BenvenutƏ a tuttƏ carissimƏ, come ogni anno è tempo per un racconto di Natale ma c’è una differenza rispetto agli anni passati. Il narratore non sarà Mad Dog, con la crisi economica che c’è il suo costo era eccessivo. Non vi preoccupate, ritroverete il demone cornuto durante il racconto, ha un ruolo di primo piano! Ci troviamo nel capoluogo della Lombardia, Milano, l’inverno era veramente arrivato e un vento freddo spirava per la città. E’ il pomeriggio inoltrato di giovedì 22 dicembre, ormai mancano pochissimi giorni alla più grande festa dell’anno, mentre fuori le persone normali andavano a fare gli ultimi regali, una nostra conoscenza sta provando ad uscire dalla sua camicia di forza dell’Inter. Gli inconfondibili occhiali ci fanno riconoscere il mitico Borgo, che ormai è una presenza fissa di questi racconti. Il giovane interista sta provando a saggiare, anche se ristretto dalla camicia di forza, le pareti, imbottite, della sua cella quando davanti a lui comparve, in tutto il suo fulgore, il demone cornuto Mad Dog!
“Borgo, finalmente sono tornato per portarti… Per tuttƏ i demonƏ degli Inferi! Cosa ti è successo?” chiese il diavolo che si era anche rifatto un po’ look per assomigliare al Diavolo della Fossa della quinta versione di Dungeons & Dragons.
“Mad Dog, sei tornato! Pensano che io sia pazzo perché parlo da solo e dico che a Natale, ogni anno, mi rapisci e mi fai cose innominabili! AHAHAHAHAHAHAHAH” lo sguardo di Borgo era quello di una persona completamente folle… più o meno come quelli che fa Nicholas Cage!
“Non saresti stato comunque il protagonista per quest’anno, ho già scelto chi rapire. Visitarti all’inizio del racconto ormai è una prassi. Facciamo che per quest’anno va bene così, ma almeno ti trattano bene?” chiese il demone cornuto.
“Ho cibo e riscaldamenti gratis. Cosa voglio di più dalla vita? AHAHAHAHAHAH” la risata di Borgo era molto più folle di quella del Joker!
“Ah. Ok. All’anno prossimo!” e così detto Mad Dog scomparve in un sbuffo di vapore sulfureo.
“E quest’anno l’ho scampata!” disse Borgo che aveva finto di essere pazzo.
La porta della stanza si aprì, Borgo in realtà si trovava in una escape room difficilissima, e anche se aveva perso, era contento perché aveva evitato di essere rapito da Mad Dog, almeno per un anno!
Ci troviamo in una stanza ordinata piena di librerie, libri e manuali tutti con la loro plastica protettiva e le loro etichette dai colori diversi, gadget, led, dadi, lo stendardo nero e rosso dei Targaryen e tanti ma tanti draghi. In una delle librerie c’è un piccolo albero di Natale con strane palline raffiguranti uova di drago, mimic, testa di orsogufi, beholder, d20 e il medaglione di Pomi D’Ottone e Manici di Scopa. Il conto alla rovescia era finito da poco. La diretta era appena iniziata, stasera per la community di Roccia del Drago era la serata di pittura delle miniature, quando Mad Dog comparve dal nulla nella stanza di Laura meglio nota come la Madre dei Draghi. Il demone cornuto era così alto che doveva chinare un po’ la testa, infatti con le corna toccava il soffitto, si era incastrato tra la scrivania e le librerie, dietro alla giovane streamer che guardava esterrefatta questo essere che le era apparso, nudo, improvvisamente davanti. Laura aveva lunghi e folti capelli corvini e degli espressivi occhi verdi scuro, che ripresi dalla webcam sembravano marroni, e dei tatuaggi che erano così belli da sembrare quasi vivi anche se adesso erano coperti da una felpa grigia di Dragonball. La chat, intanto, era impazzita, i moderatori che cercavano di contattare la Madre e gli utenti che erano usciti fuori di testa, anche se in realtà dalla webcam non si vedeva tutto il demone ma solo una sua zampa e una parte del suo addome. Un commento spiccava tra gli altri, nella chat, c’era solo scritto “Cosa ci fa lì Mad Dog?!”. Chissà chi l’aveva scritto, è un mistero! C’era pure un altro commento con scritto solo “Ho fame”, ma quella era Polliciotta e non era una novità che avesse fame!
“Sono Mad Dog il demone cornuto, forse mi conoscerete perché una volta ho mangiato tutti i personaggi dei libri fantasy italiani e per quella volta che ho zombizzato Babbo Natale! Madre dei Draghi sono qui per portarti ad avventura che non potrai mai dimen…” il diavolo non riuscì a finire la frase che Laura era passata all’azione. Non temeva solo per la sua incolumità ma aveva anche paura che il suo canale di Twitch venisse bannato a vita, dato che era apparso un demone nudo con varie appendici ben visibili. La content creator allora aveva preso Sweggon, il suo uovo di drago, e l’aveva lanciato verso le parti basse del diavolo. Quel che successe dopo fu drammatico. Mad Dog preso di sorpresa, colpito nel suo punto più vulnerabile cascò sulla scrivania di Laura distruggendo tutto quello che incontrava, webcam, pc, libri, Sweggon e con la coda tranciò anche lo stendardo dei Targaryen e della casata degli Slytherin… Questo era troppo per la Madre dei Draghi che svenne.
Laura si risvegliò in un posto che non conosceva, era notte e si trovava su di una collina circondata da un fitto e oscuro bosco. Davanti a lei c’era quella che sembrava essere una vera e proprio casa stregata con finestre sinistre, doccioni inquietanti e una torretta malandata. Assomigliava un po’ alla casa della Famiglia Addams. I colori predominanti della facciata erano grigio e un verde smorto. Intorno all’edificio c’erano delle lapidi storte e sporche, a causa delle intemperie non si leggevano più i nomi dei defunti. Faceva molto freddo e Laura, oltre ai suoi vestiti, aveva solo la sciarpa che portava al collo quando era arrivato quel mostro a rapirla. Non sapendo cosa fare si avvicinò al portone della casa che si aprì da solo scricchiolando. Dietro alla porta c’era Mad Dog si era vestito da perfetto maggiordomo, anche se il vestito gli andava un po’ stretto.
“Madre dei Draghi, benvenuta in questa casa stregata! Entra pure, non rimanere al freddo che ti becchi un raffreddore mortale! Ti spiego le regole per sopravvivere all’esperienza di questa notte. Dentro questa casa stregata troverai molti amici e molte amiche di quello che si crede il mio creatore, Francesco Roghi. E anche alcuni e alcune dei tuoi draghetti e draghette. Ci sono anche persone che il mio… creatore non conosce ma che sono tuoi amici! Allo scoccare delle sei del mattino se non avrai indovinato chi mi ha aiutato a rapire te e tutte le altre persone qui presenti e dove ci troviamo veramente… rimarrete per sempre qui! Se non accetti di partecipare sarà lo stesso! MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!
La ragazza entrò nella casa e lanciò uno sguardo di ghiaccio verso il demone cornuto. Se gli occhi di Laura avessero potuto lanciare l’incantesimo fulmine, direttamente da D&D, Mad Dog sarebbe stato incenerito all’instante. L’atrio della casa era spazioso anche se oscuro, c’erano delle lampade a gas ma la loro luce non era così forte e delle strane ombre si allungavano sulle pareti tappezzate con motivi che sembrano usciti dall’hotel di Shining. La polvere regnava sovrana su tutti i moltissimi mobili, quadri, ninnoli che occupavano questo spazio. Laura si mise una mascherina, non si sa mai, con tutta quella polvere le poteva venire una irritazione alla gola. Vicino a delle scale a chiocciola che conducevano al piano di sopra c’era anche una pendola sinistra, con il vetro spaccato, che produceva un gong molto tenebroso. Varie stanze diverse, buie, davano su questo atrio, il demone cornuto prese per un braccio la streamer e la portò verso la prima stanza.
“Un piccolo avviso ai lettori, anche se probabilmente nessuno leggerà mai questo pessimo racconto, ci sarà qualche differenza rispetto all’anteprima che forse avete già letto. Questa casa cambia con il tempo e non è detto che ciò che è stato scritto in quel racconto… sia vero per questo!”
“Francesco ha fatto un errore di continuity vero?” chiese Laura che ormai stava capendo un po’ tutta la situazione. Si ricordava di aver letto qualche settimana prima un racconto molto strampalato del suo draghetto.
“Ehm si ma lasciamo che siano i lettori a trovarlo! Dato che probabilmente chi leggerà questo racconto… rimarrà chiuso qui per sempre, nessuno lo troverà! MUAHAHAHAHAHAHAHAHAH! Poi è noto che nessuno legge veramente questi deliri! Ma guarda dove ti ho portato… la sala dei giochi!”
