più grande, una vero e proprio salotto arredato con fine gusto. C’era un caminetto in cui scoppiettava allegro un fuocherello, c’erano alcune poltrone, un divano, una libreria ricolma di strani libri dal poco spessore e dalla bassa altezza. Ne prese qualcuno, c’erano dei disegni sopra, strani disegni. Nella copertina di questo strambo libro c’era una ragazza dai capelli azzurri ed il titolo del tomo che aveva preso era “Evangelion”. Rimise subito a posto quel volume, infatti la sua razionale mente da educata ragazza vittoriana aveva subito pensato che quell’opera letteraria non era fatta assolutamente per lei ma sicuramente per qualche persona assai disturbata nella mente. Decise che era arrivato il momento di uscire da quella stanza (si, lo so cosa pensate, ma il suo cervello in questo momento era troppo impegnato nel razionalizzare quello che aveva visto e non si poneva la questione del perché qualcuno avrebbe dovuto costruire un salotto così in profondità e con un’entrata così strana.). Alice vide che c’erano due porte nella stanza, una piccolina che non avrebbe mai potuto attraversare ed una più grande, a sua misura. Aprì quest’ultima e si ritrovò in una stanza completamente spoglia, grande quanto il salotto. In fondo c’era un’altra porta. Si stava avviando con passo deciso verso il fondo della stanza curiosa di sapere dove portasse la nuova porta quando vide che davanti a lei c’era un topolino di campagna assai strano che la guardava preoccupato. Il roditore aveva in testa un basco nero, un semplice gilet marroncino e stava dipingendo su un minuscola tela. L’oggetto del suo dipinto era un tocco di formaggio con i buchi così tanto succulento che lo stesso topo aveva la bava alla bocca. Purtroppo la nostra Alice aveva paura dei topi quindi non ci pensò due volte e spiaccicò il topolino con la sua scarpa. Quello, impietrito dalla paura, nemmeno si mosse e prima di morire riuscì soltanto a fare un mesto squittio. (Che nella lingua dei topi significava più o meno “Da morto le mie opere varranno di più!”). La ragazza, comunque incuriosita dal dipinto, lo avvicinò agli occhi per vederlo meglio e si accorse che in basso al lato della tela c’era una scritta “Zerov”. Forse quello, si disse, era il nome del topolino che aveva appena ammazzato e si prese il quadro nella speranza che, ora che il pittore era morto, anche se un ratto, potesse valere molto. Alice quindi cercò di avvicinarsi alla porta a cui stava andando prima di essersi fermata per schiacciare l’infido topastro ma più si avvicinava e più il suo obiettivo si allontanava e si rimpiccioliva fino a ridursi ad una porticina di minuscole dimensioni. “Solo un topolino potrebbe passare per questa minuscola apertura” pensò mestamente Alice a cui venne un’idea. Frugò nel gilet dell’animale che gli era rimasto appiccicato alla suola della scarpa. La sorpresa fu grande quando trovò una piccola chiave e un pezzo di formaggio mezzo ammuffito. Dato che la nostra ragazza aveva fame e non mangiava nulla dal pranzo, decise di mangiare quel poco formaggio, giusto per mettere qualcosa sotto i denti. Il formaggio faceva schifo e per poco la nostra eroina non vomitò tutto quel poco che aveva nella stomaco. Questo sarebbe il momento adatto per dire che Alice era una famosa scrittrice di romanzi gotici e si interessava a tutti quello che concerne l’antichità e… i cadaveri! La nostra eroina non sapeva cosa fare ora, decise che almeno avrebbe provato a mettere la minuscola chiave nella serratura della porticina. Ci riuscì, dopo molti sforzi, quasi contorcendosi e riuscì ad aprire la porta la quale, appena apertasi, si ingrandì fino a diventare della sua grandezza. Nella stanza successiva trovò una sorta di grande labirinto formato da dei banconi disposti in modo assai strano, sembrava un mercato ma così grande e così complicato quale non aveva mai visto nella Londra di sopra. Notò che molte specie di animali, tassi, faine, talpe, daini, e chi più ne a più ne metta affollavano questo spazio che le sembrava infinito. All’improvviso però sentì un terribile crampo allo stomaco e si accorse, mentre il dolore aumentava, che vedeva gli oggetti rimpicciolirsi sempre di più. Dopo qualche secondo sentì una botta alla testa e capì che, non era il mondo che era diventato più piccolo ma lei che era diventata un gigante e aveva sbattuto il capo sul soffitto di quella grande sala che ora sembrava invece assai piccola. Alice, disperata per la sua situazione, si mise a piangere, pensando a tutto quello che era successo, alla sua famiglia, al fatto che volessero maritarla con un vecchio orbo. Poteva avvertire fievolmente quelli che le sembravano urli, ma in quel momento non se ne curò molto ancora ingarbugliata nei suoi pensieri. Si accorse, comunque, che sparito il lancinante dolore, stava, pian piano tornando ad una statura normale. Grande fu la sorpresa quando vide che le sue lacrime avevano originato un grande mare in quei pochi minuti in cui aveva pianto. Molti animali erano periti per annegamento e i loro cadaveri galleggiavano sul pelo dell’acqua. “Per fortuna io so nuotare!” pensò Alice notando che alcuni animali e cioè un Dodo, un’Aquila e un Pappagallo stavano precariamente a galla sopra un tavolo. Il Dodo, evidentemente il loro capo, aveva degli occhi vivaci e un bel bastone intarsiato, stava rimproverando i due altri uccelletti più giovani. Il primo, aveva il bel piumaggio ancora nero mentre l’altro, con un piumaggio multicolore come si confà alla sua specie, aveva gli occhiali a lorgnette.

“Il povero Andrea di Lodi non è riuscito a salvarsi! Camilla e Livio potevate aiutarlo! ” disse il Dodo indicando con un’ala un Papero con il bel piumaggio un po’ brizzolato che galleggiava morta lì vicino. Il papero stranamente aveva un taglio di barba alla Dottor Strange.

Mastro Masa non è colpa nostra, nostra, è colpa colpa dell’umana umana!” disse il pappagallo guardando storto Alice. La ragazza, sentitasi presa in causa, volle replicare e quindi si avvicinò alla zattera improvvisata del trio, scansando con disgusto il Papero morto.

“Mi spiace per il vostro amico e per il trambusto che ho fatto…” disse la ragazza veramente dispiaciuta per aver ucciso tanti poveri piccoli animaletti.

“E siamo anche tutti bagnati!” disse l’Aquila

“Per fortuna l’acqua ormai è completamente defluita ed io conosco un modo per asciugarci presto, dobbiamo fare una Corsa Sfiancante di Wonderland™ così saremmo subito asciutti. Poi ragazzina ci darai quello che hai per compensare la perdita della nostra preziosa merce, dei libri della nostra casa editrice!” disse il Dodo tutto serio.

“Cosa sarebbe questa corsa e cos’è Wonderland?” chiese Alice che non aveva mai sentito questo particolare sport e questo luogo di cui parlava il Dodo.

“Wonderland è dove ci troviamo dove regna la Regina di Cuori e il suo consorte. Invece la Corsa Sfiancante di Wonderland™ consiste nel correre tutti in cerchio, si inizia quando si vuole e si finisce quando si è asciutti, si fa il giro che si vuole ma bisogna sempre seguire quello che ti sta davanti. Semplice no?” esclamò l’uccello estinto nel mondo di superficie partendo a razzo seguito dagli altri due uccelli. La corsa non fu affatto facile infatti Alice non aveva ben capito come si svolgesse per bene e, inoltre, evitare i cadaveri degli animali morti non era molto semplice ma alla fine tutti e quattro erano di nuovo belli asciutti anche se molto stanchi. Il Dodo si avvicinò alla ragazza, volendo evidentemente qualcosa in cambio per la perdita della sua preziosa merce ed Alice non trovò nulla di meglio da dargli che il cadavere del topo insieme al suo quadro, che aveva riposto con cura in una della sua tasche dopo aver trovare la chiave della porta minuscola. “Almeno ho la cena pronta!” esclamò il Dodo tutto contento, sbarazzandosi del dipinto, tornando dai suoi compari. Alice si stava avvicinando verso una grande porta da cui poteva vedere un scenario campestre, colline, boschetti di conifere tagliati da sentieri serpeggianti, quando venne fermata da due strane persone. Erano due donne, una con i lunghi capelli rossi, l’altra con i capelli di un colore indefinito, a volte sembravano biondi, a volte di colori ben più strani. Erano vestite uguali, avevano una sorta di pigiama a righe bianche e nere, mentre in testa avevano un colbacco nero.

“Per colpa tua abbiamo perso…” iniziò quella con i capelli rossi.

“…tutti i nostri libri!” concluse la donna con i capelli che cambiavano colore.

“Mi spiace molto di avervi recato danno…” disse Alice, che sinceramente si stava stufando di essere sempre rimproverata dagli abitanti di Wonderland.

“Io sono PincoJulia” disse la rossa.

“…ed io sono PancoSonia” finì l’altra sorella.

“Io mi chiamo Alice, piacere.” disse la ragazza che non sapeva bene come comportarsi con queste due strane persone.

“Per ricompensarci del maltolto…” disse per prima questa volta Sonia.

“… dovrai ascoltare la nostra più lunga ed apprezzata poesia!” finì l’altra.

“Sono sicura che è una bellissima poesia, ma ora io dovrei andare…” Alice non riuscì a finire la sua frase che le due donne intonarono insieme una strana cantilena che la costrinse ad ascoltare la poesia che ora, per il vostro gaudio, leggerete anche voi. Le due sorelle parlavano insieme contemporaneamente come fossero un coro di una chiesa.

“Di letteratura trattiamo in rete,

editiamo poi follemente,

e abbiam raggiunto tante mete,

per essere ricche immensamente,

e tante persone liete,

ci hanno letto immediatamente.

Accoglierem presto sottobraccio,

Una Carpentiera e un Tricheco,

l’urban fantasy per loro non è un lavoraccio,

scrivono di divinità e vampiri senza spreco!

Luca Tarenzi tu sei un mago,

nella scrittura sei un asso!”

“Nel nuovo libro la protagonista è una ragazza”,

Il Tricheco disse forte,

“mezza angelo e mezza ramazza,

con la sua vita data a sorte,

dovrà far la pazza,

per evitare la morte!”

“No davvero”, per dovere

disse la Carpentiera assai ridendo

e il Tricheco con grande mestiere

aggiunse “Il libro attingendo

alla moda del quartiere

venderò esplodendo!”

“Una bella vendita,

devo far fare,

e la mia borsa arricchita,

così tanto da guadagnare,

da campare di rendita,

che il mutuo devo pagare!”

“Io invece…” disse

la Carpentiera, “di vampiri e demoni vado scrivendo,

tante cose straniere come l’apocalisse,

che così la gente faccio impazzendo,

e tantissime risse,

a Biella e a Biveno, stupendo!”

“Luca insieme dobbiam fare,

un nuovo tomo da scrivere,

che sia da mare,

che soldi faccia piovere

e poi tanto brindare,

fino a farci commuovere!”

Aislinn sei nel giusto”

disse il Tricheco

“un progetto robusto

dobbiam far compiere senza spreco

di urban fantasy venusto

e con il demone cornuto come australopiteco!”

Alice stava seriamente pensando ad un modo onorevole per togliersi di mezzo perché quella poesia, di cui non aveva ben capito per niente il senso, era orribile e, aveva notato, aveva fatto scappare tutti gli altri animali che affollavano la sala. Le due sorelle, senza dire altre parole, presero a correre di gran carriera verso il fondo del salone, spingendosi a vicenda senza un motivo apparente che lasciò ancora più basita la ragazza. Alice decise quindi di avventurarsi verso il bosco che aveva visto precedentemente, si inoltrò nel primo sentiero che trovò e ben presto la natura attorno a sé inizio ad essere veramente molto strana. Gli alberi, infatti, aveva lasciato il posto a funghi giganti, dai molteplici colori che incutevano un quieto timore nella ragazza. Si fermò indispettita allorché si accorse che un fungo, ben più grande degli altri, bloccava il sentiero e che uno strano essere si trovava sopra questo fungo. Questo essere era un misto tra un bruco e un essere umano, orribile a vedersi ed emanava un odore nauseabondo. Aveva le testa e il busto di essere umano, poi il resto del corpo era quello di un viscido bruco dalle numerose zampe e con una corta peluria bianchiccia che gli cingeva tutto il corpo da insetto. Stava fumando da un narghilè e stava mangiando una focaccia genovese e nemmeno si era accorto della presenza di Alice, quindi la ragazza si arrischiò a parlare.

“Chi sei?” chiese la nostra protagonista assai curiosa.

“Io sono il Brucaliffo Volpino e tu signorina chi saresti che stai disturbando le mie ore di meditazione?” rispose l’essere i cui occhi continuarono ad essere vacui per l’effetto e la potenza della droga che stava respirando.

“Sono Alice e mi sono perduta inseguendo il Bian Coniglio… poi sono cresciuta a dismisura ed ora… non so più dove andare!” la voce di Alice era triste, si era infatti stancata di tutte queste sue avventure e voleva tornare a casa, per ora il pensiero di doversi sposare con il vecchio e orbo ambasciatore della Savoia era scomparso. La ragazza stava attendendo una risposta dal Brucaliffo ma si accorse che l’essere si era addormentato beatamente, allora, dato che gli faceva schifo toccarlo con le sue manine curate, prese un legnetto e colpì delicatamente l’essere sulla testa. Il brucuomo si svegliò e sembrò vederla per la prima volta, i suoi occhi infatti non sembravano adesso essere più schiavi della droga.

“Per sapere dove andare prima devi capire chi sei, quindi chi sei Alice?” chiese lo strano personaggio mentre aspirava copiosamente il fumo dal narghilè.

“Io sono Alice… sono una ragazza inglese…” rispose la protagonista del nostro racconto assai disorientata dalla domanda del Brucaliffo.