Laura e Mad Dog infatti si trovavano in una sala con tavoli da biliardo, da poker, roulette e librerie piene di manuali di giochi di ruolo e di set di dadi. Qui c’erano varie persone che la Madre dei Draghi riconobbe perfettamente, alcuni suoi amici e amiche dungeon master. Nella stanza era palpabile la disperazione. Il primo che andò da Laura era il suo caro amico Andrea Master of Masters.
“Laura è terribile! Ci siamo scordati tutti scordati tutte le regole di tutti i gdr a cui abbiamo giocato!”
“E i manuali che si trovano qui sono tutti scritti in una lingua incomprensibile!” esclamò sconsolata Laura del Salotto di Giano accorrendo pure lei.
“Non è solo quello” disse Humberdale dei D20 Nation “quando tiriamo i dadi facciamo sempre e solo 1! Dovrò cambiare il nostro nome di D1 Nation! Ma poi perché ci sono solo io qui dei D20 Nation?”
“Ho saputo che ti piace molto il Natale. Quale cosa migliore che essere rapito da un demone cornuto e diventare uno dei personaggi in uno strampalato racconto ambientato a Natale?” rispose sarcastico il demone cornuto.
“Che culo!” rispose sconsolato Humberdale.Un uomo accorse veloce da una delle altre stanze, aveva capelli corti, una barba mediamente lunga, degli occhiali e un aspetto tipicamente genovese.
“Non lo conosci Laura, ma questo è Luca Volpino un amico di Francesco, lui è un vero volpone! MUAHAHAHAHAHAHAAHAHAH che bella battuta! Anche lui è un giocatore di ruolo da moltissimi anni e pure forse qualcosa in più. Ma i dettagli delle vite dei mortali mi sfuggono spesso. L’importante è che sia rinchiuso qui senza possibilità di uscire!” esclamò il demone che sembrava godere veramente dalla disperazione che aleggiava nella stanza.
“Mad Dog sei un bastardo! Non solo non riesco più a giocare di ruolo ma quando ho provato a fare la pasta con il pesto in cucina, per uno spuntino di mezzanotte, è venuta con la panna e con pezzi di ananas!” detto questo Luca si accasciò mortificato su uno dei divani.
Laura vide altri suoi amici cioè Zoltar e Stef Kiryan, erano seduti attorno ad un piccolo tavolino. Avevano provato a giocare almeno a poker ma tutte le carte nei mazzi erano due di picche. I tavoli da biliardo non avevano le stecche mentre le roulette giravano a vuoto, all’infinito.
“Laura non ci sto capendo niente, dovevamo fare la live insieme e poi mi sono ritrovato qui e ho questa parola in mente, Ravenloft, però non ricordo cosa significhi!” disse Stef Kiryan.
Zoltar guardò Laura con affetto e disse soltanto sorridendo:
“Questo posto è davvero orrendo, la casa nella casa era più accogliente, meglio i non morti e bambini fantasma di questo demone. Però Laura sono sicuro che ci salverai tutti!”
“Andiamo alla libreria, ti piacerà!” esclamò Mad Dog e prese Laura per un braccio senza possibilità di rivolgere una parola ai suoi amici. Al demone non erano piaciute quelle parole del famoso Zoltar, non voleva che la Madre dei Draghi vincesse, infatti stava iniziando a piacergli il sapore della disperazione, lo stava facendo diventare molto più forte.
La stanza in cui erano rapidamente arrivati piaceva veramente alla ragazza, era piena di librerie che arrivavano fino al soffitto zeppe di libri e c’erano pure quelle scale che si ancorano alle librerie, un po’ come quelle dei cimiteri.
“Questa stanza è bellissima!” disse Laura che però non aveva dimenticato quello che aveva visto e sentito nella sala dei giochi.
Al centro della stanza c’era un grande tavolo di legno scuro, ricoperto di fogli di carta, taccuini, libri, appunti, computer portatili aperti, tablet. E intorno al tavolo c’erano varie persone.
“Ecco quel ragazzo che vedi è Masa della Acheron Books. Lui e quelli e quelle della Acheron e le tre ragazze della Gainsworth stanno lavorando a revisionare il racconto. Questa è la loro maledizione! MUAHAHAHAHAHAHAH!”
“E’ davvero terribile! Stiamo correggendo da ore e troviamo sempre refusi ed errori!” disse Masa quasi piangendo.
“Comunque Masa il tuo libro, I Trionfi del Vuoto – La Nuova Alba era davvero buono!”
Gli occhi Mad Dog luccicarono in maniera sinistra quando disse questa frase.
“Buono? Non avrai… un autore sa riconoscere certe cose! Hai mangiato i Trionfi del Vuoto!” esclamò Masa inorridito puntando un dito accusatore contro il demone cornuto.
“Si! Ho mangiato anche tutti i tuoi personaggi, come pensi che possa essere diventato così potente? Era l’unico modo per riuscire… ma sto parlando troppo. Sappi che sono sicuro di essere più forte di Drago Nero o di Lot Destr adesso!” disse tronfio il demone cornuto.
“Drago Nero e Lot Destr chi sono?” chiese invece Laura che stava cercando di raccapezzarsi qualcosa in tutta questa intricata vicenda.
“Drago Nero e Lot Destr noto anche come l’Imperatore Nero sono due dei cattivi dei gdr e dei racconti di Francesco. Tizi molto più malvagi di me, te l’assicuro. Drago Nero soprattutto, è il tipico cattivo che è cattivo perché è cattivo, però in questo periodo l’ho rivalutato, non è stato così malvagio con me. Anche l’altro è sempre meglio non incontrarlo. Loro due non ti aiuterebbero affatto. Potresti provare ad evocare Anubis, lui è uno dei buoni ma prima che riesca a trovare dove siamo, saranno le sei di mattina. Nemmeno la mente di Francesco è intrica come questo posto! MUAHAHAHAHAHAHAHAH! Comunque torniamo a noi!”
“Basta! Io me ne vado! Tutti questi comunque, esclamò e questi punti esclamativi mi stanno facendo impazzire!” disse con il suo accento altolocato Chiara Strazzulla della Gainsworth alzandosi dal tavolo e andando via.
“Questa è una punizione che già ci hai dato Mad Dog nel racconto parodia dell’Inferno di Dante!” esclamò Julia Sienna della Gainsworth che indossava un cosplay di Ash da Evil Dead.
“Ero io il protagonista quella volta! Bel il ringraziamento per averti fatto fare un cameo nell’ultimo libro di Eternal War!” disse il povero Livio Gambarini tremante, seduto su di una sedia, che ricordava bene come era finito quel racconto.
Laura stava riflettendo sulle stranezze, tantissime, di questo posto e la sua mente analitica e logica era arrivata ad una conclusione.
“Questa non è una casa stregata ma più una sorta di Inferno…” disse la famosa content creator.
“Ok! Si, hai ragione! Sono un demone cornuto cosa avrei mai potuto escogitare? Chi è in questa casa deve subire punizione che ho scelto personalmente. Grazie ai miei nuovi poteri ho creato questa dimensione tasca in un altro posto e nessuno potrà trovare dove siamo veramente nascosti! Avresti qualche possibilità in più ma dato non ti piacciono Star Trek e il Doctor Who…. Sei spacciata! MUAHAHAHAHAHAHAHAH! Qui comunque ci sono altre persone conosciamole!”
Al tavolo si trovava una ragazza bionda molto alta, la scrittrice Titania, aveva aperto una bottiglia di cannonu ma sputò quanto aveva bevuto.
“Che schifo! Sa di acqua sporca di detersivo mista a zolfo! Che ho fatto di male per essere qui?”
“A Francesco è piaciuto il tuo primo libro su Fiammetta. E sappi che tutti i liquori qui hanno quel sapore e aspetta di assaggiare il caffè!” esclamò Mad Dog sorridendo sinistramente.
Vicino a loro c’era anche Sonia della Gainsworth che prese la bottiglia di cannonu e bevve un lungo sorso dicendo soltanto:
“Sei uno stronzo Mad Dog!”
“E’ questo e molto di più. Mad Dog una volta eri un trickster ma adesso sei cambiato…”
Chi aveva parlato era un uomo vestito da fauno, barba e capelli lunghi striati di grigio, corna, zampe da caprone e a torso nudo. Assomigliava un po’ a Radagast e insieme a lui c’erano altri scrittori e scrittrici che si trovavano in fondo all’immensa biblioteca quando Laura e Mad Dog erano arrivati nella stanza.