“Non intendo quello. Qual è il tuo ruolo in questa storia? In Wonderland? Ognuno qui ha un ruolo, io sono il saggio Volpino che ti consiglierà su cosa fare, ma il tuo ruolo qual è? Nell’altra storia dovevo essere, per esempio, la Reverenda Madre Rapallo. Purtroppo quella storia non si è realizzata… e tu ti realizzerai in questa Alice?” chiese ancora sibillino il Brucaliffo.

“Non lo so…” disse la ragazza che si stava per mettere a piangere infatti in qualche modo le domande di quello strano essere la toccavano nel profondo, infatti non sapeva nemmeno lei bene chi fosse.

“Ci sono tanti ruoli che potresti ricoprire, la sciocca ragazza che si innamora dello pseudo-vampiro o la giovane dal tormentato passato che è destinata a sconfiggere il male o ancora potresti essere destinata a perdere la testa. La Regina Licia cerca sempre nuove pretendenti… ma… ora devo andare, il fumo è finito… a presto Alice!” disse il Brucaliffo per poi scomparire in una nuvola di fumo azzurrino. Alice non sapeva che fare ma si accorse, cosa che la fece stupire ancora di più, che anche il fungo era scomparso ed ora il viottolo continuava portando ad un giardino ed una casa che assomigliava alle normali case di campagna dell’Inghilterra. Appena Alice riuscì a vedere per bene questo edificio si accorse che aveva le porte spalancate e una marea di utensili da cucina giaceva sul giardino. Molti strani nani da giardino, che raffiguravano creature d’incubo con tentacoli, zoccoli e corna, erano stati danneggiati e distrutti dal lancio degli attrezzi per cucinare. In casa, come appurò ben presto, non c’era anima viva. Da quel che poteva vedere chiunque fossero gli abitanti di quella abitazione erano andati via di gran furia. La ragazza decise di continuare a seguire il sentiero che l’aveva condotta fino a lì e che vedeva in lontananza si divideva in due tronconi differenti. Stava per arrivare all’incrocio quando si accorse che su un ramo di un albero che si trovava accanto a lei si stava materializzando qualcosa di assai strano. L’essere era una sorta di gatto, ma grande come mai ne aveva visti, con il pelo rossastro con alcune righe nere, aveva un sorriso sornione, una bocca troppo larga quasi quanto tutta la faccia. I suoi molti denti erano aguzzi e sporchi di sangue, così come gli artigli. Per completare il tutto questo gatto aveva le corna ricurve da caprone. Alice era sinceramente impaurita da questa apparizione, era l’essere più pericoloso che avesse mai incontrato a Wonderland, questo poteva ben capirlo. La sua risata era gutturale e vulcanica, la osservava di sottocchio divertito.

“M-mi diresti” – iniziò a dire la ragazza che tremava dal terrore ma voleva comunque sapere come tornare a casa – “quale strada devo prendere per andare via di qui?”

“Tutto dipende da dove vuoi andare, piccola umana.” rispose il gatto demoniaco sogghignando ancora di più e mostrando per bene tutti i suoi denti affilati.

“Il dove non ha importanza…” disse Alice che era ancora più confusa e impaurita data la risposta dell’animale.

“E allora non ha importanza nemmeno dove vai piccola umana.” disse il gatto ora ridendo di gusto, aprendo la sua bocca in cui la ragazza poteva finire in un sol boccone.

“Voglio tornare a casa!” esclamò Alice al colmo della paura.

“Non te la fare sotto, piccola umana. Beh, se prendi la strada a destra vai dal Cappellaio, lui è matto. E se vai a sinistra vai dalla Lepre Marzolina. Anche lei è matta. Qui siamo tutti i matti! Ed è bello così cara la mia piccola umana. Non mi sono presentato, che cattivo gatto che sono, mi chiama Mad Dog e sono un gatto del Cheshire. Non so cosa cazzo vuol dire, ma è così che mi dipingono!” le parole del gatto erano veloci e la sua voce sembrava avere il rumore della lava che viene eruttata da un vulcano. Alice comunque si era calmata perché vedeva che il gatto non aveva intenzioni malvagie.

“Ma se sei un gatto come mai ti chiami Cane Pazzo?” chiese Alice sempre perspicace quando c’era da insultare le persone che aveva appena incontrato.

“Non sarebbero fatti tuoi… – disse il gatto sbuffando infastidito – ma io non sono proprio un gatto sono più un demone. Anzi di solito non ho questa forma particolare, anche se qui io sono un gatto in effetti. E’ complicato e la tua povera testolina da umana certe cose non le può comprendere. Ora se non ti dispiace, mi piacerebbe rimanere con te a parlare di Wonderland e della Regina Licia e delle teste mozzate ma inizio ad avere fame e sento che c’è un maialino-bambino qui intorno di cui vorrei cibarmi! A presto piccola umana!” disse il demone gatto sparendo poco a poco.

Alice non sapeva proprio cosa fare, questo paese Wonderland era così strano, così diverso dalla sua semplice e quotidiana Londra. Quasi si pentiva di essere scappata da suo futuro marito. Decise comunque di andare avanti e pensò di andare a trovare il Cappellaio, senza un vero e proprio motivo. Dopo qualche minuto di cammino arrivò alla casa del Cappellaio che trovò fatiscente e a pezzi, un vero e proprio rudere, però davanti alla casa c’era un lungo tavolo apparecchiato alla perfezione per il thè. Notò che a tavola c’era tre strambi individui. Il primo era un uomo normale, con un vestito ricco di pizzi, dai colori sgargianti, con i capelli lunghi castani ed un cappello a tuba più grande della sua testa, il secondo era una lepre grande il doppio dell’uomo, indossava un vestito simile al Cappellaio, il terzo individuo era un Ghiro che dormiva alla grossa facendo da cuscino agli altri due che stavano consumando un thè. La Lepre Marzolina guardò la ragazza appena arrivata e finendo il suo thè disse: “Qui non c’è posto per te, è tutto occupato!”

Comunque Alice, vedendo che c’erano molti posti liberi si mise seduta, perché aveva sete e voleva bere anche lei un po’ della bevanda inglese per eccellenza.

“Mi chiamo Linda e ti rivelo che siamo bloccati in un loop temporale che fa si che sia sempre l’ora del thè, per questo ragazza non c’è posto per altra gente, i posti sono sempre per noi, ci muoviamo per prendere quelli nuovi!” disse la Lepre Marzolina. La Lepre però non disse che era colpa sua se il tempo si fermato, infatti aveva importunato un Signore del Tempo di nome Missy per farla aderire ad un suo progetto. Il progetto era di andare indietro nel tempo e cancellare le ultime stagioni del suo spettacolo teatrale preferito “Dottor Chi” che era degenerato molto ultimamente. La Lepre guardò malamente Alice che stava per assaggiare il suo thè, infatti ormai la ragazza aveva proprio abbandonato le buone maniere vittoriane di casa sua, se tutti qui si comportavano da pazzi, perché non poteva farlo anche lei si diceva? Alice notò che davanti a lei c’era un bel cannolo con la crema pasticcera, un cannolo molto appetitoso, quindi stava per prenderlo in mano quando sentì un grido acutissimo. Era il Cappellaio un accento particolare, forse scozzese o forse di Campobasso che la ragazza non sapeva ben identificare.