“Laura ti presento Luca Tarenzi, non è un fauno, è solo un cosplay. La sua ultima fatica, la trilogia dal titolo l’Ora dei Dannati l’ho trovata molto succulenta! Ed era pure ambientata in parte a casa mia, negli Inferi! Ho mangiato anche i suoi di personaggi anzi vi rivelo che ho mangiato tutti i personaggi di qualunque libro fantasy o di fantascienza o fantastico italiano prima di rapire la Madre dei Draghi! Mi sono cibato di tutta l’immaginazione degli scrittori e delle scrittrici italiane, ormai non sono più un normale demone cornuto sono molto di più! MUAHAHAHAHAHAHAH!”
“Un tempo ti ho definito una eggregora, adesso sei qualcosa di diverso…” disse Francesco Dimitri, un altro scrittore i cui occhi di solito sprizzavano simpatia ma che adesso erano solamente preoccupati.
“Qualcosa ti ha cambiato Mad Dog, lo vediamo. Perché sei così?”
Ora aveva parlato Aislinn, dai lunghissimi capelli ramati. Il suo sorriso era spesso contagioso ma adesso era serissima.
“Questo dovreste chiederlo a Francesco. E’ tutta colpa sua…” disse il demone cornuto con vero e proprio astio.
“Guarda Madre dei Draghi, c’è una persona che conosci, Licia Troisi! Sai cosa ho progettato per loro e per gli altri scrittori e scrittrice qui presenti che non hanno come punizione di editare questo racconto? Qualcosa di più brutto! Non hanno il blocco della scrittore no… hanno solo idee bellissime e tutte con me come protagonista! Non è stupendo?”
“No, Mad Dog, non è bellissimo! Mi stai facendo immaginare tutti i miei libri con te come protagonista! Non avrei mai voluto vederti con il costume di Nihal, sappilo!” disse Licia che stava schiacciando forsennatamente i tasti di un laptop per scrivere queste terribili idee inculcate da Mad Dog.
Poco più c’era Francesco Falconi prolifico autore di alcuni dei libri più buoni e variegati che il demone cornuto avesse mai mangiato. Si teneva la testa con le mani, stravaccato su di una poltrona.
“Mad Dog sei proprio demone malvagio!” esclamò soltanto lo scrittore con il suo tipico accento toscano.
“Lo so!” rispose il maggiordomo demoniaco sogghignando rapace.
Laura e Mad Dog arrivarono quindi da due ragazze, una era rannicchiata in posizione fetale, l’altra invece non sembrava tanto preoccupata per la situazione e stava disegnando su di un taccuino.
“Ti presento Linda e Daniela. Linda non è una scrittrice ma non sapevo dove metterla. Daniela è una scrittrice, una disegnatrice e scrive e disegna cose zozze. MUAHAHAHAHAHAH!”
“Mad Dog non mi sta facendo immaginare niente di diverso da quello che immagino normalmente…” disse Daniela sorridendo.
“In effetti forse ho sbagliato punizione…”
“A me invece sta facendo immaginare il Doctor Who di Chibnall ma con lui come protagonista. E’ terribile ma non perché il protagonista è Mad Dog ma perché riesco a pensare solo al Doctor Who di Chibnall! Non riesco a togliermelo dal cervello! Ti odio Mad Dog!” esclamò la povera Linda che continuava a rimanere nella stessa posizione.
Un uomo, dai capelli corti e con gli occhiali, si scontrò quindi con il demone cornuto e per poco non cadde per terra ma venne sorretto da Mad Dog che gli diede pure una spolverata per rassettarlo.
“Grazie Mad Dog! Mi hai fatto venire una idea fantastica per un crossover! Don Matteo e Godzilla contro Mad Dog. Sarà un fumetto fantastico, diventerò ricco!” e l’uomo riprese la sua corsa, per prendere carta e penna e scrivere questa idea.
“Chi era quello?” chiese la Madre dei Draghi.
“Adriano Barone, scrittore di libri e fumetti. E’ un tipo strano anche per i miei di standard…”
“E’ ora che andiamo in cucina dai tuoi cari draghetti e draghette! Vedrai cosa gli ho riservato!”
“Sei hai fatto del male alla mia guardia reale e ai miei draghetti io…” la voce della Madre dei Draghi, in questo momento, avrebbe anche fatto ghiacciare le fiamme eterne dell’Inferno.
“Tu cosa? Sono un demone immortale e mi sto trasformando in qualcosa più potente, tu e tutti gli altri e le altre qui siete solo miseri e patetici mortali. Non potreste mai fermarmi, neanche volendo!”
Il demone cornuto quindi trascinò via malamente Laura per portarla nella vicina sala da pranzo. Qui si trovavano infatti alcune persone che conosceva molto bene, riuniti ad un grande tavolo c’erano tutti i suoi draghetti e tutte le sue draghette del suo gruppo Telegram, suo “fratello” Giuseppe e anche un ragazzo che non conosceva che sembrava avere più o meno la sua età. Questa persona era poco più alta di lei, aveva occhi azzurri ghiaccio, fronte alta e spaziosa, labbra sottili, un sorriso perfetto ma triste e una corporatura e un fisico da vero guerriero. Indossava una divisa militare bianca, sulle mostrine c’era uno strano simbolo, un triangolo viola aperto, in mano stringeva una daga. Quando la Madre dei Draghi entrò nella stanza venne, letteralmente, assaltata dalla sua community che nella confusione riuscì a staccarla dal demone cornuto e a porsi tra lei e Mad Dog. Inoltre tutti e tutte si erano armati con armi improvvisate, chi un mattarello, chi una padella, e così via.
“Coraggiosi…” fu l’unico commento del maggiordomo demoniaco che stava facendo una pausa snack mangiando un maiale intero ricoperto di salsa all’ananas che aveva trovato in uno dei tavoli della cucina.
“Piacere di conoscerti, ragazza, mi chiamo Atil, ero uno dei protettori della Terra. Parlando con la tua guardia reale ho capito che conoscete Francesco. Io sono il primo protagonista delle storie di Francesco. Non mi ha creato lui, non ha creato nessuno di noi, ha raccontato le nostre storie. Ci sono infinite realtà nell’Omniverso e… Mad Dog ha quasi finito di mangiare. Ci dobbiamo sbrigare. Quando ti do il segnale, scappa, ci pensiamo noi a fermare il demone. Alcune delle porte di questo posto portano in altri luoghi, potresti trovare aiuto. Questa casa non è quel che sembra…” le disse l’uomo parlando sottovoce.
“Atil cosa ci fai qui?” chiese il demone cornuto, appena finito di mangiare, era stupito della presenza del guerriero, lui non l’aveva messo nella casa stregata.
“Non lo so. L’ultima cosa che ricordo è che sono stato ucciso da Drago Nero poi mi sono risvegliato qui. Sentivo che c’era bisogno di me. E tu Mad cosa stai facendo? Mi sto pentendo di averti salvato molti secoli fa…”
“Si. Chissene frega. Madre dei miei stivali! La punizione che ho dato ai tuoi draghetti e alle tue draghette è la seguente! In questo posto il cibo, le bevande, il caffè fanno sempre schifo! Non c’è connessione, i set di dadi sono sbilanciati, mancano pezzi a tutte le Lego, ogni strumento musicale suona male e ogni libro è pieno di errori di traduzione! MUAHAHAHAHAHAHAHAH!”
“Come stai Laura? Ti ha fatto del male?” chiese Queen che stringeva in mano il suo fido mattarello che avrebbe voluto spiaccicare in faccia al demone cornuto.
“No, più o meno, voi?”
“Nemmeno noi, a parte qualche disagio e l’essere stati rapiti. Io ho trovato questa in compenso!” disse Giuseppe sfoggiando una katana, senza filo, che sembrava avere avuto tempi migliori.
“Non c’è niente di buono da bere o da mangiare. Ed io ho fame! Maurito sta cercando di cucinare qualcosa in cucina ma finora…” Polliciotta non finì la sua frase che si senti una chiara esplosione provenire dalle vicine cucine. Maurito arrivò trafelato, vivo anche se completamente annerito dall’esplosione e con i capelli dritti e bruciacchiati.
“Ehm. Penso di aver appena inventato il tacchino esplosivo…” rispose Maurito alla domanda inespressa di tutti i presenti.
“L’unica cosa decente è la birra del barilotto del nano Rugni che abbiamo trovato qui in cucina…” disse Bardonatale tracannando un po’ della rinomata birra nanica e passando poi il barile Berus, un altro dei mod.
“Demone è per colpa tua che adesso mi piacciano i Ventrue?” chiese il moderatore dopo aver bevuto anche lui un po’ della birra di Rugni.
“Certo. Ho distribuito qualche maledizione in più, giusto perché mi piaceva! Come è colpa mia se a Mokay adesso piacciano le battute di Policiotta ma adesso Policiotta non riesce a fare più battute! MUAHAHAHAHAHAHAH!”
“Me la pagherai Mad Dog!” esclamò il mod siciliano per poi scoppiare a ridere ricordando una vecchia battuta di Giusy.
“Non ti verrà risparmiato il banhammer, demone!” disse risoluto Cris.
Dato che il demone cornuto era distratto, essendosi messo a mangiare un altro maiale, Atil scelse quel momento per incitare Laura a scappare e disse:
“Zionano attacca ora!” disse il valente guerriero lanciandosi contro Mad Dog. Mentre succedeva tutto questo si iniziò a sentire una canzone da combattimento come in una partita da D&D.
Nello stesso momento Zionano, che aveva preso la botticella del nano Rugni, la lanciò in faccia al demone cornuto. Il barilotto andò in frantumi e il demone si trovò inondato di birra. Nello stesso momento Giuseppe diede un colpo di piatto con la katana al sedere di Mad Dog che veniva attaccato da tutti i draghetti e da tutte le draghette. Queen gli diede un colpo allo stinco con il suo fido mattarello, mentre Cris e Berus armati con dei martelli trovati in cucina colpirono l’altro stinco. Comparve anche un Mik selvatico che lanciò un Rocci vocabolario di italiano-greco trovato in giro in testa al demone, mentre Mokay e Bardonatale ruppero, il primo una sedia, il secondo una chitarra sulla schiena del demone.
“L’ho sempre voluto fare!” disse il bardo euforico.
Polliciotta e Mauro si erano armati di padelle e le usavano senza lesinare colpi. Nella mischia si potevano vedere anche Tiny Seeds, Lord Wolf, Damiano, Jenny, Roby, Lord Drago, Matteo, Marie Roger, Adreamery, Zanfib, Marco che da poco non era più un piccolo angelo e tutte le altre persone che facevano parte di Roccia del Drago. Per ultimo arrivò Sasone Potterone che lanciò due caffettiere giganti sul demone cornuto. Infine Atil cercò di colpire al ventre il demone cornuto con la sua daga ma il suo attacco fallì perché Mad Dog, stufo di quanto stava avvenendo, si liberò facilmente di tutti i suoi aggressori, parò il colpo con un avambraccio e prese la gola l’atlantideo. Il malvagio maggiordomo sollevò da terra il guerriero che scalciava e senza tanto sforzo gli ruppe il collo, poi buttò il corpo sopra il tavolo.
“Vediamo se torni in vita questa volta…”
In tutto questo trambusto però Laura era scomparsa, il demone cornuto non si curò minimamente dei draghetti e delle draghette e andò a cercare la sua preda. Mad Dog riuscì a ritrovare la Madre dei Draghi, come dovreste sapere se avete letto l’anteprima del racconto di Natale di qualche tempo fa. Il demone cornuto stava portando la ragazza in un’altra stanza quando vennero fermati da alcune persone che stavano pulendo il corridoio dove si trovavano.
“Mi ero dimenticato! Non sapevo più cosa inventarmi e quindi ad alcuni amici e ad alcune amiche di Francesco ho dato come maledizione… quella di pulire tutta questa casa stregata! Solo che appena finiscono di pulire, lo sporco ritorno! E’ geniale! Quella che sta pulendo tutto in maniera maniacale, in stile serial killer, usando prodotti brandizzati Esselunga, è Ciane Nemo.”
“Questa macchia è ostinata come il mio ghoul!” disse la ragazza che ostinatamente continuava a strofinare il parquet.
“Ha dato poco iniziato a giocare a Vampire, non farci caso. Ah ecco le migliori! Odry e Pamela due delle più care amiche di Francesco e per questo gli riservo sempre dei ruoli importanti… la servitù! E’ una gag ricorrente, fa schiattare dalle risate! Quando mi ricordo di dare loro un ruolo! Sono in pratica sorelle anche se non di sangue. Non so se capisci la loro lingua, vengono da un posto lontano per te… Roma! MUAHAHAHAHAHAH!”
“Sei proprio uno stronzo Mad Dog!” dissero all’unisono le due ragazze che stavano spolverando dei quadri orrendi con degli spolverini.
“Ti piace proprio sentire la tua voce demone…” fu il commento laconico di Laura
“A Mad Dog piace moltissimo la sua voce. E’ la persona più egocentrica dell’universo, lo conosco bene! Mi ha rapito varie volte in questi anni…”
Quello che aveva parlato era Borgo che evidentemente non si era, in realtà, salvato dal far parte del racconto di Natale di quest’anno. Il ragazzo stava pulendo dell’argenteria piena di ragnatele ma le ragnatele tornavano sempre.
“Alla fine non eri pazzo allora, come Francesco, anche tu mi hai abbandonato…” il demone cornuto sembrava veramente triste.
“Mad Dog anche se a volte sei uno stronzo e mi rapisci, sono sempre tuo amico…” esclamò Borgo.
Laura però era rimasta indietro, interessata di più ad un quadro che rappresentava il Golden Gate crollato sul Caffè delle Mura a Lucca. La firma del pittore, soprattutto, attirò la sua attenzione. Il demone prese di nuovo il braccio la ragazza e riprese a camminare.
“Passiamo avanti che ho visto qualcuno di molto più importante di Borgo! Liz, la prima protagonista di uno dei miei racconti, la prima versione di Alice! Sei bellissima anche da cameriera, cara!”
“Sei pessimo Mad Dog!” esclamò la ragazza senza alzare gli occhi dal punto che stava pulendo.
Finalmente Laura e il demone cornuto si ritrovarono in un altro posto, era una grandissima stanza, da una parte c’era un bancone di un bar con un barista e alcuni avventori mentre tutte le pareti erano piene di gadget, action figure, statue, fumetti, libri e cose da nerd di Sailor Moon, Marvel, Lego, Robottoni, dinosauri e anche console per videogiochi. Appena la Madre dei Draghi entrò in questo locale, venne raggiunta da Lilletta, che abbracciò subito l’amica, e da Kanon.
“La punizione per queste persone è che se si avvicinano alle loro collezioni… verranno distrutte! Inoltre il caffè del bar fa schifo così come i liquori!”
“C’è tutta la mia collezione di cimeli di Sailor Moon!” esclamò Lilletta sconsolata.
“E la mia di Robottoni!” disse Kanon.
Al bancone intanto il disegnatore siciliano Zerov si disperava per questa terribile maledizione e perché, come stava dicendo di continuo:
“Mad Dog io l’ho disegnato varie volte! E questo è il suo ringraziamento?”
“Pensa che a me fa sempre fare una fine bruttissima. Almeno questa volta sono viva… anche se questo vino sa di sturalavandini!” esclamò Simona bevendo direttamente dalla bottiglia.
“Io cosa dovrei dire che vengo sempre rappresentato come un ubriacone? Non è assolutamente vero! Passami un po’ quella grappa che sta vicino a te Simona, proviamola!” Prima di berla però Valberici guardò l’etichetta, c’era scritto “Miracolosa Grappa dell’Ultravita” e un’idea malsana gli venne in mente.
“Sei un pisano Mad Dog! Mi stai facendo servire caffè scadente! Non ti perdonerò mai! Poi se solite battute a Fabrizio, non sono più carine!” urlò il barista, Tanabrus famoso per avere il miglior caffè di tutta Lucca.
Fab quindi si avvicinò al demone e gli puntò il dito indice contro:
“Mad Dog celtico senza glutei non fa più ridere nessuno! Lo trovi solo te divertente! E non c’è niente senza glutine in questo posto!”
“Io lo trovo molto divertente! MUAHAHAHAHAHAHAH!”
“Solo tu trovi divertenti questa bruttissime battute! Quest’anno per fortuna non mi fai mangiare da dei dinosauri. Almeno qualche novità. Sappi che non parlerò mai di te nei podcast!” esclamò Sergio, che si trovava anche lui al bancone del bar a guardare malinconico la sua collezione di dinosauri, irraggiungibile.
“Le mie battute sono sempre bellissime! Ma il tempo è ormai finito, Laura non sei riuscita a…” Mad Dog non finì la sua frase che venne interrotto da Valberici.
“Secondo me, Mad Dog, nemmeno te riesci a bere questa grappa! Fa troppo schifo!”
Il demone punto nell’orgoglio, senza nemmeno rispondere, prese la bottiglia di grappa dalla mano di Valberici, la scolò in un sol sorso e cascò a terra svenuto, di sasso. Il demoniaco maggiordomo si risvegliò un po’ di tempo dopo ed era circondato da tutte le persone che aveva rapito. Intorno al demone cornuto era stato sparso del sale ed erano state dipinte delle linee e dei simboli con il gesso. Laura avanzò risoluta in mezzo alla folla per mettersi davanti al demone cornuto, scortata dalla sua guardia reale e da Atil che era tornato, nuovamente, in vita.