“Il cannolo è mio!” urlò il Cappellaio “Non lo devi mangiare te! E’ mio!” – e agguantò il dolce mettendoselo tutto in bocca e mangiandolo in sol boccone – “Io comunque sono Ivano noto come il Cappellaio Matto, Linda la chiamiamo la Lepre Marzolina, non ricordo perché… e poi lei è Rachele. Dorme sempre. Da quando ha pubblicato il suo libro per la Coorte Editore, si è stancata così tanto che dorme sempre! Ed ora levati dai piedi ragazzina che dobbiamo bere il thè è quasi ora!” quindi il Cappellaio che cambiò posto e così anche la Lepre che si portò appresso il Ghiro (o la Ghira? qual è il femminile di Ghiro? Qualcuno lo sa? Aiuto!) usandolo ancora come cuscino. Alice decise di andare via da quel branco di pazzi dato che non era la benvenuta, poi il loro thè era davvero strano, ora le apparivano i colori tutti sballati, tutti più vividi, si chiese che strano thè fosse mai quello che aveva bevuto per farle quest’effetto. Si inoltrò di nuovo per il sentiero che aveva seguito prima e si trovò un tipico giardino all’inglese, pieno di rose rosse e di alberi dalle chiome anch’esse rosse. Sentiva che c’era un strano odore metallico nell’aria, un odore che capiva e non capiva cos’era allo stesso tempo. Notò che delle carte da gioco dalla forma umana stavano portando via dei corpi di uomini-carte senza testa e che lì vicino a loro c’era un gruppetto di persone di cui conosceva solo il Bian Coniglio. La ragazza gli andò incontro e capì che aveva davanti la Regina di Cuori di Wonderland e quindi si inchinò con rispetto. La Regina di Cuori era una donna bassa, con dei cappelli rossi cortissimi, un vestito assai elaborato, di stile vittoriano, in cui campeggiava in bella evidenza in molteplici forme il simbolo dei cuori. La corona della Regina Licia era formata da cuori umani cuciti insieme e infusi nell’oro. Accanto a lei c’era il Re di Cuori noto come il Falco, vestito in maniera consona ad un regnante come lui, con molti gradi militari e con una corona simile a quella della sua Regina, era di poco più alto della Regina. Inoltre c’era pure Sergio il Fante di Cuori, che portava un elmo pieno di arabeschi che rappresentavano lo stemma della casa reale e, stranamente, dei dinosauri ed aveva un’armatura brillante e assai pesante almeno così sembrava dal modo in cui si incurvava la schiena dell’uomo. La Regina, che aveva le pupille a forma di cuore stilizzato, guardò stranamente la nuova venuta.

“Chi sei tu ragazzina?” disse la sovrana con la sua voce chiara e squillante squadrando dall’alto in basso, per quanto poteva fare con la sua modesta altezza, la giovane che aveva davanti con quel ridicolo completino bianco e azzurro.

“Mi chiamo Alice, sua altezza reale, e vengo dalla Londra che sta di sopra.” disse la ragazza ancora inchinata.

“Ci manca un giocatore per giocare al Croquet di Wonderland™, uno dei giocatori aveva fatto un punto contro di me e quindi ho dovuto tagliargli la testa, così come all’arbitro e ad un tizio che passava, sai, non aveva letto i miei libri. Tu li ha letti vero? Le Fantastiche Cronache di Wonderland™…” chiese la Regina Licia sibillina.

“No io…” ma Alice non riuscì a finire la frase che la Regina urlando la interruppe.

“Cosa? Tagliatele la testa!!!!” la faccia della Regina era diventata paonazza dal furore ma venne presto calmata dal Re di Cuori che le poggiò una mano sulla spalla.

“Cara, lei non abita qui è normale che non sappia dei tuoi libri, falla portare dal Grifone alla libreria della Falsa Tartaruga… così potrà anche leggere i miei di libri, Estasiato di Wonderland™, Il Prodigioso di Wonderland™ e tutti gli altri come il libro che ho scritto per la Coorte Editore dal titolo Gli anni compiuti di Wonderland™. Tutti libri bellissimi, che vendo ad un prezzo modico, addirittura se li prendi tutti ne hai uno in regalo!” disse il Re di Cuori che era un grande venditore e sapeva destreggiarsi molto bene nel marketing. Presto Alice, senza che potesse obiettare qualcosa, venne presa malamente da un Grifone che era sbucato dal nulla e portata in volo verso un Castello tenebroso che rappresenta, anch’esso, nelle forme il raccapricciante simbolo della casa regnante.

“Quello è Castel Mondador, il Castello della Regina e del Re di Cuori. Io comunque sono Odry, piacere di conoscerti.” disse l’animale che la stava trasportando con la sua voce graffiante ed inumana.

“Il piacere è tutto mio, mi chiamo Alice.” disse la ragazza mentre veniva sballonzolata nelle zampe del Grifone.

Il volo non durò molto e presto atterrarono sul tetto di un torrione sinistro e pauroso, con i merli a forma di cuore. Il Grifone indicò con una zampa la porta che portava al pieno di sotto della torre.

“Dobbiamo passare dalle prigioni prima, è lo standard per chi come te si perde qui a Wonderland. Così puoi vedere come non devi sbagliare… ah e Francesco a me e a Pamela ci fa fare sempre gli stessi personaggi. Che stronzo!” disse l’animale in maniera misteriosa. La ragazza si chiese che genere di detenuti ci potessero essere nella prigione e tremò di paura pensando ai personaggi che aveva incontrato a Wonderland e che erano perfettamente in libertà. “Chissà come saranno questi detenuti…” pensò.

Scesero delle scale scure e malandate, per poco Alice non si fece tutti gli scalini in discesa libera, ma alla fine arrivò ad un corridoio molto lungo, stranamente più lungo di quanto potesse far pensare la torre da fuori, attorniato da celle in cui si potevano vedere i vari detenuti. Nella prima cella che incontrarono c’era una ragazza, che avrebbe potuto avere l’età di Alice, completamente vestita di bianco, anche la sua pelle era assai cerea, sembrava che si fosse immersa nella farina. Si muoveva piano, guardandosi con curiosità morbosa le dita delle mani e facendo esclamazioni felici a tutti i piccoli granelli di polvere che vedeva danzare nell’aria.

“Quella è la Lilletta, la Regina Bianca, una volta era un’appassionata di libri ma poi ha bevuto troppo thé del Cappellaio… e beh, da allora è sempre fatta come una scimmia. La Regina Licia non può tagliarle la testa, il thè l’ha resa immune alla morte. Però l’ha fatta completamente impazzire!” disse il Grifone (o la Grifona? Perché l’italiano ha tutti questi termini maschili porco me stesso? Ma la volete fare una lingua più inclusiva?), anche abbastanza divertita da quella visione.