“Nessuno ti ha aiutato, hai fatto tutto da solo. Ti sei sentito abbandonato da Francesco e questa è la tua vendetta. E per dove siamo, siamo nella mente di Francesco. C’erano dei chiari indizi…” disse la Madre dei Draghi risoluta.
“Non so come tu abbia fatto ma ci hai preso alla perfezione! Sono l’unico che può farvi scappare di qui ma vi terrò in questo posto per sempre, non penserete veramente che un po’ di sale e dei simboli disegnati con il gesso mi possano fermare! Sono un demone immortale cosa potete fare per sconfiggermi, annoiarmi a morte? E’ tempo di finirla!” urlò Mad Dog tentando di avventarsi su Laura per colpirla con i suoi artigli affilati. Il demone però non riuscì nemmeno a toccarla che un corvo fatto di inchiostro si originò dalla ragazza e lo ferì al volto, per poi volare di nuovo dalla sua proprietaria.
“Figata!” esclamò la Madre dei Draghi che non sapeva di avere questa abilità.
“Com’è possibile che tu abbia dei poteri qui? Io sono l’unico che ha certe abilità qui e ve lo dimostrerò! Posso lanciare una palla di fuoco e sopravvivere ma voi no! MUAHAHAHAHAHAHAHAH!”
Il demone cornuto però non poté compiere la sua azione che venne fermato da un vortice di sabbia rossa che lo avvolse e lo fece sbattere e bloccare contro uno dei muri della stanza. Il vortice quindi divenne una persona, Anubis, la cui testa di sciacallo faceva impressione a tutti e a tutte. La divinità, dal fisico scolpito, era nuda, a parte un gonnellino azzurro.
“Mad Dog, finiscila.” disse solamente il dio egizio, con la sua voce fredda.
“Per quanto tu sia solo un ricordo dell’Atil che conoscevo, è bello rivederti, amico mio.” continuò Anubis rivolto all’atlantideo.
“Come è possibile che dei miseri e patetici mortali siano riusciti ad evocare una divinità!?”
“Hai riunito qui scrittori, scrittrici, esperti ed esperte di occulto, dungeon masters, giocatori e giocatrici, un atlantideo e pensavi che non trovassimo un modo per fermarti?” esclamò Luca Tarenzi.
“Per essere un diavolo della fossa non sei così intelligente…” disse Humberdale.
“Non posso essere stato battuto da dei miseri e patetici mortali!”
“Mai sottovalutare il potere dello spirito umano Mad Dog. C’è dell’oscurità in te, molta più del normale, devo capire cosa sia ed è tempo che tutto questo finisca.” il dio schioccò le dita e davanti a tutti e tutte loro comparve Francesco, che era molto imbarazzato di essere al centro dell’attenzione.
“Ah eccolo! Il traditore! Vuoi sapere perché ho fatto tutto questo? Perché ho rapito tutte queste persone? Ero importante un tempo, facevo interviste, ero al centro delle giocate di Vampire, di D&D e dei tuoi racconti, le mie fattezze venivano disegnate di continuo e poi è tutto finito! Giusto qualche comparsata ogni tanto! E dopo hai scoperto anche Roccia del Drago! Sono stato dimenticato del tutto! Ho voluto rapire la Madre dei Draghi e tutta la sua community così potevo avere la mia vendetta! Ragazza ti sbagliavi quando hai detto che ho fatto tutto da solo, l’unico che mi è stato a sentire è stato Drago Nero! Mi ha ceduto parte dei suoi poteri, ho solo dovuto mangiare qualche sua scaglia ed ora quando mangio qualcuno che ha poteri magici… posso usarli pure io come Drago Nero. Non sono mai stato così potente!”
Mentre il folle discorso di Mad Dog andava avanti, Anubis e Atil avevano fatto indietreggiare tutti, infatti stava succedendo qualcosa di dannatamente strano al demone. La sua pelle stava diventando nerastra e il suo corpo si stava ingrandendo, liberandosi dalla sabbia che lo intrappolava.
“Ho un brutto presentimento!” disse Giuseppe, il “fratello” di Laura.
“Mad Dog è stato una pedina tutto questo tempo. Francesco è la tua mente, puoi fare tutto quello che desideri. Quando Drago Nero sarà qui dobbiamo fermarlo nel più breve tempo possibile, sennò ci divorerà tutti e farà lo stesso con la tua mente. Poi avrà mano libera per conquistare tutte le realtà.” la voce di Anubis era sempre priva di emozione.
“Sono sicuro che farete tutti e tutte del vostro meglio. Io e Anubis cercheremo di distrarre Drago Nero.” disse sicuro Atil.
Intanto il corpo del demone cornuto si era trasformato, in maniera terrificante, tra ossa che si spezzavano, muscoli che si formavano e articolazioni che schioccavano, in quello di un piccolo drago nero con ali membranose di pipistrello. Malvagi occhi gialli simili quelle di un gatto guardavano con odio chi gli stava davanti. Dalla bocca, ira di zanne aguzze, colava un icore nerastro. Varie corna e spuntoni, di dimensioni diverse, occupavano il retro della testa del drago. Sembrava che il mostro stesse ancora crescendo e presto avrebbe raggiunto la stazza di un drago adulto. Il dio egizio aveva evocato dei vortici di sabbia per cercare di fermare Drago Nero mentre Atil punzecchiava il suo avversario, sul lato sinistro, usando la sua daga. Francesco chiuse gli occhi e quando lì riaprì tutti i suoi amici e le sue amiche indossavano le vesti delle rispettive case di Hogwarts e avevano in mano delle bacchette magiche. Lilletta e Kanon sfoggiavano le vesti dei Ravenclaw, la Madre dei Draghi, Sasone e Francesco avevano invece quelle degli Slytherin.
“Usiamo la killing curse, tutti e tutte insieme, al mio via, 1, 2, 3!” esclamò Francesco che aveva da poco finito di leggere il primo libro di Harry Potter.
“AVADA KEDAVRA!” urlarono tutti e tutte e miriadi di raggi verdi partirono dalle loro bacchette e colpirono Drago Nero le cui scaglie ossee iniziarono a sbiadire ma il mostro resisteva non era ancora abbastanza per distruggerlo.
“Pensate davvero di fermarmi usando una misera magia umana?” la voce del più potente cattivo dei racconti e delle giocate di Francesco era profonda e gutturale. A questo punto accanto a Laura comparve un nuovo venuto. Di aspetto assomigliava un po’ ad Atil, sembrava esserne un parente, ma i suoi capelli erano neri come ossidiana così come gli occhi che non avevano pupille. La sua pelle invece era grigio scuro e indossava un completo giacca, cravatta e pantaloni eleganti anch’esso grigio. Sembrava provenire da un mondo in cui non esistevano i colori ma solo una scala di grigi e la sua presenza attutiva i colori di tutto quello che lo circondava. Anche lui aveva una bacchetta in mano.
“AVADA KEDAVRA!” urlò l’uomo con una voce carica di una rabbia palpabile. Il suo raggio verde colpì in pieno Drago Nero che urlando di dolore iniziò a disintegrarsi.
“No, no non riuscirete a sfuggirmi; anche dal cuore dell’inferno riuscirò ad annientarvi; e in nome dell’odio io sputo il mio ultimo respiro su di voi!” urlò il mostro prima di essere annientato.
“Lot Destr, grazie.” disse Francesco rivolto al nuovo venuto.
“Lot Destr? Ma non è l’altro cattivo delle tue giocate?” chiese la Madre dei Draghi incuriosita.
“Si, sono io. Non nego che un tempo alcune mie azioni possano essere considerate malvagie. Per come la vedevo io ero dalla parte del bene, del mio bene. Da quando i miei figli, mio fratello e Atil sono morti a causa di Drago Nero, ho deciso di votare la mia esistenza alla distruzione di quell’essere che ho creato io millenni fa. Vi ho aiutato perché abbiamo un nemico comune. Sono stato io a darti l’indizio nel quadro. Non potevo scrivere molto e speravo che la frase: la casa è nella sua mente, fosse abbastanza.”
La voce di Lot Destr era suadente e accattivante, tanto che tutti e tutte non avevano fiatato quando aveva fatto il suo monologo. Atil si avvicinò la cugino e gli rivolse solo un cenno del capo. Sembrava che si stessero parlando ma senza usare la voce.
“Mad Dog ha creato un grande danno a tutto l’Omniverso, dobbiamo ripararlo in qualche modo. ” disse Anubis che non sembrava sorpreso della presenza dell’antico atlantideo e continuò rivolgendosi agli amici ed amiche di Francesco.
“Un po’ di pazienza e vi riporteremo nelle vostre rispettive dimore. Dimenticherete tutto e tornerà tutto alla normalità.”