Nella cella esattamente davanti a quella della Regina Bianca c’era invece una donna interamente vestita di nero, con un vestito vittoriano molto dark, noi diremmo che fosse gothic ma Alice non sapeva cosa volesse dire quel termine, quindi le sembrava solo molto dark. La pelle della donna era pallida mentre i capelli, erano scuri, ma era un nero diverso da quello che Alice aveva sempre visto. Quello era il nero del buio, dell’oscurità senza luce. Un nero che inghiottiva gli altri colori e la luce stessa, infatti riusciva difficilmente a scorgere i capelli di questa figura che la osservava malamente da dietro le sbarre della sua cella.

“Quella invece è Arianna, la Regina Nera, il suo regno è stato inglobato dalla Regina Licia tempo fa, nel suo caso è ancora viva perché si teme che se l’ammazziamo una tremenda maledizione cadrà su di noi. Una maledizione “metal”, che nessuno sa bene cosa voglia dire. La Regina Nera per sconfiggere la nostra di Regina aveva evocato lo stesso Cthulhu ma questi, non si sa ancora perché, si è rivoltato contro di lei e le ha mangiato il marito il Re Nero e tutto l’esercito. Qualcuno dice che abbia sbagliato l’evocazione e che Cthulhu le si sia rivoltato contro. Lei da la colpa a Mad Dog… dice che… sia stato lui ad arrivare e non quel gigantesco mostro tentacolare. Ah si, tu non sai nemmeno cosa sia Cthulhu… dicono che sia un Principe tra i suoi simili, una divinità antica che riposava in fondo al mare. Per fortuna io non l’ho mai visto! Continuiamo però!” disse il Grifone.

Alice non sapeva cosa pensare di tutta questa gente che vedeva nelle celle, era gente veramente strana e pessima per il suo modo di vedere. Continuarono comunque ad andare avanti, finché non trovarono una cella piena di sangue, ossa mangiucchiate e con pelo di pecora tutto sparso ovunque. Appena si avvicinarono Alice sentì un miagolio fievole fievole e capì che da lì era passato qualcuno che aveva già incontrato.

“Oibò!” – disse il Grifone effettivamente sorpreso – “Cosa è successo qui? Qui c’era la Pecora Influencer di cui non posso dire il nome. Pensava di essere più bella della stessa Regina e per questo l’avevamo messa via per la Pasqua di Ido… sai quando il nano andò in fondo al mare… ah, si tu non hai letto i libri… ora però lo saprai! Andiamo avanti…”

Stavano per superare un’altra cella quando l’uomo che era dentro venne avanti e attirò l’attenzione di Alice.

“Tu sembri una normale!” disse l’uomo assai sollevato di incontrare un essere umano come lui “mi chiamo Mario Pasqualotto, sono uno scrittore. Ieri sera, ero a Lucca, per concludere degnamente la serata, ho bevuto la grappa di uno strano tipo… un certo Valberici… ed ora sono qui! Non capisco se sono completamente ubriaco o se sono veramente finito nel Paese delle Meraviglie… anche se è diverso da quel che ricordo… mi puoi aiutare ad uscire di qui?” chiese l’uomo, che Alice notò aveva i capelli e la barba lunghi ed un vestito che poteva essere anche bello se non fosse stato tutto stropicciato dalla permanenza nella cella. La ragazza, comunque, al sentire il nome “Valberici” che ricordava molto il nome del suo futuro marito, decise di non dare confidenza a quel tipo e, anche se continuava a chiamarla, con quel suo strano accento, che noi sappiamo essere emiliano, lei lo ignorò ed andò via. Dopo altre celle, il Grifone la fece fermare davanti ad un’altra gabbia, in cui c’era un guerriera vestita di tutto punto, con tutta l’armatura, completamente bianca che ormai si era arrugginita. Il simbolo che campeggiava nell’armatura e veniva ripetuto anche nel lacero mantello era una esse allungata. Non poteva vedere la faccia della donna perché aveva la celata calata e vedeva che era stata saldata per non poter essere più alzata.

“Quella è il Ciane Nemo, la Guerriera Bianca, Paladina del Sacro Esselunga. Tentò di liberare la Regina Bianca e disse che avrebbe precipitato la Regina Licia nelle segrete per aver usato una volta i servigi dell’ex Cavaliere Nero, chiamato Carrefour, per questo la nostra Regina ha deciso che Ciane non avrebbe più visto la luce del sole e ha fatto saldare la celata del suo elmo per sempre!” il Grifone, notò la ragazza, era comunque spaventato da questa tipa, che per quanto fosse dietro la cella, in catene, aveva ancora un qualcosa di regale in sé. Arrivarono alla fine all’ultima cella abitata da un prigioniero davvero strano, questi era una ragazza che sembrava normale con un guscio di uovo gigante in testa. Questa prigioniera era imbavagliata.

“Lei invece è Daniela ma è nota con il suo nome da criminale Humpty Dumpty anche se non abbiamo capito perché abbia scelto questo nome. E’ una sobillatrice, voleva sollevare il popolo contro la Regina, dicendo che i suoi libri non sono belli! Inoltre fa dei disegni molto spinti, non sono cose che possiamo accettare nel nostro paese! La Regina Licia non ha ancora trovato una giusta punizione per la sua sfacciataggine!” disse il Grifone compiaciuto adesso di essere arrivato alla fine di quell’interminabile corridoio di celle. L’animale aprì l’immenso portone e si ritrovarono in una libreria piana di tomi, traboccante di libri. Venne incontro a loro una Tartaruga, che salutò calorosamente il Grifone per poi porgere la zampa ad Alice, che la strinse prontamente.

“Io sono Pam la Finta Tartaruga, anche se sono una vera Tartaruga ma una volta, molto tempo fa, ero la sarta di corte della Regina Licia, ma lei un giorno non apprezzò più i miei vestiti e decise di tagliarmi la testa. Quando lo fece, ritrassi la testa e mi finsi morta, da allora faccio finta di essere una Falsa Tartaruga e lavoro in questa libreria. Immagino che tu sia qui per leggere i libri della Regina ed ora lo farai, ma prima devi assolutamente sentire la mia ultima poesia… eccola qui!

Oh che bel vestito, ricco e traboccante

che ho cucito per la Regina svolazzante

Chi a questo vestito mai resister potrebbe?

Vestito vittoriano, oh che bel vestito!

Vestito vittoriano, oh che bel vestito!

B-e-e-e-l v-e-e-s-t-i-i-t-o-o

B-e-e-e-l v-e-e-s-t-i-i-t-o-o…” la Finta Tartaruga non riuscì a finire la sua orrida poesia perché venne interrotta dal Grifone.