Lot Destr si diresse quindi verso i resti di Drago Nero e li fece sparire solo indicandole con un dito. Mad Dog era ancora vivo, aveva tentato di nascondersi sotto i resti del drago ma adesso era stato scoperto.
“Ehm. E’ troppo tardi per farvi le mie scuse?” chiese il demone cornuto.
Lot Destr per tutta risposta gli ficcò una mano in corpo ed estrasse, tra le proteste di Mad Dog, un pezzo di carne nera e ricca di icore nerastro e scaglie d’osso. La carne si dissolse e dal corpo del demone cornuto si sprigionò un vero e proprio tornado di luce, in cui si vedevano delle anime vorticare, erano le anime di tutti i personaggi che il diavolo aveva mangiato prima dell’inizio del racconto. Infine il tornado di luce scomparve così come si era iniziato.
“L’equilibrio è stato ristabilito. Tutti i danni che ha fatto Mad Dog sono stati ripristinati.” disse il dio egizio.
“Ma chi ripagherà la Madre dei Draghi di tutti i danni che ho fatto in camera sua? Eh Francesco mica ha tutti questi soldi, ha speso già un botto in Lego e in…” prima che il demone cornuto riuscisse a finire la sua frase venne seccato da un Avada Kevadra di Francesco.
“Tanto torna in vita tra poco…”
“Signora Madre dei Draghi, verranno ripristinati anche i danni che Mad Dog ha fatto alla sua abitazione, non si deve preoccupare.” rispose Anubis ad una domanda che stava per fare Laura.
“Resta il fatto che dobbiamo punire Mad Dog per quello che fatto. E’ praticamente immortale, dobbiamo scegliere una punizione apposita. Vorrei sceglierla io ma parafrasando un detto di voi mortali non v’è peggior furor di una content creator a cui hanno distrutto pc, webcam e Sweggon!” disse sorridendo Lot Destr.
“Ci devo pensare, non è semplice…” Laura che si mise a rimuginare quale potesse essere una punizione ideale per il demone che intanto era tornato in vita.
“Ah e se il modem della Madre dei Draghi si è fritto settimana fa, è colpa mia!” fu la prima cosa che disse Mad Dog tornando in vita.
Questa volta l’Avada Kevadra partì da Laura e da tutti i draghetti. Nel frattempo Francesco si era avvicinato ad Anubis e gli stava dicendo qualcosa sottovoce. Il dio non era convinto ma alla fine annuì. Intanto il luogo in cui si trovavano stava subendo una trasformazione, la casa scomparve e si trovarono tutti e tutte fuori da un anonimo parcheggio a due piani. Vicino si vedevano dei binari di una stazione ferroviaria. Sembrava di essere in una normale città di provincia italiana.
“Ehi ma siamo a Monterotondo!” esclamarono insieme Pamela e Odry.
“Laura quel cappello da elfing ti sta davvero male e che battute brutte ti fa fare!” disse invece un redivivo Mad Dog. Vari raggi verdi partirono dalla bacchette e il demone cornuto morì nuovamente. Morì varie volte in quei minuti, sempre perché diceva qualcosa di… poco carino. Tra le varie frasi che il demone disse c’erano: “Sailor Moon fa schifo!”, “Ma Masa e Titania che razza di nomi sono?”, “I Maneskin non sanno cantare!”, “In questo racconto ci sono più errori che nelle traduzioni italiane di GoT!”, “In fondo Ravenloft non è una bella ambientazione!”, “Le Lego sono solo per bambini!”, “Le migliori stagioni del Doctor Who sono quelle di Chibnall”, “Le battute di Bardonatale e di Polliciotta sono orribili!”, “La grappa è un pessimo liquore!”, “I tortellini vanno mangiati solo con la panna!”, “La vera lasagna è quella con la sfoglia gialla e con il ketchup!”, “Quel topo Ernie è davvero succulento!”, “Martin non scriverà mai i due libri che mancano!”. Mentre succedeva tutto questo Lot Destr, Anubis, Francesco e Laura stavano discutendo, sembravano aver preso una decisione e si avvicinarono al demone cornuto. Mad Dog li guardò e gli sguardi della ragazza e dell’atlantideo gli fecero tremare le gambe.
“Questo farà male!” fu tutto quello che riuscì a dire il demone cornuto prima che Lot Destr lo indicasse con un dito. Il corpo del diavolo venne come pixerizzato, ogni pixel si avviluppò su se stesso e Mad Dog scomparve, urlando, in un lampo di luce.
“Quale sarà la sua punizione?” chiese Polliciotta che era molto interessata alle punizioni.
“Oh, vedrai, è una sorpresa.” rispose Lot Destr maliziosamente.
“Esimi ospiti, l’unica cosa giusta da fare per ricompensarvi delle sue vostre tribolazioni è offrivi un lauto pranzo a Castel Oricalco. Prenderemo un treno molto speciale che ci porterà fuori dalla mente di Francesco e sul Pianeta Oricalco. E’ il luogo dove svolgiamo il nostro lavoro di guardiani e protettori dell’Omniverso. Francesco ha anche proposto di organizzare una crociera con la nostra nave ammiraglia, la Oricalco, dopo le vacanze di Natale. E’ contro le regole permettere ai mortali di accedere al pianeta Oricalco ma per questa volta faremo una eccezione. Se volete seguirmi, da questa parte.”
Il dio egizio portò tutti e tutte attraverso un sottopassaggio e poi su di una banchina di un normale binario ferroviario di una stazione italiana. C’era un treno magnifico che li aspettava, le sue pareti erano completamente trasparenti e all’interno si potevano file di comode poltrone bianche più simili a quelle di un salotto nobiliare che a quelle di un treno. Tutte le persone che erano state rapite da Mad Dog iniziarono a salire sul treno e trovarono ad accoglierli cibo e bevande calde per ristorarli.
“Questo è un addio. Sono soltanto un ricordo di Atil, non sono veramente vivo, devo rimane qui. E’ stato un onore combattere per te Madre dei Draghi e combattere con la tua guardia reale e con i tuoi draghetti. Spero di essermi guadagnato il titolo di draghetto onorario.” disse l’atlantideo con un sorriso mesto.
La commozione era palpabile tra tutti i draghetti, Laura stava per rispondere quando si fece avanti Lot Destr.
“Sei sempre stato così drammatico cugino.” e così facendo appoggiò la mano destra che sul petto di Atil. Una strana vibrazione sembrò partire da Lot Destr ed avvolgere l’altro atlantideo.
“Ecco, ti ho donato parte della mia essenza vitale. Ne ho in abbondanza. Non c’è bisogno che mi ringrazi.” e Lot Destr entrò sul treno senza dire altro. Atil era così stupefatto da quanto era avvenuto che era rimasto senza parole.
Atil, Laura, Francesco e tutti i draghetti e le draghette salirono, felici, sul lungo treno che partì immediatamente in volo. Il mezzo prese velocità e attraversò un portale, viola con i bordi arancioni, che si era aperto in cielo. Dentro i vagoni, in sottofondo si poteva sentire l’inizio del Bolero di Maurice Ravel. Alla Madre dei Draghi, Francesco e a chi era astemio venne offerta dell’ottima cochina bella fresca, agli altri e alle altre venne offerto dello spumante. Da mangiare c’erano salatini, rustici, pizzette con alternative vegane, vegetariane e pure, per la gioia di Fab, per celiaci. Dopo aver attraversato il portale, il treno stava sorvolando una immensa città futuristica, grattacieli ricoperti di alberi si protraevano verso un cielo limpido e azzurro. Stavano attraversando un grande viale alberato, ai lati del quale c’erano statue policrome, alte almeno cinquanta metri. Raffiguravano tutti i Borgo che c’erano stati nei vari racconti di Natale, dal Borgo Pirata al Borgo Bian Coniglio. Festoni e bandiere giganti con il triangolo viola aperto, chiamato Tetraktys Imperiale, simbolo del Pianeta Oricalco e il Sole Oscuro di Lot Destr, adornavano tutti gli edifici. Una folla festante aveva invaso le strade e i viali della città per festeggiare coloro che avevano salvato l’Omniverso.
“Ma… è bellissimo!” esclamò Borgo al culmine dell’emozione.
“Anubis ha una… fissa per le statue.” spiegò molto imbarazzato Francesco.
“Ho fatto costruire statue di tutti e tutte voi, come è giusto che sia. Questa è la Via dei Borgo Riuniti, presto arriveremo alla Via di Roccia del Drago.” disse il dio egizio che poi si avvicinò alle ragazze della Gainsworth. Nelle sue fredde mani aveva tre libri che loro conoscevano bene era i due libri usciti della saga di Death is not the worst di Julia Sienna e Equinox di Chiara Strazzulla.
“Vi pregherei di firmarmi i vostri libri. Li ho apprezzati moltissimo!”