“Dobbiamo andare, incomincia il processo, ho sentito la campana suonare…” disse il Grifone che in realtà non aveva sentito nessuna campana ma voleva andare via al più presto da quello strazio infinito. Il Grifone agguantò Alice e la portò in alto, in alto, fino a sbucare, grazie ad un buco nel soffitto nel cielo, per poi ributtarsi in picchiata in basso, fino ad arrivare ad un’aula di tribunale che non aveva tetto e che “cresceva” nel mezzo del giardino inglese. La sala era affollata di carte umane e animali. I banchi della giuria erano affollati da animali con delle ridicole parrucche bianche. Al banco degli imputati c’era il Fante di Cuori, mentre come giudice c’era il Re di Cuori e la Regina fungeva da boia avendo preso in mano la lunga spada a due mani, con la lama color ebano, che usava per tagliare la testa a chiunque non le stesse a genio. Sul banco dei testimoni si era appena seduto il Cappellaio, che non era molto tranquillo di stare vicino alla Regina di Cuori, perché tempo fa gli aveva venduto una partita di thé difettoso e aveva paura che se ne ricordasse. Infatti appena la Regina lo vide, strinse gli occhi che diventarono solo due fessure fiammeggianti, e alzando la spada, con un colpo secco decapitò il Cappellaio senza lasciargli scampo. Nessuno sembrava particolarmente sorpreso o scandalizzato da quello che era successo e presto portarono via il corpo del Cappellaio. Alice e il Grifone si sedettero in prima fila per assistere al processo, infatti la ragazza era molto interessata a quanto stava avvenendo. Dopo che le guardie ebbero portato via il cadavere del Cappellaio, la cui testa continuava imperterrita a cercare di bere il thé che era caduto dalla tazza durante la sua decapitazione, arrivò il nuovo testimone. Questi era un uomo alto e magro, vestito come un nobile, aveva grandi baffi neri e una parrucca nera con molti boccoli.

“Sono il Duca Furchì, suddito della Regina di Cuori ed Esimio Graphic Designer…” disse l’uomo appena si sedette con il suo accento tipico della landa di Torino. La Regina lo osservò pulendo diligentemente con un panno la lama sporca della sua spada poi gli disse: “Pensi che i miei libri siano belli?” e lo disse in una maniera che non concedeva eccezioni. Il Duca purtroppo era un tipo molto particolare come tutti gli abitanti di Wonderland. Infatti il Furchì era un grande sofista e bastian-contrario e doveva, per forza, ribatte in qualche modo alla Regina.

“Vede Regina Licia, in realtà visti da un punto di vista socio-economico-cultura-metafisico-quantico quello che scrive nei suoi libri rappresenta un’evoluzione stilistica e contenutistica-filosico-material-lucciosa rispetto ai suoi primi libr…” il nobile non riuscì a finire la frase che già la sua testa stava rotolando sul terreno, in maniera assai allegra almeno giudicando dalla risata del Fante di Cuori. La testa finì vicino al piede della povera Alice che poteva vedere come erano sorpresi gli occhi del Duca in punto di morte. Venne poi chiamato al banco dei testimoni un ragazzo con un completo impeccabile completamente bianco, militare, con le spalline con i gradi d’oro e viola.

“Sono l’Imperatore di Oz e sono qui in vacanza a Wonderland… ho letto i libri della Regina e li trovo carini…” disse il ragazzo ma il commento non piacque alla Regina che era arrabbiata perché non aveva avuto il tempo di pulire la lama della sua spada. La Regina, quindi, tentò di tagliare la testa all’Imperatore di Oz ma prima che potesse farlo il ragazzo era scomparso in una giostra di luci colorate. Il Bian Coniglio guardò Alice e poi disse a gran voce: “Si chiama al banco dei testimoni Alice dalla Londra che sta di sopra!”

La ragazza era assai stupita di essere stata chiamata a testimoniare non sapeva sinceramente cosa dire e soprattutto non aveva capito cosa avesse fatto il Fante di Cuori per essere un imputato quindi chiese lumi al Re di Cuori che la guardò come si guarda una macchia di fango sulla scarpa e disse: “E’ ovvio! Non lo sai? Il Fante di Cuori ha osato dire che il suo libro o era il suo podcast, non ricordo, è più bello dei libri scritti dalla mia consorte. Dobbiamo appurare se abbia veramente detto questa cosa o no e decidere la sua sentenza!” disse il Re di Cuori

“Allora cosa sai di quanto è successo ragazzina?” disse la Regina di Cuori scrutando Alice e pulendo di nuovo la lama della sua spada che si era nuovamente sporcata di sangue.

“Non so nulla, lo giuro! Non ero presente quando è successo!” disse Alice, che aveva paura anche lei di rimetterci la testa.

“Quindi dici che è successo! Abbiamo le prove! Tagliamo la testa al Fante!” urlò la Regina di Cuori balzando addosso al Fante e tagliandogli di netto la testa ed un braccio, che il povero cavaliere aveva alzato per proteggersi. A questo punto successe qualcosa di strano, ancora di più strano di quanto fosse già accaduto, Alice notò che si stava ingrandendo, che stava crescendo… forse era colpa del thé che aveva bevuto prima, pensava. Comunque era diventata un gigante.

“Non è giusto che lei diventi così grande, non può crescere così qui! Anch’io voglio essere gigante come lei che pizza! Forse se fossi così grande come lei non sentirei tanto freddo!” disse un componente della giuria, una lucertola di nome Federica Venefica, così come c’era scritta nella targhetta che aveva attaccata sulla pelle squamosa. Alice odiava le lucertole, erano brutte e squamose, per questo la schiacciò senza problemi, uccidendo la povera bestiolina all’istante. Un’altra donna che faceva parte della giuria, e che dalla targhetta si capita che il suo nome era Simona, stava mangiando allegramente dei pop corn e bevendo del vino da una brocca come se fosse tutto normale intorno a lei. La donna non sapeva come fosse capitata in questo strano mondo, l’ultima cosa che ricordava era che aveva provato una strana grappa piemontese. Comunque questo mondo era sicuramente molto più divertente di quello da cui proveniva con la pandemia e tutto il resto! Subito dopo apparve il gatto demoniaco ma solo la sua testa che si trovava esattamente davanti alla faccia di Alice. Mentre la Regina sbraitava di tagliare la testa alla ragazza e il Bian Coniglio cercava una lama abbastanza grande per farlo, il gatto demoniaco le parlò con la sua voce grottesca.

“E’ ora di tornare a casa ragazzina. Dovevi salvare questo mondo dalla pazzia pazza e malvagia della Regina di Cuori ma non ci sei… – A quel punto si udì uno “splat” per errore Alice aveva calpestato la Regina Licia uccidendola sul colpo e staccandole la testa, Mad Dog quindi, sorpreso continuò – Uhm penso che anche così vada bene… è ora di tornare alla tua Londra! Dormi ragazzina, dormi!” Tutto intorno a lei si fece oscuro e confuso e ben presto cascò di nuovo nell’oscurità oleosa per poi svegliarsi, senza poter capire quanto tempo fosse passato, nel cimitero di Highgate in cui si era rifugiata per sfuggire al suo futuro marito. Era cascata in una buca, ecco cos’era successo, inoltre con il suo peso aveva ucciso anche quel coniglio bianco che aveva visto prima di svenire. Mezza intontita decise di tornare a casa e pensò che alla fine forse non era così male sposare l’Ambasciatore della Savoia. La ragazza anzi era pure contenta, aveva voglia di sposarsi e vivere una vita felice e normale. Non possiamo sapere cosa sarebbe successo, come sarebbe andata avanti la sua vita perché una carrozza la prese in pieno uccidendola sul colpo. L’occupante della carrozza, l’Ambasciatore del Gran Ducato di Toscana dal ritorno dal party a corte del Re Sara, non si accorse di nulla come al solito anche perché era ancora sconvolto dalla notizia della tragica morte dell’Ambasciatore della Savoia. Tanabrus si chiedeva:

“Chi mi porterà adesso la famosa grappa di Savoia?”

Così cari miei finisce questo racconto di Natale! Chissà se indovinate quale sarà il libro che verrà parodiato l’anno prossimo! Comunque spero che anche voi abbiate gustato una cena succulenta per la Vigilia come ho fatto io e vi stiate apprestando a digerire il cibo del Pranzo di Natale. Con tutto il quore vi auguro Buon Feste, spero che abbiate ricevuto quello che volevate, nel caso lamentatevi con chi vi ha fatto i regali scrausi… MUAHAHAHAHAHAHAHHH”*

*Questo è il Mad Dog del Natale Futuro che vi parla. Si spera che l’anno prossimo il mio padrone non faccia lo scansafatiche come quest’anno e che scriva una parodia nuova e non faccia un nuovo “remake”.




The End


Erano passati venti anni dalla distruzione di Milano e dell’Italia del Nord. Venti anni da quando la guerra nucleare aveva portato la devastazione di buona parte dell’Europa, dell’Asia e degli Stati Uniti. Uno dei pochi luoghi, nel Vecchio Continente, in cui c’era una parvenza di normalità era il Regno della Regina Francesca Dani che comprendeva parte dell’Italia Centrale e dell’Italia Meridionale. La Regina era nota per le sue grandi competenze in materia di luoghi abbandonati e radioattivi, ed era diventata rapidamente la leader di quello che rimaneva dell’Italia. Adesso la Regina si trovava nel luogo dove era iniziato tutto. Schermata con le migliori e più moderne tecnologie adattate dopo venti anni di convivenza forzata con la devastazione nucleare. Tramite la visiera del suo casco la Regina Dani vedeva quello che aveva causato tutti i loro problemi e l’unica cosa che rimaneva in quel luogo ora impervio e devastato. Un demone brutto e contorto, cristallizzato dalla forza dell’esplosione atomica nell’ultima posa che era riuscito ad assumere. Un bel dito medio! La Regina fece l’unica cosa che poteva fare in questo caso. Diede un calcio nella palle al demone cornuto il cui corpo si frantumò in tanti pezzettini che poi si ricomposero facendo tornare il demone alla normalità.

“Vent’anni in quella posa stupida! Dovevo scegliere di meglio!” disse il demone che aveva ancora la bocca impastata da anni di polvere radioattiva.

“Adesso che ti ho liberato, poni rimedio a questo problema che hai causato!” disse la Regina il cui tono non ammetteva repliche.

Il demone cornuto non se lo fece ripetere due volte. Voleva salvare il suo amico Borgo, doveva farlo! Sennò chi avrebbe potuto tornare a tormentare l’anno successivo per il racconto di Natale? Mad Dog tornò indietro nel tempo ed evitò tutto. Come probabilmente sapete da Avengers Endgame questo però non impedirà che esista una realtà alternativa in cui a causa di Mad Dog e di Borgo, c’è l’apocalisse nucleare. Quella realtà esiste ancora. Sono cose che capitano ma quando si scrivono dei racconti di Natale!

Protagonisti

Alice: Chiara Strazzu

Il Bian Coniglio: Borgo

Lo Stregatto: Mad Dog

La Regina di Cuori: Licia Troisi

Il Re di Cuori: Francesco Falconi

Il Fante di Cuori: Sergio

Il Duca: Fabrizio Furchì

Il Brucaliffo: Luca Volpino

Il Topo: Zerov

Il Dodo: Masa

Il Pappagallo: Livio

L’Aquila: Camilla

Il Papero: Andrea

PincoJulia: Julia

PancoSonia: Sonia

Il Cappellaio Matto: Ivano

La Lepre Marzolina: Linda

Il Ghiro: Rachele

Humpty Dumpty: Daniela

La Finta Tartaruga: Pamela

Il Grifone: Odry

La Lucertola: Federica Venefica

La Paladina Bianca: Ciane Nemo

La Regina Nera: Arianna

La Regina Bianca: Lilletta

La Giurata: Simona

Il Tricheco: Luca Tarenzi

La Carpentiera: Aislinn

L’Ambasciatore della Savoia: Valberici

L’Ambasciatore del Gran Ducato di Toscana: Tanabrus

Sara il Re d’Inghilterra: Sara

Mario Pasqualotto: Se stesso

L’Imperatore di Oz: ?


Special Guest Star

Borgo nella parte di se stesso

Francesca Dani nella parte della Regina Francesca Dani

50 libri in un anno – Sfida di lettura 2021

Come ogni anno è giunto il momento di scrivere questo post, che poi aggiornerò di continuo fino alla fine del 2021, per sancire l’inizio della mia personale sfida di lettura. Leggere 50 libri in un anno. Nel 2020 ci sono riuscito per il rotto della cuffia, anche a causa della pandemia, chissà come andrà questo anno nuovo. Ho anche molti fumetti arretrati da recuperare. Inizio con “Italian Way of Cooking – Pizza, mostri e mandolini” di Marco Cardone edito da Acheron Books. Su Goodreads oltre ai libri “normali” la sfida includerà anche fumetti e volumi illustrati, infatti la soglia che ho scelto per quella sfida è di 160 volumi in tutto.

  1. Italian Way of Cooking – Pizza, mostri e mandolini” di Marco Cardone
  2. I reietti dell’altro pianeta” di Ursula K. Le Guin
  3. Star Trek – Designing Starships: The Uss Voyager and beyond
  4. Satana a St. Mary” di P. C. Doherty
  5. Pane e bugie” di Dario Bressanini
  6. Senza rimorso” di Tom Clancy
  7. Vampiri: dove trovarli” di Michele Mingrone, Sara Vettori, e Caterina Scardillo
  8. Il cardinale del Cremlino” di Tom Clancy
  9. Oceano Mare” di Alessandro Baricco
  10. La morte dei re” di Bernard Cornwell
  11. The Outlaws Scarlett & Browne” di Jonathan Stroud
  12. Il novizio del diavolo” di Ellis Peters
  13. I due prigionieri” di Ellis Peters
  14. Titanic – A Survivor’s Story” di Archibald Gracie
  15. Anno Dracula 1999 – Daikaiju” di Kim Newman
  16. Il principe della nebbia” di Carlos Ruis Zafòn
  17. Il trono senza re” di Bernard Cornwell
  18. Re senza dio” di Bernard Cornwell
  19. Making Money” di Terry Pratchett
  20. L’Arciere di Azincourt” di Bernard Cornwell
  21. Il Tempo della Guerra – The Witcher” di Andrzej Sapkowski
  22. Sangue del mio sangue” di Giuseppe Menconi
  23. Mangiatori di morte” di Michael Crichton
  24. Star Trek: Sarek” di A. C. Crispin
  25. Altai” di Wu Ming
  26. Incubi e deliri” di Stephen King
  27. Il castello di Otranto” di Horace Walpole
  28. La sfolgorante luce di due stelle rosse” di Davide Morosinotto
  29. Fu sera e fu mattina” di Ken Follett
  30. L’ora dei dannati: La Montagna” di Luca Tarenzi
  31. La guerra delle salamandre” di Karel Capek
  32. Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar
  33. Equinox” di Chiara Strazzulla
  34. Apollo Credici – Un gamebook spaziale” di Adrian Fartade, Luca Perri e Leo Ortolani