“Hai letto i nostri libri?” chiese stupita Julia mentre Sonia cercava di rianimare Chiara che era svenuta.
“Sono immortale, non dormo, ho molto tempo a mia disposizione.” disse Anubis.
“Dobbiamo fare un brindisi! Abbiamo battuto un drago nero!” esclamò invece felice Zoltar.
“Un altro brindisi perché abbiamo anche battuto un diavolo della fossa!” replicò Andrea, Master of Masters.
Francesco intanto si era avvicinato a Luca Tarenzi e ad Aislinn.
“Aislinn, grazie per avermi consigliato i bellissimi libri di Nicholas Eames. E’ da Bloody Rose che ho preso l’idea di fare in modo che i tatuaggi di Laura si animassero in caso di estremo pericolo. Ci ha fatto guadagnare tempo prezioso.”
“Prego, Fra. Ma sai se ci sono altre divinità qui?” chiese la scrittrice curiosa.
“A palazzo c’è Ecate. Ci dovrebbero essere anche Castore e Polluce. Sicuramente c’è Giano, se la signorina Laura dell’Accademia di Giano lo vuole incontrare…” rispose il dio egizio.
Laura di Giano, che in quel momento stava mangiando un rustico, per poco non si strozzò e riuscì a bofonchiare un “ok”.
“Vampiri ne avete?” chiese estremamente interessato Stef.
“Certo, non discriminiamo nessuno. Abbiamo anche zombie e altri non morti che lavorano per noi. A Castel Oricalco ci sono due cainiti Matt Stakes, un Lasombra, e il Conte Von Orlok, che è un Nosferatu. Provengono dal Mondo di Tenebra, ma ci sono anche vampiri che vengono da altre realtà. Possiamo organizzare un incontro se vuole…” rispose il dio egizio.
“Comunque io seguo tutti i vostri canali di Youtube e Twitch. Sarò anche un Dark Lord alla Sauron, come mi descrivono ma apprezzo contenuti interessanti come quelli che fate voi. Mi è piaciuto soprattutto il video in cui la Madre dei Draghi e Stef Kiryan parlano degli allineamenti di Game of Thrones. Secondo voi qual è il mio allineamento?” chiese interessato Lot Destr.
Per fortuna di tutti e di tutte fu quello il momento in cui Polliciotta esclamò:
“Ma sono statue nostre!”
Infatti il treno stava passando in mezzo ad un altro grande viale, questo aveva sempre delle statue policrome giganti che però raffiguravano tutti i draghetti e tutte le draghette. C’era Maurito con un pentolone di sugo e un mestolo in mano, Polliciotta in posa mentre mangiava un pezzo di pizza, Mik con in mano tantissimi manuali e libri poi c’erano le statue delle Guardia Reale che avevano tutte una corona di alloro dorato in testa. Bardonatale con un’arpa, Queen con il fido mattarello, Mokay con i suoi gatti e il manuale dell’Unico Anello, Cris con un martello da guerra e Berus con il classico manuale verde di Vampire The Masquerade. Quindi arrivarono in una piazza che poteva contenere una piccola cittadina mentre il Bolero arrivava al suo momento clou. Non era semplice lasciare Laura senza parole ma lo spettacolo che stava vedendo era qualcosa che non avrebbe mai immaginato. Intorno alla piazza c’erano molte statue che rappresentavano tutti i vari personaggi che la Madre dei Draghi aveva interpretato durante le sue numerose sessioni di gioco di ruolo, da Tama a Jean Claude con Bombo, da Mama a Vissen, da Stelium a Sallivan fino a Abigail Van Larsen, il suo nuovo personaggio, con una balestra nelle mani puntata davanti ad un ipotetico pericolo. Tutte queste statue erano uguali alle miniature che aveva creato con Heroforge. In mezzo alla piazza, invece, c’era un’altra statua, più grande delle altre, che rappresentava Laura, la Madre dei Draghi, assisa sul Trono di Spade, in mano Sorella Oscura, in testa una corona nera, sulle spalle ai lati, delle versioni piccole di Smaug e Drogon e in grembo Spyro. La statua aveva lo stesso cosplay di Visenya Targaryen che Laura aveva portato a Lucca anni prima ed era, in toto, la riproposizione in forma fisica del logo del canale Twitch della Madre dei Draghi. Nella piazza poi c’erano numerose e grandi bandiere di due tipi, quelle dei Targaryen, con il classico lo sfondo nero e il drago rosso, e quelle verdi e argento della casa Slytherin.
“Questa è la piazza Madre Dei Draghi, il viale prima si chiama Roccia del Drago. Ci piace fare le cose in grande qui. Siamo quasi arrivati a destinazione.” disse Anubis
Il treno si stava avvicinando ad un castello enorme, arroccato su di una collina scoscesa, circondato da un parco, ricco di torri, torrette, masti. Il tetto era blu, la pietra delle mura era bianca mentre la facciata, verso cui si stavano muovendo, era di colore rosso. Era una versione più grande, ricca ed adorna del castello di Neuschwanstein. Proprio quando il Bolero stava finendo si ritrovarono tutti e tutte teletrasportati nel cortile del castello. Laura e Licia come tutti e tutte rimasero a bocca aperta perché sopra di loro stavano volteggiando dei draghi di vari colori. Veri draghi a quattro zampe, non quelle finte viverne di Game of Thrones.
“Benvenuti a Castel Oricalco. Se volete seguirmi, andiamo alla sala del trono.” e il dio egizio portò i suoi ospiti per sale e corridoi affrescati e impreziositi da opere d’arte famose che, in teoria, si trovavano sulla Terra. Quindi arrivano in un grande salone immenso, pieno di arazzi che raffiguravano i simboli del Pianeta Oricalco, di Lot Destr, dei Targaryen, degli Slytherin e il logo del canale Twitch della Madre dei Draghi. Un tavolo a forma di “u” occupava la sala e in una porzione sopraelevata della stessa c’era un trono interamente fatto d’oro, con una fenice scolpita che sembrava iniziare a prendere il volo dalla parte più alta dello schienale. Vicino al trono c’era una teca, aperta, in posizione verticale, con dentro una spada. L’arma era molto semplice, con una guardia a croce disadorna.
“Il trono della fenice. Sono secoli che non lo vedevo.” disse Lot Destr che non aveva parlato da un po’ di tempo. Tutto quello che vedeva gli ricordava il fratello defunto.
“Di cui sei il legittimo erede.” gli replicò Anubis.
“Anubis, sai bene quanto me che non sono la persona adatta per sedersi su quel trono. Non sono infallibile e giusto come era mio fratello. Sono più simile ai mortali di quanto voglia ammettere e Atil è come me in questo. Forse è giusto che il trono rimanga vacante, come monito di cosa abbiamo perso. E mortali, vi voglio dire una cosa che ho imparato a caro prezzo, ognuno è artefice del proprio destino. Divinità, semidei, demoni cornuti ed anche voi mortali. Ora vi saluto. Vado a vedere la tomba di mio fratello e dei miei figli. Tornerò quando sarà il momento di aiutarvi contro Drago Nero.” Detto questo Lot Destr scomparve in un vortice di luce, aria e fulmini neri.
“Quella spada è interessante, posso vederla da vicino?” chiese Livio che era un esperto di armi e armamenti della Basso Medioevo lombardo.
“Se la spada vorrà. Non è semplice spiegare cos’è quell’arma anche per me che sono una divinità. Ha avuto vari nomi e forme nel corso dei millenni ed è dotata di vita e volontà proprie, rappresenta l’essenza stessa dell’Omniverso. Sento che la spada ci verrà in aiuto, nel momento più critico, quando l’oscurità incomberà. Ma ora diamo inizio al banchetto!” rispose Anubis.
Presto vennero portate decine e decine di portate di cibo succulento e bevande gustose, molte a tema natalizio. C’erano cotechini con le lenticchie, zamponi, stinchi di maiale al forno, polli allo spiedo, patate al forno, sushi, interi pesci cotti sulla brace, polenta, lasagne, tortellini in brodo e poi carbonara, amatriciana, la vera pasta con il pesto genovese e quintali di pizza di ogni tipo. Erano anche iniziate le canzoni di Natale e ci fu grande costernazione perché Anubis non sapeva cosa fosse il Whamageddon. Verso la fine del lauto pranzo, il dio, che non aveva toccato cibo si alzò in piedi per un brindisi.
“Da quel che ho capito di queste usanze natalizie, bisogna cantare tutti insieme una canzone. Non sono in grado di farlo, renderei ogni canzone orribile con la mia voce quindi ho scelto che sia Francesco a cantare per primo, poi lo seguirete tutti e tutte.”