I libri più belli che ho letto nel 2020

Ed ecco che scrivo il solito ultimo post di fine anno. Questo 2020 è stato difficile, straniante e perverso ma per fortuna sono riuscito a leggere dei libri bellissimi. Almeno quello. Una cosa ho notato però che ho letto meno fumetti e volumi rispetto all’anno scorso, in cui ho fatto un record di letture, e penso sia dovuto anche alla pandemia. Comunque qui ci sono i libri che mi sono piaciuti di più in questo 2020 e, come sempre, sono in ordine sparso. Purtroppo ripeterò spesso alcune parole, come “bello”, “originale” ed “interessante”, non sono bravo a scrivere recensioni e a far capire perché un libro mi sia piaciuto. Scusatemi!

Inferno (Eternal War, #4) di Livio Gambarini

Il primo libro è uno degli ultimi che ho letto, il capitolo finale della saga di Eternal War di Livio Gambarini. E’ un bellissimo libro, epico ed entusiasmante. Tutti i personaggi sono fantastici, Dante, Kabal, Guido, sono tutti bellissimi. Si vede che dietro c’è un lavoro immane, un world bulding immenso e perfetto. La trovata di chi sia Satanasso è davvero stupenda come quella sull’identità di Kabal e sul suo passato. Devo dire che alla fine, mi sono anche un po’ commosso.

Tutto Dracula vol. 1 – Il Conte Incubo e Tutto Dracula. Vol. 2: Abraham Van Helsing e l’ultima crociata di Franco Pezzini

Questi due volumoni trattano in maniera approfondita il Dracula di Bram Stoker, sono molto interessanti, pieni di notizie ed informazioni. Dovrebbero essere un must per tutti gli appassionati del libro scritto da Bram Stoker.

I tre giorni di Pompei di Albero Angela

Come sempre Albero Angela riesce a scrivere dei libri bellissimi ed interessanti sul mondo romano e tratta benissimo l’eruzione del Vesuvio.

Italian Way of Cooking di Marco Cardone

Ho apprezzato molto questo libro, la storia è bella, originale e divertente. L’idea alla base è davvero fantastica. Il primo libro che inizierò domani, nel 2021, sarà proprio il seguito di questo libro e non vedo l’ora!

L’ora dei dannati. L’abisso: 1
di Luca Tarenzi

Luca c’è riuscito ancora. Questo libro è fenomenale, è una bella rilettura dell’Inferno (E siamo a due “inferni” diversi letti in questo 2020) e ha personaggi fantastici. Riciclo un po’ il commento che ho lasciato su Amazon. La storia è molto interessante e si vede che c’è stato dietro grande lavoro per rappresentare al meglio l’Inferno e anche quello che ha scritto Dante Alighieri nella sua Divina Commedia. I personaggi sono, poi, tutti ben caratterizzati. Quello che mi è piaciuto di più probabilmente è il Conte Ugolino. Spero che il seguito esca presto!

Titanic. La vera storia
di Walter Lord

Il Libro sul Titanic con la maiuscola. Ne ho letti tanti quest’anno e sono tutti belli, interessanti ed alcuni anche molto più precisi di questo che è stato scritto negli anni ’50. Ha ispirato un famoso film sul Titanic (A Night to Remember). Ho letto anche un altro libro di Walter Lord quest’anno, su Pearl Harbor, anche quello molto bello. Walter Lord non ha scritto molto e non è molto conosciuto ma i suoi libri mi sono piaciuti molto.

L’Agenzia: Milano
di Daniela Barisone e Juls Sk Vernet

Tempo fa ho già scritto un post su questo bellissimo libro, nel post trovare cosa ne penso di quel libro in maniera più approfondita

Fausto e Furio. Solo zanne originali
di Thomas Mazzantini

Questo libro game è stata una davvero gradita sorpresa. Divertente, con personaggi spassosi, ambientato in una Toscana fantasy. Belle regole, originale. Aspetto il prossimo!

La repubblica dei ladri (Gentleman Bastard, #3
di Scott Lynch

Finalmente ho potuto leggere questo libro perché la Mondadori ha stampato e ristampato i primi tre libri di questa saga (quelli usciti finora quindi). Non riesco a resistere a questa saga e al tipo di scrittura di Scott Lynch. Ho adorato tutto. Locke, Jean, Sabetha. La parte teatrale. Le Elezioni. Ora spero che lo scrittore si decida a pubblicare il quarto volume!

La sfrontata bellezza del cosmo: Un viaggio tra i misteri dell’Universo attraverso le immagini dell’invisibile di Licia Trosi

Per me Licia da il suo meglio nei libri di divulgazione scientifica. Scritto bene, tratta argomenti interessanti e lo fa in modo che chiunque riesca a capire quei concetti scientifici che possono essere ostici. Quest’anno in cui siamo dovuti rimanere a casa è stato bello andare in giro nel cosmo con questo libro. Di Licia quest’anno ho letto anche il Diario Cileno e ho trovato anche quello molto bello.

Le Colpe dei Padri (Trilogia delle Radici #1) e I segreti delle Madri (Trilogia delle Radici #2) di Livio Gambarini

Il dittico, almeno per ora, di Livio ambientato in Lombardia nel 1300 tra i Visconti, Ludovico Il Bavaro, il papato, l’Impero ma anche persone comuni come Nera da Vertova. Ho adorato entrambi i libri ma soprattutto il secondo. La storia è molto interessante così come i personaggi soprattutto Jacopo e Nera. Si vede che, anche con questi libri, Livio ha fatto un grande lavoro per ricostruire il mondo del tempo e le vicende storiche. Spero che, prima o poi, uscirà il terzo volume. Scommetto che comunque si chiamerà “Il Destino dei Figli” o qualcosa del genere!

Il trucco c’è e si vede. Inganni e bugie sui cosmetici. E i consigli per difendersi
di Beatrice Mautino

Altro libro di divulgazione scientifica, questa volta sulla cosmesi, un mondo che conosco davvero pochissimo. Questo libro è stato davvero interessante. L’ho letteralmente divorato! Mi piace molto come scrive Beatrice Mautino e spero di leggere presto l’altro libro che ha scritto.