Appena ebbe sentito queste parole, Francesco cercò, invano, di nascondersi sotto il tavolo ma venne riacchiappato dalla Madre dei Draghi e da Lilletta.
“Una volta hai detto che l’unica cosa che avresti mai cantato sono le canzoni di Natale. Questa è l’occasione giusta.” disse Laura con un sorriso divertito.
“Te lo ricordi, eh. Ok, se proprio devo. Questa la dedico alla Madre dei Draghi, a Lilletta, a Kanon a tutti i draghetti e a tutte le draghette e a tutti e tutte voi.” disse Francesco imbarazzato mentre Anubis gli passava un microfono.
Quindi Francesco si mise a cantare When Love is Found/It Feels Like Christmas direttamente dal finale di Muppet Christmas Carol. Pian piano che la canzone andava avanti, tutti e tutte si misero a cantare come se conoscessero perfettamente queste canzoni. Atil guardò divertito il dio egizio e gli disse sottovoce:
“Vecchio mio, tu non lo fai vedere ma ti stai divertendo un mondo!”
“Non posso provare divertimento ma se fossi vivo come voi direi che è bello vederli così felici. E che facce faranno quando verranno Santa Claus, il Krampus e Hogfather portare i regali!”
“Poi gli farai dimenticare tutto vero?” chiese l’atlantideo.
“Dopo la crociera, si, i loro ricordi svaniranno un po’ alla volta. Le foto e le altre testimonianze digitali e analogiche scompariranno pure. E’ la prassi. Al momento giusto ricorderanno. Stanno per arrivare i doni che ho scelto per ognuno di loro, quelli rimarranno invece!”
Era passato qualche giorno dalla loro avventura. Erano stati teletrasportati che era quasi il tramonto e la nave in cui si erano ritrovati tutti e tutte sembrava un vero e proprio galeone dei pirati, il legno scuro ma perfettamente lucido, le rifiniture delle balaustre, delle finestre delle poppa e dei corrimani erano rosse e oro. Il veliero era immenso, gli alberi erano altissimi e le loro vele erano bianche e rosse a strisce e sopra campeggiava un teschio con due spade incrociate. La polena era uno scheletro che reggeva una spada. Il galeone era uguale a quello in versione Lego che Francesco aveva in camera sua.
“Benvenuti a bordo della Oricalco, la nave più grande e lunga al mondo. 380 metri di lunghezza, diciotto ponti, spaziose cabine con l’aria condizionata, una cambusa ben rifornita e wifi gratuito. Atil mi ha detto che gli dispiace ma dato che Anubis viene con noi, rimane lui a difendere il forte per questi giorni…” disse Francesco che era molto contento, era da tanto tempo che voleva fare questo viaggio.
Sul ponte della gigantesca nave erano comparsi Anubis, Francesco, la Madre dei Draghi, Borgo, Lilletta e Kanon, tutti i draghetti e le draghette di Roccia del Drago, tutti gli scrittori e tutte le scrittrici e tutti gli amici e le amiche di Francesco.
“Dove andiamo?” chiese Laura che si era portata un valigia gigante piena di vestiti di ogni tipo. Non le era stato detto dove andavano e voleva essere pronta a tutte le evenienze.
“Lo scoprirete fra poco. Anubis è tutto pronto?”
“Si Francesco. L’equipaggio attende i vostri ordini. Siamo pronti a salpare. Non avete i vestiti giusti però…” e con uno schiocco delle dita della divinità, tutti e tutte, tranne Francesco che non amava travestirsi e aveva chiesto di avere solo un capello a tricorno con il Jolly Roger cucito sopra, si ritrovarono in perfetti e bellissimi costumi da pirati. La casacca della Madre dei Draghi era nera e aveva il drago rosso dei Targaryen riprodotto sia davanti che dietro, quella di Lilletta era simile ma invece dei draghi aveva rappresentati dei gatti.
“I vestiti che avevate sono stati riposti nelle vostre cabine. Adesso se la signora Madre dei Draghi e la signora Lilletta seguono me e Francesco alla ruota del timone sopra il cassero di poppa, possiamo partire. Agli altri nostri ospiti verrà servito da bere e da mangiare qui sul ponte principale.” la voce del dio, come sempre, non tradiva la minima emozione.
Quando i quattro salirono le scale e si trovarono sopra il cassero di poppa, Francesco aprì un pannello sulla parete, posto dietro alla ruota del timone.
“Vieni qui Lilletta, qui ci sono vari pulsanti, c’è scritto cosa fanno e quando Laura darà i comandi, tu premerai il bottone apposito. E’ semplice. C’è anche un display e un interfono collegati alla sala di comando vera e propria e alla sala macchine. Laura tu vai alla ruota del timone, puoi muoverla come ti pare, tanto è finta, davanti al timone c’è il microfono collegato con tutta la nave. La tua è la voce migliore per dare gli ordini sul questo veliero!” disse Francesco che non stava più nella pelle
“Ma come è finta? Una volta che sono su di un galeone pirata e sono vestita da pirata, voglio manovrare una vera ruota del timone di un vascello pirata!”
“Sapevo che l’avresti detto. Madre prometto che, fra poco, capirete tutto. L’aspetto di questa nave può sembrare antico ma è quanto di più tecnologico ci sia sulla faccia della Terra e anche di più. Adesso, ti passerò dei bigliettini, c’è scritto quello che devi dire. Tieni ecco il primo.” Francesco ormai stava quasi saltellando sul posto dall’emozione.
Le vele erano dispiegate al vento, le ancore erano state tirate su, il cibo e le bevande, tutte rigorosamente analcoliche, erano state distribuite. Anubis, infatti, per un viaggio che sarebbe durato qualche giorno, aveva evitato di imbarcare alcol. La delusione per l’assenza di bevande alcoliche era palpabile ma Mauro e Polliciotta salvarono la situazione. Avevano infatti trovato delle casse di liquori pregiati di Mad Dog nascoste, malamente, nella cambusa.
“Quel demone sarà anche uno stronzo ma ha buon gusto per gli alcolici!” esclamò il Bardo bevendo un altro po’ dello Château Picard del 2386 che aveva appena aperto.
“Avviare il campo di forza!” disse un po’ a disagio Laura. Non sembravano le parole giuste da dire su di un galeone pirata.
Al comando della Madre dei Draghi, Lilletta schiacciò il pulsante corrispondente. Il veliero quindi venne avvolto da un campo di energia tremolante.
“Avviare i motori!” la voce di Laura chiara e limpida si poteva udire in qualunque luogo dell’immensa nave. Dall’interno del galeone adesso si poteva udire un sommesso rumoreggiare, i motori si erano avviati e si poteva sentire una leggerissima vibrazione sulla nave.
“Laura mi hanno chiesto qual è la rotta da seguire…” disse Lilletta rivolta alla sua amica
“E’ giusto Fra?” chiese Laura che era davvero sorpresa da quello che c’era scritto nell’ultimo biglietto. Un cenno del capo di Francesco fu l’unica risposta.
“Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino!” esclamò la Madre dei Draghi con voce decisa e precisa.
A quell’ordine di Laura, l’immensa Oricalco, sulle note di Drink Up me Hearties dei Pirati dei Caraibi che era iniziata in sottofondo da circa un minuto, si alzò in volo uscendo dall’acqua del mare. La nave prese velocità, con le vele gonfie per il vento e si diresse spedita verso il cielo, sempre più in alto, oltrepassando le nuvole verso il sole. Lo stupore era grandissimo tra tutti gli ospiti, nessuno aveva immaginato una cosa del genere. Francesco Dimitri scoppiò in una risata, aveva immediatamente capito dove si stavano dirigendo. Laura stava manovrando con perizia la ruota del timone, il suo draghetto l’aveva avvertita che non serviva a nulla ma la ragazza si stava divertendo un mondo e non si era ancora staccata da lì.
“Qual è la nostra meta?” le chiese Lilletta.
“L’Isola che non c’è!” esclamò contenta e sorridente la Madre dei Draghi.
Mad Dog si risvegliò, ancora vestito da maggiordomo, in una caverna strana chiusa da una grata, e notò che era tutto di plastica. Non aveva più alcun potere, la sua forza era nulla e non riuscì ad aprire l’inferriata che lo bloccava in questa vera e propria gabbia. La cosa più preoccupante era quello che vedeva all’esterno di questa piccola prigione. Riconosceva, infatti, la scrivania, le librerie, la sedia da gaming, la stufetta nuova, i capelli neri e lunghi della ragazza. Era nella stanza della Madre dei Draghi. Rinchiuso senza possibilità di uscire. Così piccolo da essere scambiato per una miniatura, la sua voce così flebile da non essere udibile. Si buttò a terra, reggendo le sbarre e urlando e implorando di farlo uscire proprio mentre Laura esclamava con voce divertita:
“Draghetti come la va?”